VALSESIANA Sul Cerro Aconcagua con il gagliardetto del gruppo
PARMA Bedonia: restaurata la chiesetta del Pennino
ABRUZZI Un monumento alla fondatrice del Filo d'Oro
CANADA Toronto: messa solenne per le vittime dello Tsunami
Medaglie al Merito dell'Esercito ai militari del Centro Addestramento Alpino
LUSSEMBURGO Assemblea annuale dei soci
VARESE Gazzada Schianno in festa per i 55 anni del gruppo
FRANCIA La fanfara della Taurinense a Parigi
BELLUNO Benvenuta, tenente Sarnataro, prima donna ufficiale degli alpini
In Sudafrica, fra gli alpini della seconda naja
Uniti, guardando lontano
Imponente, grandiosa, fantastica i parmensi non trovavano più le parole per definire la giornata di domenica giunta ormai all'imbrunire, dopo la sfilata durata undici ore e conclusa con un mare di folla in piazza Garibaldi, con quel momento fatto di solennità ma anche di sottile tristezza che è l'ammainabandiera. Perché la città viveva ancora in un clima di festa, e il Tricolore che aveva invitato a guardare in alto sembrava ora riportarci sulla terra, alla nostra quotidianità.
L'Adunata degli alpini era finita, la città stava riacquistando il suo aspetto di sempre. Il giorno dopo, con gli uffici aperti e le strade senza transenne, le bandiere che decoravano ponti e lampioni avevano un altro significato, senza gli alpini.
Ma molto è rimasto. Lo ritroviamo ricordando le alte parole del sindaco Ubaldi, cresciuto dal padre, alpino, ai valori in cui ci riconosciamo; nella convinzione del presidente della Provincia Bernazzoli, ( gli alpini hanno fatto del bene alla città e alla provincia ). L'impressione che hanno lasciato è di essere affidabili, soprattutto uniti. E, per riflesso, di appartenere ad un'associazione compatta.
È stato quel qualcosa in più che ha contrassegnato la nostra Adunata nazionale, un qualcosa molto importante alla vigilia dell'assemblea dei delegati e in un momento storico di transizione. E che ci conforta, perché conferma che siamo sulla strada giusta e che pur in un mondo che cambia, gli alpini sanno stare al passo, e non soltanto alla sfilata, perché sono inseriti nel tessuto sociale di ogni singolo paese.
La riprova?Mai come in questi mesi sono state aperte nuove sedi, di sezione e specialmente di gruppo, segno di una brillante vitalità. Ma soprattutto non è soltanto un'impressione mai abbiamo visto sfilare tanti giovani. Sono gli stessi giovani che hanno chiesto di fare di più, di contare di più nell'Associazione, seguendo l'esempio dei veci alla cui scuola sono cresciuti. Nessuno pensa che il futuro associativo sia pianeggiante, che la fine della leva obbligatoria non abbia imposto di imboccare strade nuove. Ma raccogliere lo zaino e rimetterlo in spalla sembra stia facendo bene all'Associazione, e lo si vede.
Come quando, dopo una sosta in una lunga marcia in montagna veniva dato l'ordine di ripartire, e toccava alzarsi e mettersi in cammino ritrovando nuova lena, così stiamo facendo adesso. E non c'è dubbio che, restando uniti, riusciremo a raggiungere la cima, e potremo guardare lontano.