Per gli ultimi reduci
Sabato 13 e domenica 14 gennaio le Sezioni Ana della Provincia di Cuneo (Ceva, Cuneo, Mondovì e Saluzzo, cui spettava quest’anno l’organizzazione solenne della manifestazione) hanno ricordato il 75º anniversario della battaglia di Nowo Postojalowka, in memoria del sacrificio degli alpini della divisione Cuneense in Russia.
La forza del ricordo
Il 21 gennaio scorso al Tempio della Madonna del Conforto di Cargnacco (Pozzuolo del Friuli, Udine) dedicato ai Caduti e dispersi della Campagna di Russia, ha avuto luogo l’annuale cerimonia di commemorazione e ricordo di quanti hanno partecipato a quella sfortunata epopea, in molti casi senza aver poi fatto ritorno a casa. La ricorrenza di quest’anno, organizzata come sempre dalla Sezione di Udine con la collaborazione della brigata alpina Julia e dall’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia e dal Comune di Pozzuolo, assume particolare significato poiché ricorda il 75º anniversario della battaglia di Nikolajewka, quando i resti della nostra Armata riuscirono a sfondare l’accerchiamento sovietico e, dopo una lunga marcia, far ritorno in Patria.
Scritti con la divisa
In attesa di altre lettere riprendiamo la pubblicazione della corrispondenza dell’artigliere del Gruppo Pieve di Cadore. Sembra quasi un vero e proprio diario redatto a quattro mani dalla mamma e dal figlio che si scrivono anche due o tre volte alla settimana.
L'autorizzazione a pubblicare
Sono rimasto colpito nel leggere sul nostro giornale L’Alpino due articoli con sottoscrizione “Sezione di Domodossola”, dei quali non ho niente da eccepire in ordine al contenuto degli stessi, ma ho alcune perplessità sul metodo utilizzato dagli estensori, che impiegano impropriamente il nome del Gruppo di Preglia nel primo elaborato e della Sezione in entrambi gli elaborati, per supportare le proprie argomentazioni, facendo intendere che le stesse siano avallate dal Cds, allorquando così non è. In spregio alle disposizioni da voi inviate in una circolare di alcuni anni fa, in materia di trasmissione di materiale in sede nazionale (foto, articoli ecc. ecc.), nella quale si evidenziava che gli articoli dovessero essere avallati dalla firma o dal timbro del referente di Sezione, nel nostro caso dall’alpino Alessandro Lana o dal Presidente della Sezione, mi chiedo come sia stato possibile a questi signori scavalcare brillantemente ogni regola, posto che detta circolare non è mai stata annullata.
Sulla nostra Preghiera
Ci risiamo con la Preghiera dell’Alpino. Ma quando finisce questa storia? Possibile che questo problema esista solo nella provincia di Treviso? Forse i sacerdoti trevigiani seguono un altro culto o un altro Vangelo che è diverso dal resto d’Italia?
“Non passa lo straniero”
Scrivo in merito alla parola “straniero” nella lettera di Beppe Parazzini su L’Alpino di dicembre. Arguta, originale e persino inquietante l’osservazione del Presidente emerito. Risveglia in me due considerazioni. La prima si appoggia alla “saggezza del poi” ossia, si potrebbe dire, dovevamo pensarci prima, almeno una settantina di anni fa e il problema “emigrazione” forse non sarebbe assurto ai livelli che oggi constatiamo.
Trieste ospita la stampa alpina
Quest’anno il 22º Convegno Itinerante della Stampa Alpina (Cisa) si svolgerà il 24 e 25 marzo a Trieste all’auditorium del Museo Revoltella, in via Diaz 27. Saranno due giorni di ascolto e confronto, dedicati ai direttori e relatori delle nostre testate Sezionali e di Gruppo (175 in totale), sul tema “Cosa c’è dentro i nostri giornali”. Il convegno verrà trasmesso in diretta streaming su https://www.ana.it.
Il coro dell’amicizia
Il coro Grigna nacque l’8 dicembre 1958 a Lecco, nel rione di Laorca, grazie ad un gruppo di amici. Tra loro c’è Giuseppe Scaioli, appassionato di musica e diplomando al Conservatorio, che dirigerà il coro fino al 2014, quando il testimone passa al suo allievo Riccardo Invernizzi. Oltre ad essere una seria realtà nel canto popolare, il coro Grigna è prima di tutto un gruppo di veri amici, che stanno bene insieme e che fanno stare bene anche chi li segue. La bella cantata in amicizia non è diversa dalla stessa musica che si sente dal palco dei più disparati teatri.
Sul ponte di Perati
Ho letto su L’Alpino il ricordo della visita sul ponte di Perati dell’alpino Giovanni Zarpellon e il tuo commento sulla necessità “di investire maggiormente sullo studio di quanto accaduto in quelle terre”. Concordo quando scrivi che “Baskim, con gli alpini, riesce sempre a far rivivere momenti di grande intensità”. Anch’io sono stato lì con Baskim e in quel posto per noi sacro, vi ho posto un guidoncino del Gruppo di Riva del Garda.
Patto di fratellanza
Una partecipazione imponente quella al 75º anniversario della Battaglia di Nikolajewka. Oltre allo straordinario colpo d’occhio sulla sfilata nelle vie del centro di Brescia parlano i numeri: 41 i vessilli sezionali dietro il Labaro, accompagnati dai gagliardetti di oltre 320 Gruppi e da quasi diecimila penne nere. La Leonessa d’Italia ha assolto ancora una volta con grande efficacia al suo onere-onore di organizzatrice della manifestazione a carattere nazionale che ogni anno (ogni cinque in forma solenne), ricorda l’epico e tragico episodio bellico del 26 gennaio 1943 che permise agli alpini di sfondare le linee russe e “tornare a baita”.
Vittorio Emanuele III
La salma di Vittorio Emanuele III è rientrata in Italia, da Alessandra d’Egitto, per essere collocata a Mondovì accanto a quella della moglie regina Elena. La notizia ha suscitato immediatamente dissenso, proteste e anche inquietudine per coloro che, come Israele, non dimenticano la legge razziale, firmata purtroppo dal re nel 1938. Ad alimentare lo sconcerto di molti italiani ci ha pensato il pronipote, (invitato e chiamato principe dal conduttore in Tv di Porta a Porta). Emanuele Filiberto, infatti, ha sostenuto che “il posto della salma del bisnonno è al Pantheon”. Personalmente ritengo che il corpo di un essere umano, anche se responsabile di decisioni delittuose va rispettata, ma collocarla al Pantheon o alla cripta reale di Superga è un inaccettabile tentativo di sovvertire la storia.
Zaino a terra, generale Krosel
Fino a pochi anni fa capitava spesso di vedere l’ultracentenario generale Egone Krosel a spasso a Grignano, vicino al Castello di Miramare, accompagnato dall’eritreo Tesfai, suo fido “attendente”, come lo chiamava Egone e “nipote di un ascaro”, come si definiva Tesfai.