Il saluto al Labaro
Certamente la sfilata è il momento centrale dell’Adunata nazionale, e che momento! In realtà è un evento che dura dodici ore, tutti gli alpini sono individualmente protagonisti, dai reduci, ai più anziani, ai più giovani. Però non sono sicuro che il senso della sfilata sia noto a tutti. E il senso sta nel Labaro.
L’altro papà degli alpini
Il Risorgimento fu il periodo storico nel quale visse e fu protagonista Cesare Francesco Ricotti Magnani, prima nella vita militare che lo portò a diventare generale già in giovane età, solo 42 anni, e successivamente chiamato alla vita politica come Ministro della Guerra. Nacque il 30 gennaio 1822 a Borgolavezzaro, vicino a Novara, paese che lasciò nel 1830, a soli 8 anni, per entrare nell’Accademia militare di Torino.
I disservizi postali
Mi permetto di scriverle a seguito di quanto letto nell’articolo di Matteo Martin inerente la postalizzazione della rivista L’Alpino e relativi disservizi. Parto dal presupposto che da un po’ di tempo a questa parte segnalo tali disservizi anche raccogliendo alcune lamentale degli iscritti al Gruppo, peraltro ho letto anche questo mese L’Alpino on line. Lo stesso vale per la rivista sezionale Lo Scarpone Orobico.
Parole che lasciano il segno
Da alcuni anni partecipo come relatore alla Giornata del Tricolore nelle classi terze della scuola secondaria di primo grado (ex scuola media) e da un paio di anni facciamo coincidere la giornata con la visita al Museo della nostra Sezione.
Il servizio di leva
Ho prestato servizio nel 1965-1966 come sottotenente presso il btg. Susa a Pinerolo. Vorrei riscontrare la lettera di Flavio Manfredi (si tratta forse dell’allora tenente Manfredi, poi generale, anche lui in servizio al medesimo btg. Susa? Se è così, lo saluto con tanta amicizia). Bene, in quel periodo si preparava la spedizione a Bardufoss in Norvegia per una esercitazione Nato in un sito e stagione (marzo) in cui potevano verificarsi rigidissime temperature tipo Russia.
Non solo monumenti di pietra
Sono stato a Caporetto. Un’esperienza profondamente toccante che ha suscitato in me un forte desiderio di condivisione. Raggiungiamo Cividale del Friuli con un cielo grigio e piovoso. Proseguendo oltre il confine arriviamo a Kobarid, Caporetto nella Prima Guerra Mondiale.
Il Galilea 75 anni dopo
Ricorre quest’anno il 75º anniversario dell’affondamento del piroscafo Galilea che dalla Grecia riportava in Italia il battaglione Gemona, alcuni ospedali da campo della Divisione Julia e altri militari. Era la notte tra il 28 marzo 1942, verso le ore 22,45 quando un siluro inglese colpì la nave sul lato destro verso prua, che dopo un’agonia di circa sei ore s’inabissava nelle fredde acque dello Jonio.
Ammassamento, che brutta parola
Sul numero di gennaio de L’Alpino ho letto con piacere l’articolo del Capogruppo di Gorgonzola intitolato “L’espressione andare avanti”, che io condivido con molto piacere. Recentemente anche il parroco del mio paese l’ha fatta sua nel funerale di un nostro associato e noi presenti ci siamo commossi. Però le voglio far notare che c’è una parola nel gergo alpino che non so come descrivere da quanto mi è antipatica.
Riflessioni di un ateo
Le scrivo una breve riflessione sull’editoriale del numero di marzo. Innanzitutto chiarisco la mia posizione: sono iscritto all’Ana da qualche anno per aver una finestra sul mondo che circonda un’esperienza piacevole seppur faticosa e per dare un piccolo contributo allo spirito di quel vecchio giuramento a questa Patria spesso non troppo meritevole, ma che fu e rimane. Aggiungo una caratteristica importante per l’argomento in discussione, sono un ateo razionalista, quindi incommensurabilmente lontano da posizione fideiste o da religioni di qualsiasi tipo.
Lavorare… nell'ombra
Non intendo ricordare i brutti periodi trascorsi dalle popolazioni del Centro Italia, terremoti, valanghe, nevicate, ecc., ma non posso lasciar passare inosservato l’impegno e i sacrifici degli alpini fatti in questo lungo lasso di tempo.
Il selfie dei politici
I politici che non hanno fatto il servizio militare negli alpini non devono indossare il cappello alpino. Di qualunque colore politico siano, non devono cavalcare il momento della cerimonia a cui partecipano. Sta di fatto che alla commemorazione della Giornata del Ricordo alla Foiba di Basovizza sia la Meloni che Salvini sono stati ritratti con il cappello alpino in testa e pubblicato sul quotidiano locale.
I nuovi mezzi di comunicazione
Mi ha particolarmente coinvolto la lettera, su L’Alpino di febbraio di Ermanno Germanetti che ha affrontato un argomento sempre più ostico, quello della comunicazione. Personalmente mi permetto di esprimere una mia opinione in proposito. Sono un vecio alpino e di conseguenza non certo figlio di questo moderno mondo di comunicazione così tecnologicamente, velocemente e freneticamente avanzato.