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sabato, 5 Luglio 2025

Emozioni all’Ortigara

Buon giorno direttore, sono il Capogruppo degli alpini di Vedelago, Sezione di Treviso. Domenica 12 luglio abbiamo partecipato al raduno annuale sull’Ortigara, giornata splendida sia sotto il profilo meteo che della partecipazione. 

L’Ana cittadina di Longarone

Sabato 3 ottobre Longarone consegnerà la cittadinanza onoraria all’Associazione Nazionale Alpini per l’opera straordinaria che le Penne nere in armi e in congedo, portarono alla comunità colpita dal disastro del Vajont, all’indomani del 9 ottobre 1963. Sarà anche l’occasione per riabbracciare, nel 52º anniversario della tragedia, i soccorritori alpini che parteciparono a quelle operazioni strazianti che hanno lasciato in ognuno ricordi indelebili. 

Esempio Alpino

Tre giorni vissuti tra veci e bocia che hanno contagiato tutti con la loro allegria; canti e suoni di fanfare per le strade e innumerevoli tricolori alle finestre. Ecco cosa ha rappresentato per Bardineto, piccolo borgo sui monti dell’entroterra ligure, la consegna del 41º premio nazionale “L’Alpino dell’anno 2014”. Bardineto è abituata ai grandi eventi: d’estate, quando riaprono le case dei villeggianti e la gente viene al fresco e in autunno, quando diventa la patria dei funghi.

L’Ortigara è bella ma scomoda!

Le cerimonie del pellegrinaggio in Ortigara hanno avuto inizio sabato 11 luglio ad Asiago, nei pressi del sacrario del Leiten. In sfilata un corteo composto dal Presidente Favero accanto al generale Bonato, molti Consiglieri nazionali, 24 vessilli e una cinquantina di gagliardetti di Gruppo. Assieme a noi anche i nostri amici dell’Infanterie regiment nr. 59 “Erzherzog Rainer” di Salisburgo, alcuni rappresentanti dei Kaiserschutzen e gli amici dell’Associazione dei soldati da montagna della Slovenia. Dopo la brevissima cerimonia ho avuto modo di intrattenermi con i miei amici “Rainer” che da tanti anni giungono fin qui per ricordare i loro Caduti e cercare di mantenere viva la memoria del loro pluricentenario Reggimento.

Contrin mozzafiato

Sembra incredibile, ma ogni volta che si risalgono le rampe della Valle di Contrin nessuno resta insensibile ai panorami mozzafiato che fanno da anfiteatro naturale a questo scorcio di Trentino. Quando poi il sentiero, reso agevole negli anni dai lavori di ripristino sostenuti dall’Ana e dalla Provincia Autonoma di Trento, viene letteralmente invaso da una lunga ed ininterrotta colonna di cappelli alpini, questo panorama diventa unico e irripetibile. Insomma, il binomio “alpinimontagna” qui al Contrin si fa oggetto di tangibile riscontro, e l’animo del buon alpino ne trae certamente beneficio e giovamento.

Con i veterani spagnoli

In Spagna, a 40 chilometri da Lleida, sulle colline di Balaguer presso il Monastero di Les Avellanes, l’Associazione Artiglieri Veterani da Montagna di Lleida, membro dell’Ifms, ha ricordato il suo 25º di fondazione, in concomitanza con il 13º Memoriale e l’XI Giornata di fratellanza spagnolaitaliana. All’incontro ha partecipato una delegazione dell’Ana (nella foto) composta dal presidente della commissione Ifms Renato Cisilin, dai membri esterni Alessio Granelli e Danilo Perosa, con i vessilli delle Sezioni di Bergamo, Pavia, Torino e dagli alpini dei gruppi di Gropello Cairoli (Pv), Moncalieri e Testona (To), Mozzo, Osio Sotto e Foresto Sparso (Bg).

Una storia che unisce

Breno, cittadina della media Valle Camonica, capitale della Valle fin dai tempi della dominazione veneta, e ancora oggi centro di riferimento e di richiamo per l’intero territorio valligiano in quanto sede delle Istituzioni comprensoriali, del Parco dell’Adamello, del sito archeologico di Minerva, di un apprezzato e ricco museo e di numerosi altri servizi, ha accolto quest’anno il 52º pellegrinaggio in Adamello, richiamando tanta gente sia in quota sia durante la cerimonia conclusiva.

Gli orrori della guerra

La foto di pag. 15 del numero di giugno non ci voleva proprio! E così, ancora si riapre la piaga della Grande Guerra con tutti i suoi mali e depravazioni: fucilazioni, vendette, assassinii, stupri, vergogne innominabili... 

Cambiare il mondo si può

Associazionismo, autocritica, dignità, memoria, onestà, rispetto, solidarietà, tolleranza, volontariato… sono solo alcuni vocaboli che, ugualmente importanti, mi vengono in mente quando sento parlare di valori alpini. 

L’estate rigenera la nostra identità

L’estate è per gli alpini tempo di rigenerazione. Se l’inverno è evocativo di vicende epiche, vissute su cime invincibili o nella steppa russa, quelle che il beato Carlo Gnocchi definì quasi una epopea biblica, la bella stagione dà respiro alla memoria, coinvolgendo e contagiando del nostro spirito migliaia e migliaia di persone, attratte dai riti della nostra presenza. E quasi sempre si tratta di commemorazioni celebrate nei sacrari a cielo aperto, quelli delle nostre montagne, dove gli alpini hanno scritto la loro storia e dove il linguaggio della natura racconta, con il tanto non detto dei suoi silenzi, il bisogno di grandezze che fiorisce dall’animo. Montagna e storia, fatica e conquista, concretezza e trascendenza…

Confrontarsi a viso aperto

Chiedo ospitalità per esprimere il mio pensiero in merito alla lettera dell’alpino che si lamenta per la presenza di illustratori stranieri (leggasi extracomunitari) per la copertina del nostro mensile. Vorrei solo ricordare a questo amico che purtroppo è rimasto fermo, che il mondo nel frattempo è andato avanti. 

Pittore alpino cercasi

Il rifugio Contrin, altrimenti detto la “Casa degli alpini”, regala un soggiorno di due o tre giorni a un alpino abile disegnatore che si offra di affrescare gli spazi comuni. Si tratta di realizzare qua e là, nel corridoio e nelle sale da pranzo, qualche disegno tipicamente alpino: il mulo e il suo conducente, un vecio o un bocia… ispirandosi, con la dovuta riverenza, a Giuseppe Novello indimenticabile alpino, pittore e vignettista.

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