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martedì, 1 Luglio 2025

Il mulo Facco

Gentile direttore, sono Pietro Fiorito Capogruppo alpini di Povo, già ufficiale in servizio permanente dei btg. alpini “Trento” e “Bassano”, attualmente nella riserva. Su preghiera appassionata e commossa dell’alpino conducente Bruno Trentini, Le chiedo un piccolo spazio per pubblicare queste mie righe per ricordare il mulo Facco decorato di Medaglia d’Oro.

Il testamento del Capitano

Non è sovrumana maestà quella del capitano Grandi che, ferito a morte, vedendo intorno alla slitta il cerchio silenzioso dei suoi alpini grida: «Che cosa sono questi musi duri? Su ragazzi, cantate con me: il capitano si l’è ferito, si l’è ferito: sta per morir». E allora, sulle desolate distese della steppa invernale, si leva un lesto e mesto corale di alpini, portato dal vento gelido della sera e guidato da una voce sempre più fioca di un morente. «Il primo pezzo al Re d’Italia… Il terzo pezzo alla mia mamma… Il quinto pezzo alla montagna che lo ricopra di rose e fior…». Però «si muore come si è vissuto». E se il dato unanime è l’amore e la devozione quasi filiale dei suoi uomini, significa che esistevano virtù morali e grandezza d’animo necessarie a giustificare un tale legame.

Il V Comandamento

Caro direttore, Lei che conosce la Bibbia più di ogni altro, sa che nella seconda tavola di Mosè, in testa, c’è scolpito il V comandamento “non uccidere”. È messo lì non a caso, prima di tutti gli altri comandamenti della seconda parte, senza se, senza ma. Allora, come Le scrive un alpino, dovremmo essere tutti coraggiosi, audaci, nel renderci paladini dei nostri principali doveri di cristiani, seguendo i dieci comandamenti. 

Venceslao dai piedi dolci

Era un giorno qualunque di un mese qualunque, in guerra a quota 3.000. Gli alpini che vivevano lassù erano veneti, lombardi e friulani, provenivano dai paesi sparsi lungo tutto l’arco alpino. Poi, come per ogni buona regola, c’erano le eccezioni. Ed ecco dunque Venceslao Patriarca, pastore sulle montagne d’Abruzzo e chiamato a fare l’alpino sulle Dolomiti: «Ma ie n’ saccie camminà co li scarpe » aveva detto al capitano nel giorno della visita al Distretto. «E perché mai?» «Perché tenghe li piede dolge e delicate!».

Gli alpini dalla A alla Z: dizionarietto semiserio

C’è chi dice che ridere allunghi la vita; di certo lo pensa il “Burlone”, nome d’arte dell’autore di questo dizionarietto semiserio per gli alpini.
"Mi sono permesso di utilizzare l’arma dell’ironia - dice il Burlone presentando il volumetto - e qua e là dell’autoironia, per attenuare alcuni aspetti dell’ambiente ‘alpino’, che sembra grave, ma - permettetemi - è invece troppo spesso contegnoso e autocelebrativo”. Anche se, ci tiene a precisare, lo scopo non è quello di “irridere alcuni dei valori e alcuni dei simboli che sono particolarmente cari agli alpini e all’Associazione”.

“Storia militare dell’Afghanistan”, presentazione il 1° aprile a Milano

  Mercoledì 1° aprile, alle ore 18, nella Sala Radetzky di Palazzo Cusani (in via Brera 13/15) sarà presentato il libro “Storia militare dell’Afghanistan”, scritto dal gen. Giorgio Battisti e da Federica Saini Fasanotti.

Oltre agli autori, interverranno il gen. Antonio Pennino, comandante militare Esercito Lombardia e il giornalista Toni Capuozzo.

I Giovani ANA in convegno a Costalovara

Il 27, 28 e 29 marzo si svolgerà a Costalovara (BZ) il 3° Convegno nazionale dei coordinatori dei Giovani ANA. Titolo dell’incontro è “I giovani dell’ANA tra esperienze e prospettive”.

"Soldato semplice", dal 2 aprile al cinema

  Anno 1917. Siamo nel pieno della Grande Guerra. Gino Montanari è un maestro elementare romagnolo, ateo, anti-interventista e donnaiolo. A causa delle sue idee e dei suoi comportamenti libertini, viene costretto dal preside ad arruolarsi volontario nonostante Gino abbia da tempo superato l’età della leva obbligatoria.

Arrivato al fronte viene destinato ad un piccolo avamposto in Valtellina come eliografista per trasmettere segnali morse con la luce del sole. Gino non ha nessuna esperienza di montagna e di vita militare; i primi incontri con i suoi compagni e con il Tenente Mazzoleni sono all’insegna delle vessazioni e delle prese in giro.

L’amico ritrovato

Questa è davvero una bella storia che ha il sapore del… miracolo! Grazie ad una fotografia pubblicata sul giornale sezionale della Valle Camonica, Americo Venturi ha riconosciuto Mario Tognoli. Settant’anni fa partirono insieme per la naja, prima al battaglione Edolo, 5º Alpini, poi Mario destinato al Tirano come sciatore e Americo, invece, in un altro reparto.

Il messaggio di Nikolajewka

COLICO

Monito e insegnamento per le nuove generazioni, ricordo di quanti hanno combattuto, memoria del passato per costruire il futuro. È questo il significato della cerimonia del 72º anniversario della battaglia di Nikolajewka, organizzata a Colico dall’omonima Sezione. La commemorazione ha avuto inizio domenica mattina in piazza V Alpini con l’alzabandiera alla presenza di un picchetto armato del 5º Alpini di Vipiteno e del vice comandante delle Truppe Alpine, gen. D. Marcello Bellacicco.

Chiarimenti sull'editoriale

Caro Bruno, come sempre all’arrivo de L’Alpino, la prima lettura è l’editoriale, sempre gustoso e ricco di spunti di riflessione come da tempo ci hai abituato. Nell’editoriale di gennaio “Il dovere di avere doveri” credo pochi possano essere in disaccordo sul suo contenuto. 

Grazie, caro Alpino!

Grazie di cuore a lei e alla sua Redazione, tutta e senza eccezioni. Ho appena finito di leggere (non di sfogliare, come facevo fino a qualche anno fa) il numero di gennaio 2015 e mi è piaciuto molto, dall’inizio alla fine. Ho sentito il bisogno di dirglielo.

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