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lunedì, 21 Luglio 2025

Pastori con le stellette

Una famiglia, un mentore, un riferimento. Per i ragazzi di vent’anni, in guerra lontano da casa, era questo il loro cappellano. Pregavano insieme alle Messe, celebrate al fronte davanti ad un altarino da campo poco prima dell’attacco, restituiva loro uno sguardo di tenerezza ed era accanto nel momento dell’addio. E una volta a casa, portava una parola di conforto per alleviare la disperazione di genitori e fratelli. Nel loro servizio in guerra i cappellani militari furono uno dei più alti esempi di carità cristiana, uno spirito che sopravvive forte anche oggi, nella loro missione in tempo di pace. Lo sono in modo differente perché diversi sono gli scenari sociali, culturali e di riferimento.

Cappello e politica

Finalmente si legge a chiare lettere, a mio avviso (vedi L’Alpino n. 10), ciò che la nostra Associazione pensa dell’abuso del nostro cappello e del significato della vera politica, che non è quella che si vede ma quella che si vorrebbe vedere.

C’era una volta un’alpina…

La premiazione della 10ª edizione del concorso letterario “Alpini sempre” ha avuto un record di partecipazione. Nella sala del Circolo Culturale “La Società” c’erano gli alpini di Acqui e dell’acquese, di Novara, Casale, Asti, dalla Liguria, penne nere giunte da Savona e i marinai della sottosezione di Ponzone.

Ancora sulle donne

Sul recente numero de L’Alpino sono state pubblicate due lettere in ordine alla tematica delle donne nella vita militare. Prima di entrare nel merito di tale argomento vorrei sommessamente far rilevare che lo Scarpone Canavesano, almeno nella grafica, è stato – forse – il primo a porvi l’attenzione. Certamente le considerazioni dell’artigliere Pivotto di Salcedo, anche nel modo come sono state poste, non si possono condividere e la tua breve chiosa è del tutto adeguata, anche se un po’ brusca.

Le donne, affidabili e precise

Oggi come ieri, nei licei e università, la donna ottiene migliori risultati del maschio grazie alla diligenza e allo spirito di sacrificio. Dopo 50 anni di vita in azienda posso testimoniare che la donna motivata è affidabile e precisa, non ammette intrallazzi ed è straordinariamente capace nella scelta del personale e nel recupero crediti.

Bestie da guerra

Il signor David Martin non credeva ai propri occhi quando ha scoperto nella canna fumaria del suo vecchio camino le ossa di quello che sarebbe risultato un piccione. Un piccione viaggiatore, con tanto di capsula e messaggio cifrato, scritto alle 16,45 del 6 giugno 1944, mentre era in corso lo sbarco alleato in Normandia. Il piccione, probabilmente sfinito dal lungo volo dalla costa francese era riuscito ad evitare quell’inferno di bombe, pallottole e soprattutto i falchi addestrati dai tedeschi per intercettare questi messaggeri alati, per finire nel camino di un tranquillo cottage del Surrey, a pochi chilometri dal comando dei servizi segreti britannici.

L'Italia, unica e unita

Ti scrive un altro artigliere da montagna, questa volta non del Nord ma del 4° Raggruppamento, Centro Sud, in riferimento all’editoriale del numero di novembre. Inutile dire che condivido in toto sia la forma che il contenuto del tuo scritto. Soltanto non riesco a conservare la pacatezza con la quale ti esprimi, e che ho molto apprezzato. Vorrei soltanto dire due paroline all’orecchio dell’altro artigliere. La nostra sezione non arriva a mille iscritti ma, sul suo vessillo risplendono sette Medaglie d’Oro.

L’ANA cittadina onoraria di Fossa

L’Associazione Nazionale Alpini è cittadina onoraria di Fossa, il paese dove dopo il sisma del 2009 gli alpini hanno costruito un villaggio e una chiesa per la popolazione. A ritirare il riconoscimento c’era una delegazione guidata dal presidente Corrado Perona, con i consiglieri nazionali Renato Zorio, Antonio Munari, l’allora presidente della Commissione Grandi Opere Sebastiano Favero, curatori dei progetti del nuovo villaggio e il consigliere nazionale Cesare Lavizzari.

Ombre e luci della storia

Se mi è concesso vorrei fare un’amichevole e breve precisazione all’amico Giuseppe Bertoldi di Gallarate che, sul numero di novembre della nostra rivista, ha evidenziato la stonatura del cappello alpino in quel di Predappio, dove “chi giace in quella tomba” è omaggiato da cappelli alpini.

“Dare un po’ di gioia a chi non l’ha”

Nei Paesi cristiani, specie in Italia, li chiamarono direttori di spirito, poi preti al campo e infine, cappellani militari. Padre Generoso da Pontedecimo era uno di loro. Beffardo il destino che nel 1934 indica “rivedibile per debole costituzione” quel chierico, frate cappuccino, con il naso sottile e aguzzo a sostenere piccoli occhialetti tondi.

Alpini di serie A e serie B?

La lettera del signor Branno di Napoli mi ha spiacevolmente sorpreso. Dopo tanti anni siamo ancora qui a parlare di alpini di serie A noi del nord e di quelli di serie B cioè del sud. Durante il mio periodo di servizio militare ho conosciuto alpini provenienti dall’Abruzzo, Calabria, Campania ed altre regioni del Sud. Si usciva insieme, si scherzava, si faceva fatica assieme.

Con gli alpini ad Herat

Ci sono volute undici ore di volo sulla direttrice Roma-Abu Dhabi per raggiungere la base italiana di Herat. Seduti sugli scomodi sedili a rete del C-130 dell'Aeronautica militare in partenza dagli Emirati Arabi c'è un piccolo plotone dell'ANA guidato dal presidente Corrado Perona, con Federico Di Marzo, delegato ANA a Roma, i consiglieri nazionali Giovanni Greco, Cesare Lavizzari e Angelo Pandolfo, il webmaster di https://www.ana.it Michele Tresoldi, e il vostro cronista.

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