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venerdì, 3 Maggio 2024

L'Italia, unica e unita

Ti scrive un altro artigliere da montagna, questa volta non del Nord ma del 4° Raggruppamento, Centro Sud, in riferimento all’editoriale del numero di novembre. Inutile dire che condivido in toto sia la forma che il contenuto del tuo scritto. Soltanto non riesco a conservare la pacatezza con la quale ti esprimi, e che ho molto apprezzato. Vorrei soltanto dire due paroline all’orecchio dell’altro artigliere. La nostra sezione non arriva a mille iscritti ma, sul suo vessillo risplendono sette Medaglie d’Oro.

La speranza dalle azioni inutili

Ci avevano messo in guardia. Il ventuno del mese scorso, stando alle profezie maya, sarebbe dovuta accadere la fine del mondo. Per fortuna i Maya stanno bene dove sono. Ci hanno anche fatto sapere che loro se la ridono nel vedere gente che prende sul serio tanta stupidità, liquidando i buontemponi delle catastrofi come segugi scoppiati alla ricerca del nulla. Un nuovo anno ci obbliga agli auguri reciproci. Soprattutto ci obbliga alla speranza. Cosa diversa dall’ottimismo. Questo, come il suo opposto, il pessimismo, fiorisce da un atteggiamento razionale. Se il mondo lo leggessimo solo in termini crudamente logici non avremmo molto da rallegrarci.

I russi… nemici?

So che disquisire su alcune terminologie può anche voler essere solo polemici (e di questo chiedo venia), anche perché stiamo parlando di morti, di sacrifici, di stenti, di sofferenze (anche atroci) ma, fra le righe del primo capoverso dell’articolo a pag. 10 del numero di novembre “Quella cjasute in riva al Don”, mi sono suonate anomale le definizioni di “nemico” e di “pattuglia nemica”… i russi in terra di Russia! Ma non eravamo noi gli invasori (o presunti tali!?).

BOLZANO – Ottant’anni di alpini a Marlengo

Il gruppo alpini di Marlengo ha spento 80 candeline regalando alla cittadinanza un bell’esempio di fratellanza alpina, nella migliore tradizione delle penne nere che dopo l’Adunata nazionale sono ormai di casa anche nel più sperduto angolo della provincia di Bolzano. È stata una mini adunata, a cui hanno preso parte le autorità cittadine e quelle militari, oltre al presidente della sezione di Bolzano Ferdinando Scafariello, rappresentanze delle sezioni di Verona e Brescia, molti gruppi del Nord Italia e quello abruzzese di Torrebruna, legato a Marlengo da un gemellaggio e da una lunga amicizia. Tutto si è svolto in un perfetto cerimoniale, curato dal vice capogruppo generale Willibald Schenk.

Il DNA alpino

L’articolo de L’Alpino (novembre 2012) sui canti alpini mi suggerisce alcune considerazioni. Premetto che quando si parla di cori alpini (...e di fanfare...!) il barometro dell’umore va subito verso il “sereno”! Evidentemente il DNA non può tradire: i canti alpini sono parte integrante del nostro Essere.

Artiglieri italiani e francesi insieme

Alpini del 1° reggimento artiglieria da montagna comandato dal colonnello Camillo della Nebbia e unità operative della 27ª brigade d’Infanterie de Montagne guidata dal generale Houssay hanno effettuato dal 27 novembre al 12 dicembre una esercitazione nella Savoia, nelle vicinanze di Valloire. Le avverse condizioni del tempo non hanno impedito lo svolgersi delle operazioni combinate, alle quali hanno preso parte anche unità di cavalleria e caccia dell’aeronautica francese.

Un’economia tutta tecnologia e qualità

Piacenza, che si appresta a ricevere nel 2013 l’86ª Adunata nazionale degli alpini, è una città fortemente ancorata alla tradizione, ma con lo sguardo rivolto al futuro. Abbiamo già passato in rassegna la sua carta d’identità. Vediamo ora più da vicino la componente economica. In sintesi è una comunità con una forte tradizione agricola. Una tradizione che viene da lontano, ancora nei decenni scorsi il lavoro dei campi assorbiva la maggior parte della forza attiva. Nel 1951 in agricoltura opera il 49,2% degli addetti a livello provinciale contro il 25,9% dell’industria, l’11,2 del commercio e servizi vari, il 3 dei trasporti e comunicazioni e il 9,90 della pubblica amministrazione. Non solo.

Contro la piena di torrenti e canali

Le recenti abbondanti precipitazioni che hanno colpito, nei primi giorni del mese di novembre, con particolare intensità alcune aree territoriali del nostro paese, hanno determinato l’intervento di volontari della nostra Associazione. La prima attivazione di nostri volontari si è svolta in Toscana in particolare nella provincia di Massa, coinvolti come supporto dell’organizzazione Provinciale, e con l’intervento di una squadra di volontari ANA con idrovore (inviata per un giorno dalla Regione Emilia Romagna).

Le stelle più brillanti

Erano appena concluse le ennesime, corali condoglianze per l’uccisione di un nostro caporale alpino, quando il Senato della Repubblica faceva mancare il numero legale circa un provvedimento che riguardava proprio l’Afghanistan, un trattato di cooperazione forse oggi più importante che l’invio di ulteriori Truppe.

PIACENZA – Festa Granda, anteprima dell’Adunata

È stata un successo la 61ª “Festa Granda” della sezione di Piacenza, quasi una prova, in proporzioni ridotte, dell’Adunata nazionale che si svolgerà a maggio. È una festa che si svolge ogni anno in paesi diversi: quest’anno è stato il gruppo di Ferriere ad organizzarla. Grande partecipazione di alpini provenienti da numerose altre Sezioni.

Pastori con le stellette

Una famiglia, un mentore, un riferimento. Per i ragazzi di vent’anni, in guerra lontano da casa, era questo il loro cappellano. Pregavano insieme alle Messe, celebrate al fronte davanti ad un altarino da campo poco prima dell’attacco, restituiva loro uno sguardo di tenerezza ed era accanto nel momento dell’addio. E una volta a casa, portava una parola di conforto per alleviare la disperazione di genitori e fratelli. Nel loro servizio in guerra i cappellani militari furono uno dei più alti esempi di carità cristiana, uno spirito che sopravvive forte anche oggi, nella loro missione in tempo di pace. Lo sono in modo differente perché diversi sono gli scenari sociali, culturali e di riferimento.

Agricoltura e scuola a sostegno dell’Afghanistan

La possibilità di crescita e di ritorno alla normalità in Afghanistan passa soprattutto attraverso i tanti progetti umanitari di assistenza e ricostruzione sul territorio. Un bellissimo esempio è quello realizzato nella provincia di Herat, dove il contingente italiano ha collaborato per rendere più funzionale la “Urdu Khan Farm”, un’azienda agricola sperimentale. In cinque mesi di lavoro è stata costruita un’area che permetterà l’esposizione e la vendita delle centinaia di prodotti ortofrutticoli coltivati presso il Centro; alcuni sono prodotti di primissima qualità come le pesche e una varietà d’uva eccellente.

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