Alle 18 i funerali del cap. La Rosa
E’ rientrata questa mattina a bordo di un C-130 atterrato a Ciampino la salma del capitano Giuseppe La Rosa, 31 anni, siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto, del 3° reggimento bersaglieri della brigata “Sassari”, ucciso sabato scorso in Afghanistan in un attentato nel quale sono rimasti feriti altri tre militari appartenenti all’82° reggimento fanteria “Torino”. La Rosa è la 53ª vittima italiana dall'inizio della missione, nel 2004.
"Ritorniamo a Rossosch", presentazione a Bergamo
Il 19 settembre 1993 l’Associazione Nazionale Alpini inaugurò un asilo a Rossosch (Russia), città che durante la seconda guerra mondiale era stata la sede del Corpo d’Armata Alpino. Nel cantiere dell’Asilo sorriso, così chiamato a testimonianza del rinnovato sentimento di pace e fraternità tra i popoli, lavorarono circa 600 volontari alpini. Grazie alle numerose offerte libere e di materiali l’opera fu completata in soli due anni. Vennero successivamente realizzate alcune parti esterne come la piscina, il piazzale e il giardino e seguirono le manutenzioni quasi annuali.
Le voci dell’adunata
“Ambrogino dell’Esercito” a Corrado Perona
Lunedì 13 maggio, presso l’Auditorium di Milano, in occasione del 152° anniversario della costituzione dell’Esercito Italiano, ha avuto luogo la 7ª edizione di “Festeggi…Amo l’Esercito”, evento promosso dall’Associazione Amici di Palazzo Cusani con il patronato della Regione Lombardia, della Provincia e del Comune di Milano.
Un fraterno saluto
Cari alpini, è con una forte emozione che vi mando questo mio primo caloroso e fraterno saluto. Innanzitutto un grazie dal cuore, credo interpretando anche il vostro pensiero, a chi mi ha preceduto, a Corrado Perona con cui ho avuto modo di condividere i sei anni della mia presenza in CDN. Ne ho apprezzato le doti umane, il grande attaccamento ai nostri valori e la capacità di saper comunicare e trasmettere i sentimenti che scaturivano dal profondo del suo animo.
Buon lavoro presidente
Chissà perché, caro Presidente, nel momento in cui l’Assemblea dei delegati proclamava l’esito delle votazioni che ti hanno visto eletto, mi tornava alla mente la scalata al monte Emilius che feci con la mia Compagnia nell’estate del 1968. È uno dei ricordi più nitidi dei cinque mesi trascorsi alla SMALP, che si accompagna a quello dell’odore delle erbe di Pollein, rimasto impresso nella memoria olfattiva, così come il sapore amaro dell’alluminio della gavetta, dove ci servivano ranci semifreddi nelle giornate gelide e nevose del campo invernale a La Thuile.
Btg. Cividale: appuntamento il 7 luglio sul monte Matajur
Nel 2012 è stato inaugurato il cippo a memoria del “Cividale” sulla cima del Matajur ed è stato deciso di organizzarvi, ogni anno nella prima domenica di luglio, un incontro informale del battaglione. La zona è bellissima, il panorama splendido.
I tuoi fratelli del 74° AUC
Marzo 1974, SMALP di Aosta. Il 74° Corso AUC (Capitano Giovanni Folegnani, il ben noto Tex) era iniziato da ormai due mesi ma solo allora, dopo la destinazione alle specialità, conobbi Sebastiano Favero già ingegnere, mio coetaneo (classe 1948, ci separa un mese esatto), nella nuova camerata destinata ai mortaisti.
LA TRAGEDIA DEL GALILEA
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Quella del “Galilea” è una ferita ancora aperta non solo nella memoria storica, ma soprattutto fra la gente del Friuli. A settant’anni di distanza ricostruisce questo dramma del mare Paolo Montina con il volume “La tragedia alpina del Galilea: 28 – 29 marzo 1942”, edito dalla casa editrice Aviani&Aviani di Udine. Sul “Galilea”, silurato da un sottomarino mente era in rotta per l’Italia, dalla Grecia, erano imbarcati oltre 1.300 uomini, in gran parte alpini, e di questi si salvarono meno di trecento. |
VOCI DALLA STEPPA
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Questo volume dal suggestivo titolo “Voci dalla steppa” è doppiamente interessante: per il contenuto e per l’allegato CD che contiene una ricostruzione in ambiente GIS delle operazioni del Corpo d’Armata alpino in terra di Russia. Le “voci” narranti non sono soltanto alpine, ma anche di tanti militari italiani di altri Corpi e specialità ugualmente mandati allo sbaraglio in quella guerra voluta dal regime e per la quale il nostro Esercito non era affatto preparato né motivato. Il che rende ancora maggiormente il senso dell’onore e del sacrificio dei nostri soldati e comprensibili - anzi, considerati normali - i tantissimi episodi di umanità e di generosità nei riguardi della popolazione ripagati, come sappiamo, dall’aiuto di tante donne russe durante la tragica ritirata. |
In breve – giugno 2013
Notizie in breve.