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giovedì, 10 Luglio 2025

L'Ana: una macchina da guerra per la pace

È tempo di bilanci, almeno per me che fra pochi giorni metterò lo zaino a terra come tesoriere nazionale, ma vale per tutti. È giusto che io mi chieda perché militiamo nell’Ana, perché ci impegniamo, perché lavoriamo per l’Ana. Ha senso tutto questo? È utile? Certamente lo è, ma perché? 

Restare uniti

Sono la moglie di un alpino, leggo con piacere il mensile L’Alpino, e il suo editoriale pubblicato nel numero di marzo mi ha toccata profondamente perché ha centrato in pieno la situazione del Gruppo. Mi creda, nel leggerla, mi sono salite le lacrime agli occhi perché sono sempre stata vicina al mio alpino e mi sono sentita coinvolta nel malumore che a volte si crea in qualche Gruppo.

Che sorpresa!

Le scrivo con il cuore ancora pieno di emozione e di felicità per ringraziare tutti i miei commilitoni che, in occasione del mio quarantesimo compleanno, mi hanno organizzato (con la complicità della mia fidanzata ed altri amici) un’indimenticabile festa a sorpresa. È stata una gioia immensa rivedere (alcuni dopo anni!) i veri amici che l’esperienza del servizio militare mi ha donato.

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Rassegne stampa

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L’Assemblea dei Delegati conferma Favero presidente

Sebastiano Favero è stato confermato alla guida dell’Associazione per un triennio con 460 voti (su 547 votanti). Lo hanno deciso i Delegati Ana, riuniti in Assemblea lo scorso 29 maggio al centro congressi Promo.Ter di Confcommercio a Milano.

Il Presidente Mattarella in Ortigara, accolto dagli alpini

Il 24 maggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è salito sull’Altopiano di Asiago, nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario della Grande Guerra.

L’ultima tappa del Presidente è stata sul Monte Lozze dove è stato accolto dal presidente dell’Ana Sebastiano Favero e dai consiglieri nazionali. In ricordo dei Caduti, Mattarella ha deposto un cuscino di fiori ai piedi del Monumento della Madonna degli Alpini all’Ortigara, eretto in memoria le penne nere che parteciparono ai combattimenti nel corso della Prima Guerra Mondiale.

Raduno al Contrin

Domenica 26 giugno si svolgerà il 33º raduno nazionale al rifugio Contrin, in Marmolada. La cerimonia, accompagnata dalla fanfara alpina Monte Zugna di Lizzana (Trento), inizierà alle ore 11,15. Per informazioni: Rifugio Contrin (Alba di Canazei), tel. 0462/601101, cell. 338/1623311, www.rifugiocontrin.it.

Missione Libano

Dodici alpini appartenenti alle Sezioni di Asti, Bergamo, Luino, Monza e Salò, lavorando sodo e rinunciando a trascorrere le festività pasquali con la propria famiglia, in soli dieci giorni sono riusciti a portare a termine l’impegno promesso. In stretta collaborazione con ufficiali e soldati del Cimic (Civil- Military Cooperation) e con gli alpini della Brigata Taurinense il sito storico archeologico di Qana ha davvero cambiato faccia.

Don Carlo e gli alpini

Sono trascorsi sessant’anni dalla sua dipartita eppure l’eco di don Gnocchi risuona ancora in tutti, alpini e non. È emblematico come quest’uomo, figlio di un artigiano del marmo, modelli la propria vita sulle orme di Cristo facendone un esempio luminoso che rifulge a distanza di anni continuando a (s)colpire le nostre vite. La sua è una carità trasbordante, quella che all’indomani dalla Russia mette in moto qualcosa di nuovo. L’esperienza della guerra con il suo alito di morte e neve lo cambia, ma è lui, in ultimo, a mutare il conflitto stesso, umanizzandolo fino alla creazione del fiore più bello, la Pro Juventute. Un’ancora di Pace nella fluttuante atrocità della guerra. E per una volta possiamo dire che la montagna partorisce un gigante. Un alpino instancabile capace di grande sensibilità e acume in grado di sollevare gli animi, specialmente dei più giovani, gli stessi che oggi tornano nell’occhio del ciclone. Prendiamo allora parte a questa sua eredità con la semplicità di quel sorriso che fa nuova la società!

Una metafora alpina

Non ti nascondo che quanto mi è capitato di leggere su alcuni recenti numeri del nostro mensile mi abbia dato un po’ di fastidio. Mi riferisco, ad esempio, a una lettera che asserisce che “non credo che Cantore possa avere un paradiso” e che “il Paradiso di Cantore lo ha stupito in modo veramente negativo”. 

Pensieri condivisi

Ho letto l’editoriale di marzo e come succede sempre l’ho gustato e apprezzato ma questa volta mi sono anche compiaciuto.

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