Gli alpini? Tutti doc!

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    Ho appena finito di leggere il nostro mensile n. 1/2013 e non riesco a stare zitto, devo replicare ai miei compaesani, un plauso e ringraziamento da parte mia al Sig. Roberto Vuerich di Valdagno (Vicenza) Veneto insomma, profondo nord che “ci difende” con il commento/risposta alla lettera del Sig. Branno e all’infelice espressione della Signora: “Che c’entra Napoli con gli alpini?”.

    ”Sono orgoglioso di essere stato assegnato e in servizio negli alpini da ben 34 anni, come tanti miei colleghi, provenienti dal sud, sono originario di Napoli, ho partecipato a tutte le missioni all’estero in cui è stata impiegata la mia brigata, quando varco i confini della mia Patria porto cucito sul braccio sinistro lo scudetto dell’Italia ed in testa il “mio” cappello alpino, mi confronto con altri eserciti e culture di popoli lontani, do il meglio di me stesso riscuotendo gratitudine, riconoscenza, professionalità, quindi rappresento anche il Sig. Branno ecc… come “Alpino di Napoli”.

    Forse non sanno (o lo scoprono soltanto quando uno di noi rientra in una bara coperta con il tricolore al paese di origine?) che sono circondati a Napoli e provincia da tanti ragazzi e ragazze alpini, come diceva un nostro illustre compaesano “signori si nasce…” noi siamo diventati alpini e basta.

    Certo dalle “mie parti” ci sono alpini che sfilano alle varie adunate e cerimonie con lo striscione “Alpini DOC”, che suona come di origine protetta e controllata, lo sono solo per difendere la lingua e cultura delle valli occitane, ma ti fanno sentire come uno di loro ai raduni e alle feste alpine, quando ti relazioni con bellissimi scambi di “battute”, ma non esiste e non si sente nessuna serie A, B o C, quelle esistono solo nello sport, nella grande famiglia alpina nessuno retrocede, anzi…!

    1° Mar. G. Giugliano – Saluzzo (CN)

    È chiaro che il problema non esiste. Se ne abbiamo parlato, è stato solo per esprimere vicinanza e simpatia ai nostri amici alpini di Napoli.