Alpini sorgente di fraternità

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    «Gli alpini ci insegnano come costruire un futuro di pace, sono la forza che rinsalda il senso di Patria, una sorgente di fraternità. Ci aiutano a capire come stare insieme pur nella diversità. Italiani ed istituzioni sentono di poter contare sugli alpini, che col loro stile di vita, in ogni occasione, indicano come costruire una comunità». Emilio Del Bono, sindaco di Brescia, ha salutato così gli alpini in piazza della Loggia per il 77º anniversario della battaglia di Nikolajewka, che proprio nella città lombarda si rinnova dagli inizi come manifestazione nazionale.

    Anche se la ricorrenza era in forma ordinaria (quella solenne si tiene ogni cinque anni) la partecipazione è stata imponente, con oltre mille alpini e lo schieramento di 33 vessilli sezionali e 185 gagliardetti di Gruppo. Commossa e preziosa la presenza di Vigilio Bettinsoli, classe 1922, di Lodrino, reduce di Nikolajewka, dove si trovava con il battaglione Valchiese del 6º Alpini. Al sindaco di Brescia ha fatto eco il generale Ignazio Gamba, vice comandante delle Truppe Alpine, che ha ricordato l’istituzione della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino, proprio il 26 gennaio, giorno di Nikolajewka «per tramandare alle nuove generazioni i valori che incarnano gli alpini nella difesa del Paese e nell’etica di partecipazione civile, solidarietà e volontariato».

    La giornata era iniziata alla “Scuola Nikolajewka”, il “monumento vivente” voluto nel 1983 dai reduci bresciani e che oggi, con 10mila metri quadrati e 120 ospiti è la struttura socio sanitaria per la disabilità motoria più moderna d’Italia. Davanti ad essa il Labaro, scortato dal Presidente nazionale Sebastiano Favero, dai vice Mauro Buttigliero e Lorenzo Cordiglia e dai Consiglieri nazionali, dal generale Alberto Vezzoli, comandante della Julia, da un picchetto armato del 5º Alpini, la fanfara Tridentina “A. Morandi” ed una muraglia di alpini. Mantenendo saldo il legame nato nel nome della pace, gli alpini bresciani hanno invitato anche quest’anno una delegazione russa: era composta da Mityushin Leonid Nikolaevich, Presidente del Consiglio della provincia di Krasnogvardejskij, dove si trova Livenka/ Nikolajewka, Vladimir Jur’evic Prikhodko, capo del Dipartimento sviluppo agricolo ed economico, Kostarev Vyacheslav Georgievich, capo dell’Apparato provinciale e dal capitano di vascello Alexei Nemudorov, addetto navale all’Ambasciata russa a Roma.

    Nella sede della Sezione Ana, i russi hanno anche incontrato il sindaco di Brescia, assieme al Presidente sezionale Gian Battista Turrini e a quello nazionale Favero. Favero che, nel saluto davanti alla “Scuola” ha ricordato la forza del messaggio che da Nikolajewka si propaga ancora oggi, grazie alle penne nere che lo portano avanti con caparbietà, traducendolo nelle opere di solidarietà che servono a cementare la pace.

    breLa relazione commemorativa, vista ormai l’impossibilità “anagrafica” di averla da un reduce, è stata affidata al past President della Sezione di Brescia, Davide Forlani, che ha dipinto un efficace affresco storico ed umano dei fatti di Nikolajewka, che hanno generato un sentire di solidarietà diventato un modo di essere. La Messa celebrata in una gremita Cattedrale dal vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada e dai cappellani militari, e un applauditissimo concerto della fanfara Tridentina diretta dal luogotenente Tempesta nel teatro Grande di Brescia, sono stati infine i suggelli di una nuova, intensa, “Nikolajewka”.

    Massimo Cortesi