Il Gruppo Ungheria
Sono un alpino della sezione di Verona, gruppo di Alcenago, e ho letto su L’Alpino n. 11 a pag. 45 che è nato un nuovo Gruppo, il primo in Ungheria.
L’ammiraglio Binelli Mantelli è il nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa
Anche l’ANA, con la presenza del Labaro, ha voluto essere partecipe a Roma alla cerimonia di cambio ai vertici della Difesa tra il Capo di Stato Maggiore uscente gen. Biagio Abrate (alpino) e l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli avvenuta giovedì 31 gennaio.
Le Messe per i Caduti
Durante il 4° raduno di Soave (Verona) al monumento nazionale dedicato ai Caduti nella Campagna di Russia, con una partecipazione superiore a ogni più rosea previsione, di autorità, associazioni e popolazione e, in particolare, di un folto gruppo di studenti di tutte le classi sia medie sia superiori, mi si è avvicinata una persona, zoppicante per una paresi, che mi ha detto: “Mio padre è rimasto in Russia, bellissima questa manifestazione in ricordo di quelli che non sono tornati, ma sarebbe stata completa se ci fosse stata anche una Messa in suffragio.
Salvare la Patria in tempo di pace
Ho letto con attenzione l’editoriale di novembre 2012 dal titolo “Solo se liberi saremo anche profetici”. Le chiarissime, ferme, ma soprattutto forti e responsabili valutazioni del direttore sono tutte condivisibili, nessuna esclusa.
Gli alpini? Tutti doc!
Ho appena finito di leggere il nostro mensile n. 1/2013 e non riesco a stare zitto, devo replicare ai miei compaesani, un plauso e ringraziamento da parte mia al Sig. Roberto Vuerich di Valdagno (Vicenza) Veneto insomma, profondo nord che “ci difende” con il commento/risposta alla lettera del Sig. Branno e all’infelice espressione della Signora: “Che c’entra Napoli con gli alpini?".
Ridanno dignità ai cippi dimenticati
L’idea gli venne da un incontro con Cristiano Dal Pozzo - classe 1913, reduce della Campagna d’Abissinia - avuto a Bolzano nei giorni dell’Adunata nazionale: “Chi cura e restaura una lapide, un cippo, un monumento - aveva detto il reduce - fa rinascere lo spirito dei valorosi soldati ai quali sono dedicati”. Una frase buttata lì durante un breve colloquio che Claudio Zen ha a lungo meditato.
Quel giorno da alpino
Con riferimento all’encomiabile iniziativa alpina di “Quel giorno da alpino che non potrò mai dimenticare”, volevo sottoporre alla sua cortese attenzione la possibilità di raccogliere in un numero unico (o più numeri) tutti i racconti arrivati in sede.
LE GRANDI PARETI NORD
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Tre pareti che ancora oggi conservano tutta la loro magia: negli anni Trenta la possibilità di scalarle costituiva davvero una sfida. Sono diventate il simbolo di un periodo di rapidi cambiamenti e innovazioni, contribuendo ad avviare una discussione sul significato dell’arrampicata nelle forme più estreme. Nomi e storie, molte tragiche, ne fanno un capitolo drammatico e affascinante nella storia dell’alpinismo. |
In breve – febbraio 2013
Notizie in breve.
Un’Italia bella davvero
Seduto sul C-130 dell’Aeronautica Militare che ci sta portando ad Herat mi trovo a pensare quanto poco si sappia di Afghanistan qui da noi. Sappiamo che i nostri ragazzi sono là ma i giornali affrontano questo argomento come ogni altro, spinti più dalla morbosa curiosità per la polemica e il pettegolezzo piuttosto che dall’interesse per una corretta informazione. Non ci dicono come si vive in quella terra, se il nostro intervento sia in qualche modo servito e se valga davvero la pena di rimanere laggiù con i pericoli e i costi che una missione del genere comporta.
SE RIESSO ANDAR CASA
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Livio Rappo, il figlio di Ottorino, ha lavorato tre anni per portare a termine il diario del padre. I figli avevano cercato invano di convincerlo a scrivere le sue memorie, ma solo in occasione di una controversia legata alla mancata erogazione della pensione di guerra, Ottorino prese carta e penna ed elencò ogni singolo dato e avvenimento della sua vita militare, per dare la prova che in guerra c’era stato. Dopo la sua morte, utilizzando quegli appunti, il figlio è riuscito a dar corpo al volume, inizialmente realizzato in sei copie artigianali da donare ai fratelli. Il libro è stato presentato a Bosco di Nanto (Vicenza) da Manuel Grotto - sua la prefazione - che ha illustrato nei dettagli la Campagna di Russia. |
“Cuneense!”
La prima fitta nevicata della stagione ha imbiancato Mondovì proprio nella due giorni – 19 e 20 gennaio – di eventi alpini nel 70° della battaglia di Nowo Postojalowka. Era il 20 gennaio 1943, quando nel ripiegamento dal Don la “Cuneense” si immolava per consentire ai resti dell’armata italiana di guadagnare il varco di Nikolajewka, sottraendosi così alla sacca nella quale i russi l’avevano intrappolata.