Alpini di serie A e serie B?

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    La lettera del signor Branno di Napoli mi ha spiacevolmente sorpreso. Dopo tanti anni siamo ancora qui a parlare di alpini di serie A noi del nord e di quelli di serie B cioè del sud. Durante il mio periodo di servizio militare ho conosciuto alpini provenienti dall’Abruzzo, Calabria, Campania ed altre regioni del Sud. Si usciva insieme, si scherzava, si faceva fatica assieme.

    Certo le battute non mancavano: noi “polentoni” i nostri amici del Sud “terroni”. Alla fine davanti ad un metro cubo di quella sostanza così cara agli dei si faceva festa. A noi, che Cadorna fosse ligure o E. A. Mario fosse di Fuorigrotta “manco ce ne fregava”, per dirla come un mio commilitone “de Roma”. In quel periodo si era, come dicono gli americani, “fratelli in armi”, tutti sotto la stessa bandiera che fino a prova contraria è e resterà il nostro Tricolore. Il resto, mi dispiace signor Branno, è razzismo di ritorno.

    Roberto Vuerich – Valdagno (VI)

    L’infelice espressione “Che c’entra Napoli con gli alpini?”, non era del signor Branno ovviamente, ma di una impertinente signora di Napoli che così s’era rivolta a lui, provocandone una risentita indignazione. L’amico Vuerich, con questa lettera, mette i puntini sulle “i”, ricordando che prima ancora di uno stile alpino, c’è un modo di relazionarsi semplicemente umano, come sanno fare gli uomini degni di questo nome.