Ancora e sempre Nikolajewka
Il giovane ha l’aria sveglia. Lo conosco bene: è ragioniere, poco più di 30 anni, lavora a Brescia nell’agenzia di assicurazioni da cui la mia famiglia si serve. Con lui sottoscrivo una polizza per la vettura di mio figlio. «La prossima rata – mi dice – scadrà il 24 maggio». «Bene – ribatto – data facile da ricordare ». «Perché?» chiede lui. Come perché, «il 24 maggio, l’esercito marciava, la Canzone del Piave….». «E cioè?» ribatte.
Affrontare il presente
Mi riferisco alla lettera “Prigionieri dell’Unità d’Italia” del socio Vittorio Biondi, apparsa nel numero di ottobre de L’Alpino. La polemica sul comportamento dei piemontesi verso il Sud negli anni successivi all’Unità d’Italia ha un suo fondamento e ha trovato l’adesione di numerosi storici. Oltre ai nomi citati dall’amico, aggiungerei anche Lorenzo Del Boca in “Indietro Savoia”, che parla di deportazioni in varie aree del Nord (e vi inserisce anche il mio paese, San Benigno Canavese).
Cari Alpini, buon Natale!
L’anno che sta per finire porta con sé molte cose buone, ma anche il ricordo di momenti tragici. Penso alle ripetute e disastrose scosse di terremoto che hanno colpito il Centro Italia a partire dal 24 agosto e che purtroppo continuano ancora a provocare danni materiali, ma anche e soprattutto danni morali e situazioni di disagio nella popolazione così duramente segnata.
Un invito dalla Russia
In questi giorni ho ricevuto un messaggio da Tamara Jacusefa Petronna da Rossosch (Russia), dice che ci aspetta al suo paese, lancia un appello e saluta tutti gli alpini che hanno lavorato alla costruzione dell’Asilo “Sorriso”, per l’amicizia creatasi duranti i lavori.
Battaglia per la Trafojer
Se vi è, tra le guerre sostenute dagli alpini in tutti i fronti dalle Alpi ai monti di Grecia e di Albania, una battaglia in cui il valore alpinistico- militare delle truppe da montagna, abbia brillato in modo superlativo e ineguagliabile, quella è la battaglia per la riconquista della Trafojer. Siamo nel gruppo dell’Ortles, la più alta montagna del semiarco orientale delle Alpi a circa un chilometro in linea d’aria dalla cima principale.
Tra leggenda e realtà
C’è una leggenda che circola nelle valli alpine: “Quando un bambino nasce, un’aquila reale scende dai monti e fa cadere una penna nera, che poi verrà posta sul suo cappello alpino”. Frase finale del bel film “Penne nere”, trasmesso il 24 ottobre su Iris, Mediaset.
Bruno Bonollo Gruppo di Fara Vicentino, Sezione di Vincenza
Un camper di speranza
Come alpini del Gruppo di Leonessa il 2 settembre siamo andati a consegnare un camper che ci ha regalato un amico di Lino Cesaretti di Roma. Lo abbiamo consegnato al Capogruppo di Accumoli perché lui e la sua famiglia devono e vogliono rimanere vicino alla stalla delle capre che accudiscono.
Le opportunità di un videogioco
Mi chiamo Marco, ho 27 anni e gioco ai videogiochi da quando ne avevo 5. Vi scrivo in merito alle parole riportare sul corriere.it del Presidente Sebastiano Favero, il quale lamentava la presenza di una mappa del videogioco “Battlefield 1” ambientata sul Monte Grappa. Cito: «Ovvio che sono contrario ad una cosa del genere, non ci sembra affatto il caso di trasformare un luogo sacro in un videogioco. Il Monte Grappa dovrebbe essere ricordato per il sacrificio di chi ha combattuto ed è morto lassù, dall’una e dall’altra parte, e non quindi essere riportato d’attualità in questo modo, con gente che spara e uccide, con sangue ovunque.
Sotto il cappello alpino
È con orgoglio che voglio portare alla sua attenzione e a quella dei lettori la collaborazione tra il Comune di Schio e gli alpini. Nel mese di ottobre a Schio, a palazzo Fogazzaro, è stata allestita la mostra, dal titolo “Gli Alpini nella Grande Guerra”, con un percorso guidato, illustrato da una serie di pannelli riguardanti le zone di guerra e le montagne dove gli alpini hanno combattuto.
Alpini dell’Ana: avanti!
In una mattina d’autunno, nell’ora in cui Milano dorme ancora, arrivano alla spicciolata e con largo anticipo, come d’uso tra gli alpini, i Presidenti di Sezione convocati alle Stelline per l’annuale riunione. Alle 10 si comincia. Siamo oltre 180 e questo la dice lunga sulla voglia di esserci, non solo dei Presidenti, ma di chi lavora al loro fianco. Il saluto alla Bandiera, immancabile per noi alpini, apre la riunione.
Il Pasubio merita una visita
Con alcuni cari amici alpini decidiamo di trascorrere tre giorni sul Monte Pasubio. È stata una esperienza indimenticabile. Ripercorrere la “Strada delle 52 gallerie”, inoltrarsi lungo le trincee, salire ai Denti, cima Palon dove ogni roccia, ogni sasso raccontano quali grandi sofferenze hanno patito i soldati dei due eserciti.
Questione di scelte
Alcuni giorni fa un alpino del mio paese (Meduno) è andato avanti e sulla bara c’era il suo cappello, come di consueto accade, ma non c’era alcun gagliardetto, epigrafe e rappresentanza alpina con il cappello.