Il medico risponde
Il notiziario del mio gruppo, 'La Casera', ha istituito una pagina innovativa di carattere medico, curata dal tenente medico alpino Rosario Falanga, nella considerazione che l'argomento è di elevato interesse per gli iscritti che, data la non più giovane età, devono essere messi al corrente dei probabili rischi futuri.
Ho avuto la soddisfazione di essere fermato da persone che desideravano
sapere come avere il nostro giornale: evidentemente la nostra iniziativa sta dando i suoi frutti.
Franco Tizianel Polcenigo (PN)
Complimenti per l'iniziativa e per la veste giornalistica del notiziario, addirittura
a colori; i fogli di gruppo sono la miglior dimostrazione del coraggio con il quale i direttori affrontano l'esigenza di far sapere, ovviamente a titolo volontario come è costume di tutta l'editoria alpina: credo sia un fenomeno unico al mondo.
Il coro ANA Bari
Faccio parte del coro ANA di Bari. Il nostro maestro è Piero Polieri che ci ha trasmesso tanta grinta nelle sue interpretazioni da farci incidere un CD nel silenzio di una chiesa dalle 23 alle 3 del mattino, per cinque giorni consecutivi. È stata un'impresa per noi della Puglia, la cui collina raggiunge al massimo i 400 metri di altitudine. Ma ne è valsa la pena: ne siamo felicissimi.
Vincenzo Oriolo Bari
Dimostrazione chiara e lampante che l'alpinità non conosce nè latitudine nè... altitudine. Realtà confortante per tempi precari come gli attuali.
Le borse di studio Bertagnolli
Ringrazio la sezione di Windsor, il suo presidente Agostino Brun, l'ANA e Gino Vatri per le Borse di Studio Franco Bertagnolli.
Frequento il quarto anno di magistero presso la Ryerson University e dopo la laurea conto di esercitare ragioneria. La borsa di studio la userò per ulteriori spese scolastiche. Sono veramente onorata di essere stata presa in considerazione e di aver ricevuto il premio.
Angela Di Pasquale Windsor (Canada)
Come noto le borse di studio Bertagnolli sono assegnate annualmente dall'ANA a studenti meritevoli, figli e nipoti di nostri alpini delle sezioni all'estero. I nostri complimenti ad Angela e agli altri borsisti.
Sottotenenti… sottostimati?
Ho avuto l'impressione che gli ex AUC della SMALP riescano scomodi all'ANA. Forse in alcune occasioni i sottotenenti (Sten) sono poco funzionali ai disegni dell'Associazione; ma, nel momento in cui non indossiamo più le stellette, dovremmo tenerci cara la non uniformità di pensiero. Gli alpini Sten sono un po' diversi dagli alpini soldato perché hanno vissuto l'esperienza militare in maniera diversa: gli uni a dare gli ordini, gli altri a eseguirli. Ci sono, è vero, elementi negativi fra noi, ma si tratta di eccezioni: la stragrande maggioranza è costituita da alpini, talché, una volta smessa la divisa, non ci sono più distinzioni di grado, si è tutti alpini. E allora perché rimarcare le differenze e appuntarvi il dito,
anziché accettarle, perché non dare un minimo di risalto a chi il nostro sentire alpino non lo ha dimenticato?
Filippo Rissotto
A me non sembra che l'ANA tenga in scarsa considerazione gli Sten; tu non tieni conto di quanto è stato scritto sulla nostra rivista in vostra difesa con articoli, in Zona franca, nelle lettere al direttore. L'ANA considera una delle peggiori jatture l'aver abolito la figura dell'ufficiale di complemento, una categoria che ha retto tre guerre di indipendenza, due guerre mondiali e tre avventure africane al fianco dei colleghi effettivi dei vari gradi.
Dire, poi, che essi non rientrano nei disegni dell'ANA significa non riconoscere al nostro presidente Parazzini (sten a sua volta!) il coraggio di aver affrontato a viso aperto i politici del passato e del presente.
Il tuo pregevole scritto trae origine anche dalla perplessità manifestata dal CDN circa lo sfilamento, in blocco a parte, degli Sten alle nostre Adunate: ma non è previsto che gruppi di alpini sfilino fuori dalle proprie sezioni anche se, lo riconosco, vedervi sfilare è un piacere per gli occhi, almeno per quelli di un vecchio militare quale io sono. Ma, sempre da vecchio militare, penso che i regolamenti vadano osservati.
Quanto al fatto che, smessa l'uniforme si è tutti alpini e basta, pienamente d'accordo: ma quello che ci rende veramente straordinari e che chiunque di noi, pur entrato in confidenza con quello che è stato suo superiore, non ne aprofitta ma mantiene con lui rapporti di costante rispetto.
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