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domenica, 25 Maggio 2025

L’orgoglio dell’appartenenza

Non ho fatto la naja negli alpini, purtroppo. Poi grazie ad un amico, ho conosciuto la sezione di Casale Monferrato, la mia città (l’incontro è stato facilitato dalla meravigliosa bagna cauda annuale della Sezione, che è diventata un punto di riferimento per la mia famiglia e amici, ma è un dettaglio...).

In breve – maggio 2013

Notizie in breve.

I nostri canti

Sono il magg. (c.a.) Antonio Mariani, classe 1941, direttore del coro Malga Roma della sezione di Roma dell’A.N.A. Agganciandomi ad una serie di interventi raccolti da L’Alpino, vorrei esprimere il nostro punto di vista sull’argomento canti di montagna e cori dell’A.N.A. che, rammento tautologicamente, è una Associazione d’Arma. Credo siamo tutti consapevoli del fatto che il canto alpino, così come tradizionalmente si intende, è un “genere” musicale ormai non più praticato nella naja (e non solo).

Cappelli: nuovi o bufferati

Buongiorno carissimi, con un gruppo di alpini qui al bar stiamo ridendo nel vedere gli alpini di Roma riuniti con cappelli nuovi di zecca. Ma come hanno fatto? Noi siamo proprio degli sporcaccioni trasandati. Chi ha fatto la naja è tornato a casa con cappelli usurati.

Aspettando settembre

Ritornare sui luoghi della memoria significa riabbracciare i nostri padri, i nostri nonni. I nostri veci. È come ritrovarli uno ad uno in un peregrinare consapevole e sereno. E gli alpini lo fanno, da quasi un secolo. Ritrovano i morti di Adua, della Libia, delle Tofane. I morti di Grecia e di Albania. Le vittime della prigionia, dei campi di sterminio.

Valori non negoziabili

Prima di decidermi a mettere giù queste poche righe ho lasciato sbollire il sangue dopo la lettura dell’intervento di Luca Rota (gruppo Carenno-Bg). Voglio sottolineare la mia piena condivisione con quanto da Lei affermato nel numero in questione.

Primicerj: un commosso grazie!

Caro Presidente, in questo momento per te sicuramente denso di emozioni, di ricordi e di sentimenti contrastanti, forse anche difficili da esternare appieno, non posso che provare una profonda commozione e pensarti con un sorriso.

Il coraggio di annunciare il bene

Ho appena letto le sue considerazioni sulla vita attuale e le prese di posizione decisamente contro corrente, politicamente scorrette e via elencando locuzioni oggi in pieno uso. La conduzione della vita planetaria, o quasi, è oggi comandata dalla finanza internazionale che si serve delle nazioni come di pedine da muovere sulla tavola degli scacchi.

Aria nuova, in Sezione

Il 19 maggio 2013 Corrado Perona lascia la presidenza dell'Associazione Nazionale Alpini. Sarà per lui un giorno molto pesante ma insieme allegro e ricchissimo di sensazioni che possono stravolgere qualsiasi essere umano. Ma io non voglio, né posso, imbarcarmi in considerazioni sulle quali mille persone sono più informate, dettagliate, più capaci di scrivere di me.

Per noi un grande ritorno

Subito dopo aver ricevuto dal direttore de L’Alpino la richiesta di un pezzo sul “Perona sezionale”, mi sono reso conto di non poterlo scrivere perché non ho avuto la fortuna di condividere quel periodo. Al mio ingresso nel 2003 in Sezione Corrado aveva da tempo spiccato il volo verso i lidi di via Marsala: avrei dovuto parlare di situazioni ed emozioni a me raccontate e non vissute in prima persona.

Un abbraccio a tutti

L’Assemblea dei Delegati del 19 maggio eleggerà il presidente nazionale che mi succederà nell’incarico. Avevo deciso che, con l’esaurirsi del mio terzo mandato, era tempo di affidare ad altri il compito di presiedere l’Associazione. Lascio l’incarico con serenità, soprattutto perché credo che l’alternanza dei compiti e delle responsabilità sia indispensabile. Nuovi slanci, iniziative, realizzazioni, promozioni e quant’altro potranno essere messi in atto dalla nuova presidenza.

Prepariamoci al futuro

Ho appena finito di leggere per la quarta volta il tuo magistrale editoriale “Presunzione di libertà”. Una vera ventata di aria fresca. Per la prima volta, se ben ricordo, ne L’Alpino si parla dei grandi problemi dell’Italia e delle democrazie occidentali. Parole come lobby, mercati, fondamentalismi, terrorismo, sono del tutto inusuali e cadono come pietra nell’acqua cheta e monotematica tipica di un giornale associativo.

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