Quei manifesti senza logo
Chi ti scrive è l’anziano presidente della sezione di Francia dell’ANA, posto che ho occupato da ben 26 anni. Sono in pensione, e ritorno in Italia con vero piacere abbastanza sovente per vedere mia mamma che è ormai alla soglia dei 94 anni in provincia di Treviso, e più precisamente a Nervesa della Battaglia.
Conviviamo pacificamente
Alpino dal 1964, naja in Piemonte, residente da sempre in Lombardia ma frequentatore assiduo dall’inizio degli anni ’70 del Trentino (Valli Judicarie), con qualche puntata in Alto Adige, rare per diversi anni per l’ambiente ostile riscontrato e più frequenti ora in una situazione un po’ (mai troppo) ammorbidita (naturalmente è un’opinione personale).
Emma e l’alpino perduto
È Renato Crivich il capogruppo degli alpini di Pallanza. Lui ci condurrà da Emma, come promesso. Puntuale all’appuntamento, in piedi nel piazzale poco distante dall’imbarcadero. Il lago alle sue spalle dorme sotto un cielo di nuvole che celano un velo d’azzurro tenue. All’orizzonte montagne coperte di neve, troppo lontane per destare desideri. “Bene, allora andiamo?”. Attraversiamo la strada che cinge tutto il lago e passa due regioni. Le vie sono strette, le case vecchie ma ben tenute. Poco prima del campanile, prolungamento d’una torre che ora non è più, sulla destra, sale una via, tra un muro e una casa di ringhiera. Un portoncino conduce a scale ripide, inseguite da un corrimano in ferro battuto, prodotto da mani abili, ormai dimenticate. Roba d’altri tempi, si dirà. Primo, secondo, terzo piano.
Riscoprirsi alpini
Lo spunto per scriverle mi è venuto dalla lettura dell’articolo “capitano quaquaraqua” de L’Alpino di novembre firmato da Gianluigi Amici e in proposito avrei anch’io qualcosa da aggiungere a riguardo.
In breve – marzo 2014
Notizie in breve.
Quegli alpini che ci salvarono la vita
Ai primi di marzo del 1984, in viaggio di nozze, scendevamo in macchina sulla strada che porta da Dobbiaco a Bressanone quando ad una curva, per il ghiaccio, persi il controllo della macchina finendo in pericoloso bilico su una scarpata.
In visita al Ministro
Lo scorso 29 gennaio il presidente nazionale Sebastiano Favero e il vice presidente vicario Adriano Crugnola, accompagnati dal Delegato ANA a Roma Federico di Marzo e dal presidente della sezione di Cividale Pierluigi Parpinel, hanno avuto un incontro con il ministro della Difesa Mario Mauro.
Le vite senza valore
Ci sono alcuni fatti che mi hanno colpito in questi ultimi tempi. In Gran Bretagna stanno approntando una legge che obbliga a sospendere le medicine agli anziani che ne abbiano già beneficiato troppo negli ultimi anni e che si consideri abbiano raggiunto un’adeguata aspettativa di vita, ovvero, come recita la legge «quando l’anziano non rappresenta più un beneficio complessivo per la società». Tradotto: siamo alle vite di scarto, alle vite senza valore. In Belgio è entrata in vigore la legge sull’eutanasia applicata ai minori consenzienti, se affetti da malattia grave e irreversibile. Hanno chiesto ad uno psichiatra quale libertà di decisione possa avere un bambino di cinque anni. Lapidaria la risposta: un bambino gravemente malato può avere la maturità di un adulto. Anche qui, come sopra, la logica è identica.
16 rubli per “La nostra fede”
La nostra fede: 1914-1920. È questo il titolo di un giornaletto senza pretese, stampato nel campo di concentramento di Kirsanoff in Russia dove, nel 1916, in attesa d’imbarcarsi per l’Inghilterra e da là rientrare poi in Italia, vennero riuniti gran parte dei trentini e dei giuliani che avevano vestito la divisa austro-ungarica ed erano stati presi prigionieri dai russi dopo le battaglie in Galizia e sui Carpazi. Il giornale venne composto con i pochi mezzi a disposizione. Si raccolsero i 16 rubli che servirono a comprare miele, glicerina e colla di pesce ingredienti necessari al clichè della stampa.
I superstiti del Monte Marrone
Il segretario nazionale dell’ANA gen. Silverio Vecchio mi ha informato che il 70° di Monte Marrone figurerà tra le manifestazioni ufficiali 2014. Alla Messa di Natale in Duomo, sul sagrato, alle spalle del presidente sezionale Boffi, eravamo in tre ufficiali del btg. “Piemonte”, praticamente i soli superstiti, o quasi, degli 800 alpini che hanno preso parte prima all’occupazione di sorpresa, senza colpo ferire, all’alba del 31 marzo 1944, di tutte le creste di Monte Marrone, poi alla difesa, all’alba del lunedì di Pasqua del 10 aprile 1944, dal furioso contrattacco dei Gebirgsjäger della Edelweiss.
Foibe: non dimentichiamoli!
Dieci anni fa il Parlamento italiano istituì il Giorno del Ricordo (legge 30 marzo 2004, n. 92) da celebrare il 10 febbraio di ogni anno per ricordare la tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, per onorare quelle vittime e divulgare la conoscenza di problematiche ed eventi tenuti segreti troppo a lungo.
Gli evangelisti dei nostri ricordi
Caro direttore, oggi è stata una dura giornata di lavoro in campagna, siamo a gennaio, ed è ora di andare a dormire, ma mia moglie mi dice che nella cassetta della posta c’è L’Alpino e allora, anche se la stanchezza prende il sopravvento, decido comunque di leggere alcune pagine del nostro giornale per rilassarmi. Rimango folgorato dalla bellezza della foto di copertina e poi leggo l’articolo “Abbracciarsi ancora” di Mariolina Cattaneo.