Servizio civile e Associazione Nazionale Alpini
Zona franca
Spazio aperto ai lettori.
GERMANIA Aalen e Verona: la solidariet non ha confini
Nel cimitero dei Caduti nella 1aG.M. onorata la memoria della M.O.Guarnieri
Migliaia di penne nere a Cuneo per onorare la Divisione martire
di Gian Paolo Nichele
Il cardinale Tettamanzi: I Caduti rappresentano una grande lezione per noi’
La S.Messa celebrata a fine anno in duomo a Milano. Per la prima volta dopo 42 anni, il discorso sul sagrato non è stato pronunciato da Peppino Prisco Ne ha ricordato la figura Cesare Lavizzari.
Quel 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia…
Cominciamo almeno da un giorno su 365 per sentirci, alla fine, italiani anche il resto dell'anno: è il senso delle parole che il presidente della Repubblica Ciampi ha
ripetuto a fine anno. Certo, il capo dello Stato non ha detto proprio così, ma questo era il senso di quel discorso.
Quando il presidente della Repubblica dice agli italiani che devono sentirsi tali significa che c'è bisogno di dirlo: o perché gli italiani se ne stanno dimenticando o perché il loro senso di appartenenza è minacciato da fattori esterni. Sull'onda di queste sue preoccupazioni, motivate dal venir meno di un comune orgoglio, Ciampi ha rilanciato la proposta di celebrare una Giornata del Tricolore . Il giorno
proposto ha un significato storico: il 7 gennaio di ogni anno. È appunto proprio il 7 gennaio di 206 anni fa che nacque la nostra Bandiera in quella Repubblica Cispadana che a Reggio Emilia segnò uno dei momenti più significativi del nostro riscatto nazionale.
Per quanto riguarda la Giornata del Tricolore possiamo dire che la nostra Associazione ha il diritto della primogenitura: infatti nel 1985 l'ANA inviò al Capo dello Stato una petizione per promuovere questa festa di tutti gli italiani. Ora sembra di essere arrivati, finalmente, in dirittura d'arrivo, anche sulla spinta di alcune Regioni che hanno deciso di promuovere per proprio conto la celebrazione del Tricolore.
Che sia necessario il recupero del significato della nostra bandiera (non lo diciamo certo per gli alpini, ovviamente!) lo dimostra anche il fatto che è stato necessario ricordare ai responsabili di istituti scolastici, uffici ed enti pubblici, che la Bandiera va esposta e conservata con rispetto.
La bandiera è un simbolo sacro, non è certo solo un pezzo di stoffa tricolore. È il segno della nostra appartenenza, della nostra identità, dei principi che regolano la società che ci siamo dati. Troppo spesso siamo propensi a considerare l'altrui diversità trascurando, nel contempo, la nostra specificità.
In un'epoca di transizione, di caduta delle barriere nazionali, di un'Europa unita ma anche di un'Europa minacciata da integralismi è necessario riconoscersi in valori comuni che sono quelli della nostra cultura e dei nostri modelli sociali e civili. Celebrare il Tricolore significa anche questo.
Un tempo, a scuola, s'insegnava una preziosa materia, la educazione morale e civile . Forse abbiamo perso qualcosa sulla strada della società avanzata. Forse occorre ricordare che la democrazia ci fa tutti uguali, ma che per essere italiani non basta nascere in Italia.
Afghanistan, missione difficile
![]() | A fine mese gli alpini del 9º reggimento agli ordini del col. Claudio Berto saranno in Afghanistan con gli altri reparti della forza armata italiana inviata dalle Nazioni Unite per pattugliare una vasta area a nord di Kabul, impedire infiltrazioni di terroristi di Al Qaeda dal Pakistan e partecipare alle attività che saranno decise dal comando della missione, che si trova a Tampa, in Florida. |