Sulla montagna sacra

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    Domenica 11 luglio gli alpini sono saliti numerosi in Ortigara, anche se in maniera ridotta a causa della pandemia. Le Sezioni di Asiago, Marostica e Verona avevano previsto, con uno schema ormai consolidato, la celebrazione della Messa in mattinata a quota 2.000 e le cerimonie alla Colonna Mozza e al cippo austriaco dove sono state deposte delle corone in memoria dei Caduti. Tantissime le penne nere arrivate dal Veneto, dalla Lombardia, dall’Emilia Romagna, dal Friuli Venezia Giulia, dal Trentino Alto Adige: hanno voluto esserci con oltre 30 vessilli sezionali e più di 200 gagliardetti dei Gruppi.

    Il generale Michele Risi, vice comandante delle Truppe Alpine, ha sottolineato il motivo che porta gli alpini a salire sull’Ortigara, con un rito immutabile che dura da oltre cento anni: «Siamo qui per onorare i nostri fratelli che su questi pendii hanno combattuto e per chiedere a tutti gli italiani il rispetto per gli alpini, per le Forze Armate e per la nostra Bandiera». Alcuni passaggi dell’accorato saluto del Presidente nazionale Sebastiano Favero sono riecheggiati tra il silenzio delle sacre cime: «La politica ci ascolti! Chiediamo di ripristinare un servizio obbligatorio per i nostri giovani, non per il ‘nostro’ avvenire ma per il ‘loro’ avvenire, per il futuro della nostra Patria… perché indossando una divisa si può capire meglio il senso dello Stato, del dovere e della solidarietà».

    Il veterano delle Messe in Ortigara, don Rino Massella, nell’omelia ha accompagnato i partecipanti sui sentieri del ricordo, all’importanza di «custodire la memoria dei Caduti per dare valore al loro sacrificio e trarli ad esempio per il senso del dovere e più in generale dei valori civili, cristiani, umani».

    Amerigo Baù