I nuovi mezzi di comunicazione

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    Mi ha particolarmente coinvolto la lettera, su L’Alpino di febbraio di Ermanno Germanetti che ha affrontato un argomento sempre più ostico, quello della comunicazione. Personalmente mi permetto di esprimere una mia opinione in proposito. Sono un vecio alpino e di conseguenza non certo figlio di questo moderno mondo di comunicazione così tecnologicamente, velocemente e freneticamente avanzato.

     

    Anch’io comunque devo approfittarne, cercando nel virtuale di coglierne il lato più positivo e costruttivo. Comunque ammetto che non trovo semplice questa opportunità di esporre il proprio pensiero, con la speranza che chi lo riceve ne decodifichi il significato il più attendibilmente possibile non lasciando spazio a fraintendimenti. Colgo questa perplessità, in special modo, quando leggo i vari interventi scambiati su Whatsapp, ecc… Il mio modesto parere è che gli interlocutori si arroccano sulle proprie posizioni, ricche di ottimi spunti da condividere per risolvere tematiche all’ordine del giorno, ma che risultano sterili se affidate a messaggi spesso sgrammaticati e/o a faccine o figurine. Ribadisco che, sempre a mio modesto parere di vecio, non sempre chi riceve un input lo interpreta come colui che lo ha esposto e questo innesca una serie di polemiche, in buona fede, che però alimentano spesso tanta incomprensione e malumore. Sono decisamente sicuro, conoscendo le qualità di coloro che sono attivamente presenti in rete, dimostrando una non indifferenza ai problemi e fortunatamente usano molto meglio di me questo infernale mezzo, che sapranno altresì trovare una adeguata e serena soluzione comunicativa.

    Renzo Ronchetti Capogruppo Anzola dell’Emilia, Sezione Bolognese Romagnola

    Caro Renzo, tu unisci l’appartenenza alpina di un vecio alla saggezza di un vecchio. Detto con molto rispetto ovviamente. E comunque i nuovi mezzi di comunicazione ci offrono grandi opportunità, ma parlarsi guardandosi negli occhi è uno strumento insostituibile.