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domenica, 25 Maggio 2025

I DUECENTO DELLA TAURINENSE

L’apporto dei militari italiani nella Resistenza è ancora tutto da scoprire. Di certo, furono i primi ad avviarla, da Cefalonia alla ricostruzione dei primi reparti combattenti con gli alleati. Il politicamente corretto ha a lungo steso un velo su avvenimenti per i quali dovremmo invece andare fieri. Questa dei duecento è un’avventura iniziata dopo l’8 settembre del ’43, quando nel massiccio di Bjela Gora, in Montenegro, la taurinense rifiuta di consegnare le armi e combatte i tedeschi. Un mese dopo, sulle montagne che incombono sulle Bocche di Cattaro, una parte della Divisione si sposta sul massiccio del Bjela Gora: da questo gruppo, le cui possibilità di contrastare il nemico diventano sempre più deboli, si staccano duecento alpini che continuano la resistenza nei boschi, unendosi alla 217ª Divisione partigiana di Tito, nella Bosnia centrale. I superstiti rientrano in Italia nell’aprile dell’anno dopo, in tempo per partecipare alla guerra di liberazione con il battaglione Piemonte, aggregato alle forze angloamericane. Il libro è ricavato dagli appunti dell’allora colonnello Maggiorino Anfosso, comandante del 3° Alpini, conservati dalla figlia Luciana e trasmessi ad uno dei superstiti, Edoardo Vertua, che ne ha fatto un libro. Il volume sarà presentato il 4 maggio, nella sala del Consiglio comunale di Castagnole delle Lanze (Alba).

VITTORIO GASPARINI

L’insegnamento civile che ci ha lasciato il partigiano Vittorio Gasparini, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. Nel ventennio fascista rifiuta l’omologazione, la sua tempra morale e le virtù cristiane fanno sì che non fosse disposto a tradire. Ma più di tante parole serve leggere la motivazione della sua Medaglia d’Oro: “Si prestava volontariamente a cooperare con il fronte clandestino di resistenza della Marina militare raccogliendo e inviando preziose informazioni militari, politiche ed economiche… Arrestato dai tedeschi e torturato per più giorni resisteva senza mai tradirsi né rivelare i segreti a lui noti, addossandosi le altrui colpe e riuscendo con ciò a scagionare un compagno che veniva liberato. Condannato a morte veniva barbaramente fucilato in una piazza di Milano, poco discosta dalla propria abitazione. Elevato esempio di indomito coraggio e di incrollabile forza morale, ammirevole figura di ufficiale e di martire che ha coronato la propria esistenza invocando la Patria”.

TASI E TIRA

È il motto degli alpini, ma può diventare anche il racconto d’una vita. Questo si legge come un romanzo nel quale molti si riconosceranno, in particolare negli anni che vanno dall’Accademia (“punizioni a gogò”) o dai mesi del CAR, al reggimento, in questo caso alla caserma Battisti, a Merano, nell’Orobica che fu. E poi i mitici anni Sessanta, l’altrettanto mitica “Cinquecento”, gloriosa ma che ogni tanto si guastava… e tanti piccoli episodi in un racconto che si snoda negli anni e non mai monotono, perché non è fatto solo di ricordi, ma di storie di uomini con i loro difetti e le loro passioni, descritti con sottile ironia che non abbandona mai l’autore, il generale Scaranari che migliaia di alpini ricordano. Comandò il 4° Corpo d’Armata alpino e fu il primo a comprendere il tutt’uno che unisce alpini in armi e alpini in congedo, avviando un rapporto di continuità sempre più stretto oggi ampiamente acquisito. Il volume non è in vendita, può essere richiesto direttamente a: robertoscaranari@ gmail.com. Sarà spedito gratuitamente, ma saranno gradite, e meritorie, offerte a sostegno del Museo degli Alpini, via Fucine 60, 25047 - Darfo-Boario Terme (Brescia), presso il quale, comunque, potrà essere ritirata una copia del bel volume. (ggb)

LA MIA “JULIA”

Nel 70° anniversario dei combattimenti di “Quota Cividale” (Campagna di Russia), l’Associazione Fuarce Cividat ha deciso di pubblicare nella sua collana storica le memorie del cap. magg. Elio Borgobello, Medaglia di Bronzo al Valor Militare per il suo comportamento proprio a “Quota Cividale”. Erano già pronte, raccolte in un fascicolo dato in copia all’Associazione, che le ha stese nel rispetto dell’originale. Dopo la tragica ritirata dell’8 settembre, a 22 anni torna a casa. È la storia raccontata da chi l’ha vissuta.

LA STORIA DELLA GUARDIA DI FINANZA E DELL’EX CASERMA SAN MARCO A CONEGLIANO

C’è un legame forte che unisce un alpino alla caserma in cui ha prestato servizio di leva e questo perché per un anno e più, essa ha rappresentato per lui una casa da condividere con i fratelli di naja. Questo volume, stampato su carta patinata con meravigliose illustrazioni d’epoca, ripercorre la storia dell’edificio San Marco (sede del 7° reggimento Alpini e della brigata di artiglieria da montagna del Veneto) dalla sua nascita, nel 1886, fino ad oggi. Nei locali dell’ex “palazzina Comando”, infatti, ha sede attualmente la Compagnia della Guardia di Finanza. Il lettore viene condotto in un coinvolgente excursus dove potrà rivedere luoghi e contesti che la patina del tempo ha potuto incidere solo in parte: ripercorrere idealmente la piazza d’armi, i corridoi e le camerate, ricordando gli anni del servizio militare e della gioventù che giacciono ancora immoti lì, dove ha vissuto un periodo indelebile nella vita di ogni militare e di ogni uomo.

Sulle orme degli alpini di leva

Nella provincia di Lalaua sorgeva una missione cattolica che era stata occupata e semidistrutta dal regime comunista. Durante il loro intervento in Mozambico gli alpini aiutarono le suore della missione a riprendere il loro faticoso lavoro e negli anni successivi in molti rimasero in contatto con le religiose, inviando spesso aiuti. Quando, nell’aprile 2005, il Consiglio Direttivo Nazionale decise di ricordare la missione “Albatros” e di lasciare in Mozambico un segno tangibile della presenza degli alpini in quella terra a sostegno della popolazione, la scelta ricadde sulla missione cattolica di Lalaua che aveva ancora tanto bisogno d’aiuto.

Sfogliando i nostri giornali – aprile 2013

La nostra stampa.

L'altra metà del cielo

In riferimento alle recenti, più o meno velate polemiche, riguardanti la pubblicazione sul nostro giornale di articoli sul mondo militare al femminile e più in particolare alla loro quotidiana opera nell’ambito delle nostre Forze armate, desidero far rilevare, ad alcuni “oppositori” di quest’argomento, quanto segue. Da alcuni anni sono socio sostenitore dell’Istituto del Nastro Azzurro – che, per chi ancora non lo sapesse, raccoglie e custodisce le memorie storiche dei decorati al Valor Militare – e ogni mese ricevo la relativa rivista “Il Nastro azzurro”.

A Ponzone l’undicesima edizione del premio letterario Alpini Sempre

Il gruppo alpini “Giuseppe Garbero” di Ponzone, sezione di Acqui Terme, e il comune di Ponzone bandiscono l’undicesima edizione del Premio letterario nazionale di narrativa scolastica sugli alpini “ALPINI SEMPRE”, patrocinato dalla Regione Piemonte e dalla Provincia di Alessandria. Il premio prevede tre sezioni: libro edito suddiviso in due categorie (storico-saggistica e narrativa), tesi di laurea o di dottorato, ricerca scolastica originale.

Un applauso al "Signore delle cime"

Sono un corista del coro ANA Roma da quasi 50 anni e, come amico degli alpini, ricevo e leggo la rivista. Sono rimasto stupito che si sia accesa una polemica sul notissimo brano di Bepi De Marzi “Signore delle cime” le cui parole sono essenzialmente una preghiera, una richiesta dell’eterno riposo per un Caduto; è una preghiera cantata e, come dicono le parole attribuite a Sant’Agostino, “chi canta bene prega due volte”. Si può pregare cantando con le parole di Signore delle cime o con “L’eterno riposo”, o con un brano del Requiem di Mozart, o perché no, del Requiem di Verdi, ma l’importante è cantare e pregare con il cuore, cioè “bene”, come diceva Sant’Agostino. Distinguere se la canzone di De Marzi sia per alpinisti o per alpini mi pare una questione di lana caprina.

Un piccolo, grande mondo mediatico

È una grande e bella realtà nell’ambito dell’Associazione: sono i 76 giornali sezionali, i sette delle sezioni all’estero e i circa cento di gruppo. Circa, perché il numero dei giornali di gruppo – essendo meno legati alle scadenze cui devono sottostare i giornali sezionali – varia di anno in anno, pur restando mediamente compreso fra gli 85 e i 100: sono talvolta semplici fogli formato A4, piegati in due, ma hanno la stessa dignità del giornale di tante Sezioni in carta lucida, con tante pagine e foto a colori.

Tagli, e basta evasione fiscale

Una proposta semplice, ma molto importante, alla nostra classe politica e di governo in un momento di crisi economica e sociale, così drammatico, in cui sempre più cittadini sono senza un posto di lavoro, sono alla fame, non hanno più niente. Tagli agli stipendi d'oro e alle buone uscite milionarie, è ora di incominciare a mettere mano agli stipendi di manager pubblici e privati, poi certi giornalisti, presentatori, conduttori di programmi TV, calciatori, allenatori, piloti di auto e moto da corsa e tante altre categorie di liberi professionisti previlegiate.

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