Giovani, il nuovo che avanza
I giovani sono una grande risorsa, danno un contributo di idee ed un aiuto nelle attività dei gruppi e delle sezioni e danno un significativo contributo nella… sveglia degli alpini “dormienti”: è quanto è emerso dall’incontro dei referenti del 1° Raggruppamento riuniti ad Alessandria. All’incontro, avvenuto alla fine dell’aprile scorso, erano presenti i referenti di 18 dei 23 iscritti al Gruppo Giovani delle 25 sezioni di Piemonte Liguria, Valle d’Aosta e Francia ai quali ha dato il suo saluto prima l’allora presidente nazionale Corrado Perona, quindi il presidente della Sezione Bruno Pavese, il consigliere sezionale Daniele Bertin e infine il coordinatore Giovani dei 1° Rgpt. Mauro Buttigliero che ha riferito gli argomenti all’ordine del giorno.
Ritorno alla Colonna Mozza
Ciò che colpisce maggiormente sull’Ortigara è il gran silenzio e le testimonianze d’una guerra che fu, di scheletri di postazioni che rivelano stanze in cui vissero uomini ormai dispersi nel tempo e che chiamavamo nemici. E poi buche, grandi, piccole, lasciate dai calibri partiti dal fronte opposto e che raccontano una montagna martoriata e vite spezzate. Non un albero, solo mughi che tolgono spazio alle greggi e diradano in quota per lasciare il terreno bruciato in un paesaggio inclemente. Lo stesso sentiero che sale dal lato “austriaco”, chiamato pomposamente “Kaiser Karl Straße” dai genieri che lo costruirono sventrando la montagna, sembra una lunga ferita. Non c’è prato, solo qualche ciuffo d’erba ingiallita e non un fiore, non un volo di uccelli.
Angela ringrazia il "presidentissimo"
Nel dicembre 2012 nella casa di Endine Gaiano ho suonato con la fanfara alpina di Ramera di Ponteranica alla Messa di Natale alla presenza dell’alpino Caprioli: i suoi occhi erano lucidi per l’emozione ed ora sono io ad essere commossa per il suo essere “andato avanti”!
Dentro una rivoluzione epocale
È un dato di fatto che siamo nel bel mezzo di una rivoluzione epocale. Parlo della rivoluzione digitale, ovviamente. Paragonabile a quella avvenuta con la scoperta della scrittura, poi a quella legata all’avvento del libro, infine a quella del 1450 con la scoperta della stampa. Tappe dell’evoluzione del comunicare che hanno segnato profondamente la cultura del loro tempo, creando entusiasmo ma anche grandi paure. Pensando a quanto scriveva Platone nei suoi Dialoghi – siamo quattro secoli prima di Cristo – non è difficile sentire l’eco di quanto si dice anche oggi parlando dei media: “ti fanno il lavaggio del cervello”, “non si usa più la memoria”, “qualcuno pensa per te”… Da allora sono passati 2.400 anni.
Rispetto per i regolamenti
Carissimo don Bruno, di ritorno dal 30° raduno nazionale al rifugio Contrin, mi preme farti presente un fatto, anche se so che certamente tu l'hai notato. Regolamento-cerimoniale ANA alla mano: capitolo “atti della cerimonia o manifestazione – punto F: ‘Santa Messa celebrata...’, penultimo capoverso: “Si rammenta che anche il personale di servizio al momento di ricevere l'Eucarestia deve comunque togliersi il cappello alpino”.
Niente divise alpine ai funerali di Nardo
Non posso nascondere il mio rammarico per quanto ho potuto verificare in occasione dei funerali del compianto presidentissimo Nardo Caprioli. Nell’occasione la cosa potrà essere sfuggita a tanti, ma non sicuramente agli alpini presenti e spero ai miei presidenti e rispettivi consigli. Mi riferisco alla totale assenza di anche un solo alpino in divisa.
Una richiesta di tregua
Caro direttore, la risposta che hai dato a Massimo Giara di Vercelli (L’Alpino n° 6) esprime il mio pensiero: nessuna paura bisogna avere della preghiera (fatta di parole, opinabili, da discutere, ecc); paura bisogna avere di perdere gli alpini.
Alpini dormienti: “Guardo al futuro con serenità”
Presidente, dieci anni fa l’ANA contava 26mila alpini in più e 23mila aggregati in meno. Come vede la vitalità dell’Associazione pensando a questo invertirsi dei fattori?
La vitalità c’è nel senso che nell’arco dei dieci anni il numero degli associati ha subito una modesta diminuzione. Fa riflettere avere 26mila alpini in meno, ma questo è dovuto in parte ad un fatto fisiologico, tanti che hanno fatto naja o la guerra sono andati avanti. La leva non c’è più e quindi l’unica possibilità è quella di at tingere dai dormienti. Gli aggregati sono una risorsa - penso ad esempio al loro grande impegno nella Protezione Civile - e lo sono nella misura in cui tanti giovani che non hanno potuto fare il servizio di leva aderiscono ai nostri valori, alle nostre idee, si impegnano e sono con noi.
Addormentàti, con tanti perché
Perché alcuni alpini non si iscrivono all’Associazione? Chiedersi chi sono i giovani dormienti non è solo aprire una finestra sul futuro, vuol dire anche interrogarsi sull’efficacia delle iniziative prese fino ad ora in loro favore. Gli ultimi figli della naja, che ricordiamo essere terminata nel 2005, sono quelli nati nel 1985 e sfiorano quindi la trentina. Nell’ANA un giovane è considerato tale fino al compimento del 40esimo anno d’età. Evitando le intricate pieghe del libero arbitrio si può però dire che il luogo in cui si vive e le differenze di età sono essenziali nell’approccio all’Associazione. Chi vive in un piccolo borgo, e ancor di più dove c’è un Gruppo alpino, ha più possibilità di venire a contatto con la vita associativa di quanti vivono in una grande città dove gli individui sono più soggetti alla spersonalizzazione.
Vivi le Forze Armate, o no?
Vorrei esprimere la mia opinione in merito all'articolo apparso sul numero 6 di giugno de L'Alpino, “Vivi le Forze armate” rappresenta davvero uno spreco di soldi, per 3 settimane di un qualcosa che non è neppure paragonabile lontanamente alla vera esperienza che si fa nell'esercito o in qualunque altra forza armata!
Scoprire che alpini è bello!
“Ora ha un senso cantare Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte. L’Italia chiamò, dice Elena, 18 anni, liceo linguistico. “Ho imparato che di fronte alla fatica hai due possibilità: arrenderti o affrontare la situazione e crescere”. Le fa eco Daniela, 17 anni, liceo classico: “L’alzabandiera mi è rimasto nel cuore… e poi le escursioni, dolori alle gambe, alla schiena e alle spalle per il peso dello zaino, vesciche ai piedi e ginocchia gonfie per i più “veci”, ma lo sforzo e la stanchezza sono stati ricompensati da paesaggi mozzafiato! È stata una delle esperienze più belle e significative che abbia potuto vivere finora… Ho riscoperto i valori dell’amicizia, della collaborazione, del rispetto e dell’adattamento alle diverse situazioni…”.
Il “Malga Roma” in Russia
Il coro Malga Roma si è formato nel 1993, nell’ambito della Sezione di Roma. La sua caratteristica è il repertorio specialistico, costituito dai canti alpini e dai classici della montagna, con l’esclusione sia di composizioni contemporanee, sia di brani che non hanno attinenza con la tradizione militare alpina e, più generalmente, con la cultura montanara.