Le ali di Cino
Il 23 marzo scorso se n’è andato Cino Tortorella, noto a tutti per il suo personaggio televisivo più famoso, il bonario Mago Zurlì, nei panni del quale condusse per tanti anni lo Zecchino d’Oro in tv. Non sono però in molti a sapere che Cino (Felice) era stato anche alpino, anzi, un alpino “con le ali”! Il suo servizio di leva lo fece, infatti, nel lontano 1954, nel primo plotone alpini paracadutisti della brigata Taurinense.
Diventare uomini
In riferimento alla lettera di Flavio Manfredi su L’Alpino di febbraio, nella quale si dichiara assolutamente contrario al ripristino della leva obbligatoria, posso immaginare che egli a suo tempo sia stato “volontario” o “firmaiolo” come si diceva ai miei tempi. Visto che negli anni ’90, come afferma lui, nelle caserme il clima era pessimo, la colpa non era da ascrivere a questi ragazzi, ma bensì, come ha già affermato lei direttore nel rispondere, a chi la disciplina la doveva fare osservare.
Quelle sacche di pregiudizio
Sono un caporal maggiore alpino, scaglione 3º/’86, fiero di essere alpino e altre svariate cose, ma soprattutto consapevole di essere un uomo che fa parte di una comunità cittadina e parrocchiale in cui è parte attiva. La premessa è doverosa, in quanto ho letto spesso sul suo e nostro bel giornale le lamentele di tanti fratelli alpini che ai funerali non sono stati “onorati” con la Preghiera dell’Alpino, o con il picchetto per incomprensioni con l’officiante.
Il giorno del ricordo
Oggi possiamo senza dubbio dire che gli uomini di montagna sono i più rappresentativi, tra quelli che sanno apprezzare, conservare e portare avanti i valori ricevuti dalle forze militari, con severo addestramento. Sono uomini tra i più apprezzati grazie alla loro coerenza, al rispetto dei diritti di tutti i popoli e al perenne ricordo delle persone che hanno sacrificato la vita per la Patria. Ogni anno l’Associazione Artiglieri veterani della montagna di Lleida (Spagna), guidata dal Presidente Esteban Calzada, organizza presso il monastero e il monumentale di Avellanes, la giornata del ricordo dei Caduti di tutte le guerre e di fratellanza con gli alpini dell’Ana.
Sull'Europa
Converrà con me che il tentativo di costruire una nuova Europa è stato un totale e drammatico fallimento. L’idea di mettere insieme 28 Paesi, che fra loro non hanno niente in comune, come la storia, lingua, tradizioni, cultura e fede religiosa, è stato un vero disastro. Anzi no, in realtà c’è un elemento che unisce questi 28 Stati. È l’euro.
Milano non dimentica
Il mese d’agosto è, o dovrebbe essere, l’occasione per recuperare quel lembo di vita che, essa stessa, con i suoi doveri, necessità, costrizioni e quant’altro, ci costringe date le circostanze, a non gustare pienamente delle grandi e piccole cose di ogni giorno.
Riflessioni a margine del Convegno
Tutti conosciamo la vicenda di Gavino Ledda, l’autore di “Padre padrone”, il quale attribuisce al servizio militare l’inizio del suo riscatto dalla schiavitù dell’analfabetismo. Ledda nasce il 30 dicembre 1938. Possiamo quindi collocare il suo servizio nell’Esercito fra il 1966 e il 1968. Gli anni dell contestazione. Proprio nel periodo storico in cui tradizione, cultura, scuola, famiglia, chiesa, istituzioni, venivano assalite da un’onda contestatrice incontenibile, Ledda vedeva nell’esperienza di leva, comune ai maschi giovani italiani fin dall’Unità d’Italia, l’occasione fondamentale della sua vita per uscire dall’isolamento della Sardegna.
Luci e ombre
Sono un artigliere da montagna e mi riferisco all’editoriale di febbraio. Concordo in buona misura con le considerazioni iniziali ed in particolare con l’esortazione rivolta verso le nuove generazioni “per educarle a frequentare la Storia”. Proprio per il rispetto della storia che, per onestà intellettuale, non si può studiare ignorando capitoli scomodi, mi permetto di ricordare che la nostra “millenaria civiltà cristiana” (che suona molto bene) è anche caratterizzata da vergognose ombre lunghe secoli e attribuibili alla religione cristiana.
Motore alpino…
Grande, grandissima stagione di Giandomenico Basso, il pilota di Cavaso del Tomba che, in un crescendo rossiniano, lo scorso mese di ottobre a Verona, si aggiudica il Campionato Italiano di Rally alla guida di una Ford Fiesta R5, alimentata a gas per la prima parte della stagione, per poi tornare alla più classica alimentazione a benzina. Giandomenico Basso, da pronunciare tutto d’un fiato quasi fosse uno scioglilingua, alla fine di una stagione massacrante ma dall’epilogo indimenticabile, è riuscito a sbaragliare la folta e agguerrita concorrenza bissando il successo del 2007 a suggellare così una carriera fin qui prestigiosa ma che, vista la determinazione e la professionalità del pilota, promette altri grandi traguardi ambiziosi.
Prima i doveri
Il 10 febbraio si è celebrato il Giorno del Ricordo, commemorato con grande e commossa partecipazione anche a Basovizza, presso le foibe tristemente famose. Bella cerimonia, commovente, alla quale sono state presenti tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento.
Identità e valori collettivi
Il 21º convegno della stampa alpina di Biella ha completato un percorso avviato nel 2015 e legato alla necessità di aprire un dialogo con i giovani per facilitare la trasmissione dei valori cari all’Ana e utili alla società. Due anni fa ci eravamo chiesti cosa il mondo alpino avesse da trasmettere ai giovani, mentre l’anno successivo ci siamo focalizzati su che cosa i giovani chiedono agli alpini. Il tema di quest’anno “Il servizio militare come fonte di sicurezza di sé” è stato sviluppato grazie ad uno stimolante dibattito, incoraggiato dal direttore de L’Alpino Bruno Fasani, dalla prof. Gabriella Colla che lavora al supporto dell’Autonomia scolastica presso l’Ufficio provinciale di Novara, dove coordina e promuove progetti sulla cittadinanza attiva, sull’educazione alla legalità, sull’alternanza scuolalavoro, e dal prof. Stefano Quaglia, dirigente dell’Ufficio scolastico Territoriale di Verona, accompagnato da tre giovani di 5ª scientifico: Riccardo Barbieri, Federica Genero e Laurens Lanzillo che hanno fatto toccare con mano la loro realtà e il loro pensiero.
Scritti… con la divisa
Siamo ancora con l’alpino Luigino della compagnia Comando del battaglione Gemona, che, avendo l’incarico di “Informatore”, deve sapersi muovere in ogni ambiente, compreso quello invernale, per raccogliere informazioni utili al reparto. Ecco perché viene mandato a Sappada per il corso sci. Pochi giorni dopo scrive ai “Carissimi genitori, sorelle e zii”.