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martedì, 1 Luglio 2025

Il sogno di Mimmo

Ormai è passato quasi un anno da quando il gen. D. (ris) Girolamo Scozzaro è “andato avanti”. Era il 13 aprile dell’anno scorso, la domenica delle Palme, quando la telefonata della moglie Valentina mi ha raggiunto e tra le lacrime mi ha dato la notizia che non avrei mai voluto ricevere, ma che ormai aspettavo.

Il coraggio di esporsi

Caro direttore, con questa lettera non vorrei riaccendere la polemica sulla Preghiera dell’Alpino dopo il tuo coraggioso intervento sul settimanale diocesano di Verona, se non fossi stato colpito da tanta commozione nel leggere, sull’ultimo L’Alpino, il ricordo del Geniere alpino Nereo Ceccato sulla notte tragica del Vajont, dove il tenente Liaci non vedendo più la tenda dei due Genieri di guardia, ma un ammasso di fango, ordina l’attenti alla Compagnia e assieme a quei giovani affranti, recita questa preghiera sempre cara alle penne nere!

Comprendere il passato

Il Centenario della Prima guerra mondiale costituisce sicuramente un’importante occasione di crescita e di auto-coscienza, per l’intera comunità nazionale e in particolare per le generazioni più giovani. Evitando certo il nazionalismo retorico del passato, ci è richiesto invece un approccio prudente e umile. Assieme a tante belle iniziative, si infittiscono infatti ovunque mostre fotografiche, manifestazioni e spettacoli anche affascinanti e suggestivi, ma banali e semplicistici nell’interpretare la realtà tragica della guerra.

Alla foiba di Basovizza

Lo scorso 10 febbraio, per la celebrazione del “Giorno del ricordo”, sul piazzale antistante la Foiba di Basovizza si sono schierati oltre 400 Alpini con 26 vessilli sezionali delle regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige e Lombardia. Molti i gagliardetti dei Gruppi e numerose anche le rappresentanze delle altre Associazioni d’Arma, degli esuli, dei parenti degli infoibati, della Lega nazionale di Trieste e di varie Associazioni patriottiche.

Accogliere con dignità e legalità

Gentilissimo direttore, non condivido le precisazioni da lei fornite alla lettera di Giuseppe Jovino (L’Alpino di gennaio 2015). La speranza di una vita migliore che anima i migranti (sia essa originata dalla fame, dalla paura della guerra, o da qualsiasi altro disagio patito nei paesi d’origine) non può essere fermata in alcun modo, non fosse altro che per l’altissimo numero di individui coinvolti, centinaia di migliaia di persone a meno che, consapevolmente, non accettiamo l’idea e la responsabilità del genocidio come “soluzione finale”.

Grandi emozioni

Caro direttore, da molti anni ricerco fotografie e documenti riguardanti la sezione ANA di Verona e, in particolare, il gruppo di Soave a cui sono iscritto. Sono spesso in contatto con il Centro Studi ANA per scambi di documenti e foto. La mia passione mi ha spinto a creare un sito internet, che mi dà grande soddisfazione e che utilizzo per inserire fotografie e documentazioni sulla storia dell’ANA di Soave e degli Alpini in generale.

Fratel Bordino sarà Beato

Andrea Bordino nasce a Castellinaldo (Cuneo) il 12 agosto 1922, terzogenito di una famiglia molto religiosa di quattro sorelle e di quattro fratelli. Andrea vive la propria giovinezza tra la casa, le vigne paterne e la parrocchia. Nel gennaio 1942 è chiamato alle armi e arruolato nel gruppo Pinerolo, 4º reggimento Artiglieria Alpina, Divisone Cuneense dove trova il fratello Risbaldo, rientrato dalla Campagna di Albania. Il 15 agosto partono insieme per il fronte russo. Non sono schierati in prima linea poiché il comando del 4º reggimento Artiglieria si installa a Sollonscki, un villaggio tra Valuiki e Rossosch. Caduti prigionieri nel gennaio 1943 i fratelli Bordino soffrono insieme la tragica ritirata per circa un mese.

«Avvanti Alpini!»

Nacque a Sampierdarena il 4 agosto 1860 a mezzanotte, e battezzato il giorno seguente con i nomi di Antonio Tomaso nella chiesa di Santa Maria della Cella e San Martino. Il padre Felice Cantore era un casellante ferroviario e la madre Maria Ferri, casalinga. Il piccolo Antonio vide la luce nel casello ferroviario che si trovava – e si trova ancor oggi, trasformato e abbandonato – nei pressi dell’attuale stazione ferroviaria di via di Francia.

I 9.000 di Cargnacco

L’11 settembre 1955 veniva solennemente inaugurato il Tempio di Cargnacco (Udine) intitolato alla Madonna del Conforto e dedicato ai Caduti e Dispersi della campagna di Russia. La realizzazione dell’opera, tra le prime di questo tipo a nascere nel dopoguerra, fortemente voluta da don Carlo Caneva, cappellano militare degli alpini in Russia e poi parroco di Cargnacco, realizzava il desiderio dei pochi fortunati sfuggiti alla tragedia, di avere un luogo in cui raccogliersi, nel ricordo di chi non era “tornato a baita”.

L’italianità e le sezioni all’estero

Cos’è l’italianità? È un sentimento profondo, antico, bimillenario che unisce mille provincialismi, mille dialetti in un’unica nazione che, per molti aspetti, presenta diverse facce, talora apparentemente diverse, ma con un’unica cultura di base e unici valori fondanti. L’italianità si manifesta in molti modi. È quel sentimento d’identità che sentiamo immediatamente appena varchiamo i confini nazionali.

Buon lavoro, Presidente Mattarella!

A nome mio personale, del Consiglio Direttivo Nazionale e dei nostri 380.000 associati esprimo le congratulazioni di tutti gli Alpini in congedo per l’Alta carica alla quale Ella è stata chiamata. Le giunga un augurio sincero per il delicato compito che dovrà svolgere in un periodo non certo facile della nostra storia e l’assicurazione che gli Alpini in congedo saranno come sempre al fianco delle Istituzioni e a disposizione per l’Italia.

Sebastiano Favero Presidente Associazione Nazionale Alpini

Gli alpini di Oleggio in festa per l'80°

Gli alpini di Oleggio (sezione di Novara) celebreranno l’80° anniversario con una festa che si aprirà il 5 e 6 giugno con due concerti. Domenica 7 le cerimonie ufficiali.

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