Ancora e sempre Nikolajewka

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    Il giovane ha l’aria sveglia. Lo conosco bene: è ragioniere, poco più di 30 anni, lavora a Brescia nell’agenzia di assicurazioni da cui la mia famiglia si serve. Con lui sottoscrivo una polizza per la vettura di mio figlio. «La prossima rata – mi dice – scadrà il 24 maggio». «Bene – ribatto – data facile da ricordare ». «Perché?» chiede lui. Come perché, «il 24 maggio, l’esercito marciava, la Canzone del Piave….». «E cioè?» ribatte.

     

    «Ma come, non si ricorda quando è cominciata la Prima Guerra Mondiale? ». «Eh no – sorride – a scuola non ci siamo arrivati…». «Va beh, ma dopo, si sarà pure accorto del Centenario». «Del centenario di cosa?». Dialogo quasi surreale, ma autentico. Lo richiamo alla mente, di tanto in tanto, soprattutto quando devo parlare con qualcuno del significato di cerimonie come quella che la Sezione di Brescia si accinge a gestire, come ogni anno, a fine gennaio, in memoria della battaglia di Nikolajewka.

    Io sono nato negli Anni ’50, mio nonno ha combattuto nella Prima Guerra Mondiale, mio padre nella seconda, scampando fortunosamente all’internamento in Germania: per me la memoria storica non è mai stata un problema, sono cresciuto ascoltando i racconti diretti di entrambi. Ma per le nuove generazioni la trasmissione di valori legati al senso del dovere, all’amor di Patria, allo spirito di sacrificio, all’altruismo e alla solidarietà, non è affatto scontata. Ecco perché ha grande spessore pedagogico (come ogni operazione del “fare memoria” dell’Ana) il ritrovarsi ancora, 74 anni dopo, per ricordare il tragico episodio bellico che, nel 1943, sulla spinta di una valorosa disperazione, aprì le porte alle penne nere e agli sbandati dell’Armir verso l’agognato “ritorno a baita”.

    La Sezione di Brescia custodisce gelosamente l’onore di farlo a livello nazionale, davanti a quella Scuola per disabili fisici gravissimi, un “monumento alpino vivente” che di Nikolajewka porta il nome, per onorare i morti aiutando i vivi. I reduci testimoni di quella dolorosa epopea sono pochissimi, ormai, tutti ultra novantenni: è nostro dovere raccogliere la loro fiaccola, tenuta vivida con dolorosa consapevolezza, e portarla avanti.

    Massimo Cortesi

    PROGRAMMA SABATO 28 GENNAIO 2017

    • Ore 14 Cerimonia commemorativa alla Scuola Nikolajewka: onori ai gonfaloni della città, della Provincia di Brescia e del Comune di Villa Carcina nel quale ha sede il Gruppo di Cogozzo che ospiterà l’adunata sezionale nel 2017; onori al Labaro dell’Ana e alzabandiera russa e italiana; deposizione di fiori alla lapide dedicatoria con offerta dei ceri; commemorazione ufficiale. Saluto del rappresentante della Sede Nazionale. Parteciperanno alla cerimonia la fanfara Valchiese di Gavardo e un picchetto in armi.
    • Ore 15,30 Onori ai Caduti in piazza della Loggia, saluto del Sindaco e del rappresentante delle Truppe Alpine.
    • Ore 16 Sfilata da piazza della Loggia a piazza Paolo VI.
    • Ore 16,30 Messa nella cattedrale, in suffragio di tutti i Caduti presieduta da mons. Bruno Foresti, vescovo emerito di Brescia e concelebrata dai cappellani militari.
    • Ore 18 Momento culturale presso la sede sezionale (via Nikolajewka,15) con presentazione del libro “Una vita alpina”.
    • Ore 20 Cena ufficiale presso la Scuola Nikolajewka. Nell’ambito della manifestazione si terranno alle ore 10, in contemporanea, i tradizionali incontri con gli studenti alla scuola media “Divisione Tridentina” (via Bagatta, 6), dove interverrà il coro Alte Cime e alla scuola media “Giovanni Pascoli” (via Repubblica Argentina 3) dove sarà presente il Corpo Musicale “A. Raineri” di Rodengo Saiano.