Montagna sacra
Ortigara, Golico, Nikolajewka, luoghi della memoria e della leggenda alpina. Non sono comparabili alla Somme, Verdun, Stalingrado eppure nell’immaginario collettivo segnano in modo indelebile il non senso delle sciagure che hanno devastato l’Italia e l’Europa nella prima metà del secolo scorso. Nello stesso tempo da quelle memorie emerge con la forza della sublimazione la grandezza dell’uomo-soldato. Nulla è più intrigante di quella pietraia, appiattita nella suggestiva cerchia degli Altipiani che si estende dal Caldiera a Cima Dodici per finire sul Portule.
Voci dall’Ortigara
L’Ortigara a distanza di cento anni è ancora capace di portarci le voci degli alpini che per sempre custodiranno questo luogo, un messaggio dentro una bottiglia lanciata nel mare del tempo. 10 giugno 1917. Nelle trincee di quota 2.012 della linea italiana, gli alpini osservano con trepidazione il bombardamento italiano che promette di distruggere i reticolati e i nidi di mitragliatrice che proteggono la linea austriaca. Tra loro vi è un muratore padovano, di Vigonza per la precisione. Il suo nome è Antonio Baratto, classe 1891, inquadrato nel battaglione Sette Comuni. Durante il gelido inverno, ha avuto la fortuna di essere scelto come attendente di un tenente di Biella, cugino del comandante della compagnia, un Capitano di Vercelli. Il giovane si fa subito voler bene dai suoi superiori.
Ortigara: centenario della battaglia
Ricorre quest’anno il centenario della battaglia sul Monte Ortigara che verrà ricordato il secondo fine settimana di luglio con il pellegrinaggio al Monte simbolo del sacrificio delle penne nere. La commemorazione a carattere nazionale è organizzata dalle Sezioni di Asiago, Marostica e Verona.
Cuore alpino in Ortigara
“L’Ortigara è bella ma scomoda. Ma l’anno prossimo tornerò!”. Così chiudevo il mio racconto lo scorso anno, e così è stato. Come ai bei tempi: sveglia ore 4, adunata ore 4.45, partenza ore 5 con il mio Capogruppo adottivo Angelo Brazzale e con Luca Sanson, oramai divenuti compagni inseparabili nelle nostre scarpinate. Arriviamo ad Asiago alle 6, come previsto, e ci mettiamo a disposizione dei Presidenti di Asiago, Enzo Biasia, e di Marostica, Giovanni Sbalchiero, per il trasporto in quota del personale.
Alla casa della memoria
Arrivo alla Baita Cecchin assieme all’amico Sergio Casarotto. Gli altri, Angelo Brazzale, Luca Sanson e Vittorio Brunello, sono indietro, forse ancora scossi dalla “volata” che ho fatto con il fuoristrada sulla dissestata via che porta a Passo Stretto per arrivare in tempo, oppure rallentati dalle evidenti tracce di neve che ancora c’erano sul sentiero che porta alla Baita, nonostante il grande lavoro di spalatura fatto dagli alpini di Marostica per preparare l’evento. È sempre bello tornare a casa, tra i miei alpini all’Ortigara.
Emozioni all’Ortigara
Buon giorno direttore, sono il Capogruppo degli alpini di Vedelago, Sezione di Treviso. Domenica 12 luglio abbiamo partecipato al raduno annuale sull’Ortigara, giornata splendida sia sotto il profilo meteo che della partecipazione.
L’Ortigara è bella ma scomoda!
Le cerimonie del pellegrinaggio in Ortigara hanno avuto inizio sabato 11 luglio ad Asiago, nei pressi del sacrario del Leiten. In sfilata un corteo composto dal Presidente Favero accanto al generale Bonato, molti Consiglieri nazionali, 24 vessilli e una cinquantina di gagliardetti di Gruppo. Assieme a noi anche i nostri amici dell’Infanterie regiment nr. 59 “Erzherzog Rainer” di Salisburgo, alcuni rappresentanti dei Kaiserschutzen e gli amici dell’Associazione dei soldati da montagna della Slovenia. Dopo la brevissima cerimonia ho avuto modo di intrattenermi con i miei amici “Rainer” che da tanti anni giungono fin qui per ricordare i loro Caduti e cercare di mantenere viva la memoria del loro pluricentenario Reggimento.
L'11 e 12 luglio pellegrinaggio all'Ortigara
L'11 e 12 luglio gli alpini si recheranno in pellegrinaggio all’Ortigara, la montagna che fu il primo appuntamento dei reduci della Grande Guerra legato indissolubilmente alla storia della nostra Associazione. La manifestazione è organizzata dalle sezioni di Asiago, Marostica e Verona.
Esempio perpetuo
Le toccanti parole del Signore delle cime, intonate dagli alpini alla Colonna Mozza, si spandono per le trincee, i camminamenti e lo splendido vallone dell’Agnellizza, luoghi che un secolo fa odoravano di morte e in cui dominava il cupo suono del “ta pum”. Alpini, bersaglieri, fanti, in migliaia, ragazzi di nemmeno vent’anni affrontavano i loro coetanei, un po’ più biondi, gli occhi un po’ più azzurri, ma con le stesse speranze e aspettative. Uguali nell’onore e nella dignità con i quali hanno affrontato l’estremo sacrificio.
Pellegrinaggio all’Ortigara: 12 e 13 luglio
Il 12 e 13 luglio gli alpini si recheranno in pellegrinaggio all’Ortigara, luogo che nel giugno 1917 fu teatro di aspri scontri con l’esercito austro-ungarico e in cui l’Associazione Nazionale Alpini scelse di tenere la sua prima Adunata nel 1920. La manifestazione ha carattere nazionale ed è organizzata dalle sezioni di Asiago, Marostica e Verona.
Ritorno alla Colonna Mozza
Ciò che colpisce maggiormente sull’Ortigara è il gran silenzio e le testimonianze d’una guerra che fu, di scheletri di postazioni che rivelano stanze in cui vissero uomini ormai dispersi nel tempo e che chiamavamo nemici. E poi buche, grandi, piccole, lasciate dai calibri partiti dal fronte opposto e che raccontano una montagna martoriata e vite spezzate. Non un albero, solo mughi che tolgono spazio alle greggi e diradano in quota per lasciare il terreno bruciato in un paesaggio inclemente. Lo stesso sentiero che sale dal lato “austriaco”, chiamato pomposamente “Kaiser Karl Straße” dai genieri che lo costruirono sventrando la montagna, sembra una lunga ferita. Non c’è prato, solo qualche ciuffo d’erba ingiallita e non un fiore, non un volo di uccelli.