L'Italia, unica e unita

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    Ti scrive un altro artigliere da montagna, questa volta non del Nord ma del 4° Raggruppamento, Centro Sud, in riferimento all’editoriale del numero di novembre. Inutile dire che condivido in toto sia la forma che il contenuto del tuo scritto. Soltanto non riesco a conservare la pacatezza con la quale ti esprimi, e che ho molto apprezzato. Vorrei soltanto dire due paroline all’orecchio dell’altro artigliere. La nostra sezione non arriva a mille iscritti ma, sul suo vessillo risplendono sette Medaglie d’Oro.

    Ha costruito un rifugio e ne ha intestato la proprietà alla sede nazionale. Il mio Gruppo, quello di Ascoli Piceno, 50 alpini, è intitolato ad una Medaglia d’Oro, anche lui artigliere della Julia, gruppo Udine, 17ª batteria. Tra gli iscritti il Gruppo conta due capitani degli alpini in s.p.e., entrambi con varie missioni in Afghanistan, uno dei quali ha ricevuto una ricompensa per il modo in cui ha gestito i rapporti con le popolazioni locali. L’altro, suo amico, è salito sul podio ai Ca.STA.

    Potrei continuare ma mi fermo qui. Lascio all’altro artigliere il compito del confronto con qualsiasi altra Sezione. Dei cugini/fratelli abruzzesi, quelli del battaglione L’Aquila – mai sentiti nominare? – parleremo un’altra volta. Per quale Italia avrebbe voluto che si fossero sacrificati i suoi compaesani? Questo vorrei chiedere all’altro artigliere.

    Enzo Agostini – vice presidente sezione Marche

    All’artigliere che si chiedeva se i nostri morti del passato sarebbero stati contenti di battersi per questa Italia, fa eco la voce dell’artigliere Agostini, il quale dà voce a chi ha creduto e dato la vita per l’unica Italia esistente. Unica e unita, senza sconti o scorciatoie.