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sabato, 27 Aprile 2024

Cammino silenzioso

La Sezione di Varese ricorda ogni anno la battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 1943 con il pellegrinaggio lungo il viale delle Cappelle e...

Alpini sorgente di fraternità

«Gli alpini ci insegnano come costruire un futuro di pace, sono la forza che rinsalda il senso di Patria, una sorgente di fraternità. Ci...

Approvata alla Camera la “Giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino”

La Camera dei Deputati ha approvato ieri a larghissima maggioranza la proposta di legge  622, composta da cinque articoli, che prevede l'istituzione della "Giornata...

Messaggi d’amore

«La capacità degli alpini di donarsi al di là dei limiti ed il coraggio di chi affrontò giorni durissimi senza smarrire il senso dell’umanità...

Monumento vivente

Un nuovo piccolo miracolo con la penna nera. Neppure tanto piccolo, visto che stiamo parlando di una struttura socio sanitaria all’avanguardia, senza uguali nel...

Patto di fratellanza

Una partecipazione imponente quella al 75º anniversario della Battaglia di Nikolajewka. Oltre allo straordinario colpo d’occhio sulla sfilata nelle vie del centro di Brescia parlano i numeri: 41 i vessilli sezionali dietro il Labaro, accompagnati dai gagliardetti di oltre 320 Gruppi e da quasi diecimila penne nere. La Leonessa d’Italia ha assolto ancora una volta con grande efficacia al suo onere-onore di organizzatrice della manifestazione a carattere nazionale che ogni anno (ogni cinque in forma solenne), ricorda l’epico e tragico episodio bellico del 26 gennaio 1943 che permise agli alpini di sfondare le linee russe e “tornare a baita”. 

Orgogliosi custodi

Brescia e Nikolajewka. Una storia lunga settantacinque anni, ormai. Una storia di cui le Penne Nere bresciane si sono fatte custodi ed orgogliose testimoni a livello nazionale. Proprio a Brescia, nel gennaio 1946, infatti, a soli tre anni dal doloroso epilogo della Campagna di Russia, alcuni Reduci della Tridentina si ritrovarono in un’osteria, per ricordare. Le centinaia di chilometri percorsi a piedi all’andata, tra i campi di girasole e quelli della ritirata sulla neve, avevano lasciato un segno profondo: mille storie tragiche e i volti degli amici visti scomparire, senza poter fare nulla. 

Con fierezza e riconoscenza

Nikolajewka, 74 anni dopo. Ricordo di dolore e sacrificio capace di trasmettere un forte segnale di pace e fratellanza. Lo tengono vivo gli alpini e in particolare la Sezione di Brescia, che ha l’onore di celebrare la ricorrenza a livello nazionale, ogni cinque anni anche in forma solenne come sarà nel 2018. Ma anche la manifestazione in forma “ordinaria” conferma la solidità del messaggio alpino: a Brescia, infatti, si sono ritrovati i vessilli di trenta Sezioni, i gagliardetti di centonovanta Gruppi e non meno di mille penne nere per partecipare alle cerimonie ufficiali a ricordo del tragico ed epico evento del 1943 in Russia. 

Ancora e sempre Nikolajewka

Il giovane ha l’aria sveglia. Lo conosco bene: è ragioniere, poco più di 30 anni, lavora a Brescia nell’agenzia di assicurazioni da cui la mia famiglia si serve. Con lui sottoscrivo una polizza per la vettura di mio figlio. «La prossima rata – mi dice – scadrà il 24 maggio». «Bene – ribatto – data facile da ricordare ». «Perché?» chiede lui. Come perché, «il 24 maggio, l’esercito marciava, la Canzone del Piave….». «E cioè?» ribatte.

Il 73° di Nikolajewka a Brescia

Il 26 gennaio 2016 ricorre il 73° anniversario della battaglia di Nikolajewka. Continuando la tradizione iniziata nel 1948 la sezione di Brescia celebrerà l'evento sabato 23 gennaio, chiamando a raccolta i reduci del Corpo d'Armata Alpino, dello CSIR e dell'ARMIR. Accanto a loro ci saranno gli alpini in congedo per rendere onore alla schiera innumerevole dei Caduti e Dispersi. Il Consiglio Direttivo Nazionale ha elevato questa manifestazione a cerimonia di carattere nazionale, dedicata a tutti i Caduti del secondo conflitto mondiale.

A Brescia per Nikolajewka

Belogorje, Novo Kalitva, Opyt, Sheljakino, Warvarovka, Romanchovo, Scororib, Nowo Karkowka, Valuiki, Nikitowka, Arnautowo, Nikolajewka: sembra una giaculatoria, la formula magica con cui uno sciamano vuole chiamare a raccolta gli spiriti e invece è un rosario di morte e di speranza insieme, di muta disperazione e di eroismo, il cui esito ultimo, ce lo dice la storia, sarà una dura disfatta da leggere, però, come una grande vittoria. Qualcuno, forse non a torto, l’ha definita “un’avanzata all’indietro”, altri l’hanno definita una “salutare presa di coscienza della follia collettiva” che aveva portato i nostri governanti a seguire un pazzo.

Sulla strada per Nikolajewka

Nikolajewka evoca la battaglia di fine gennaio, il generale Reverberi che nella mischia incita i suoi, i superstiti che puntano il sottopasso gettandosi verso la salvezza nell’ultimo disperato tentativo di tornare a baita. Eppure dietro a questa parola, a questo sparuto villaggio russo fatto di neve e di isbe isolate, c’è il sacrificio di moltissimi uomini che combatterono, si spostarono, raggiunsero nuove località e di nuovo imbracciarono fucili e mitragliatrici nel comune, strenuo tentativo di sfuggire all’implacabile avanzata dell’Armata Rossa. Il 26 gennaio 1943 fu fine e inizio.

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