Le stelle più brillanti

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    Erano appena concluse le ennesime, corali condoglianze per l’uccisione di un nostro caporale alpino, quando il Senato della Repubblica faceva mancare il numero legale circa un provvedimento che riguardava proprio l’Afghanistan, un trattato di cooperazione forse oggi più importante che l’invio di ulteriori Truppe.

    Forse uno strascico delle polemiche ritiro-non ritiro? Un improvviso desiderio di correre al mare dei Senatori? No, niente di tutto questo. Poche ore dopo erano tutti al loro posto per bocciare in commissione un decreto sul taglio dei costi della politica parlamentare… Per chi stanno rischiando la vita i nostri ragazzi? Ricordàti nella retorica ma subito dimenticati nella pratica anche nelle sedi più sacre. Caporale non sei caduto per questa gente inemendabile, non sei caduto solo per i civili afgani che difendevi o per una idea di libertà e democrazia così lontana anche da noi e nemmeno solo perché era il tuo dovere.

    Certo, solo per lo “spirito di servizio” di pochi che mandano ancora avanti questo Paese. Sei caduto anche per noi, per non dimenticare alle porte del 4 Novembre, che c’è chi vuol essere degno di una idea, coerente, libero nella dignità e nell’orgoglio, forse proprio per rimarcare la differenza con questa Italia dove tutto ha un prezzo e nulla un valore. Non ammaineremo la bandiera, alpini, non solo per lui o per i 52 Caduti noti, né per le 500.000 penne mozze della Grande Guerra, ma perché questa gente non è degna di un ideale, della Nazione, della storia.

    Non appartengono più nemmeno a chi li ha votati. Presente caporale Chierotti, per tutti coloro che non dimenticano e tirano dritti, per quelli che “tira e tas”. Non dimentichiamo, e non stiamo a guardare. Non basta sperare, siamo cittadini di una casa comune, e alpini prima di tutto, consci pur malinconicamente, caro Tiziano, che le stelle più brillanti si vedono solo nelle notti più oscure.

    Sergio Boem – gruppo di Padenghe sul Garda, sezione di Salò

    Parole amare e graffianti, caro Sergio. Che gridano rabbia, ma anche tanta dignità. Non fosse altro per distinguersi e continuare a credere che nella notte della crisi, oltre alla luce dei nostri morti, brilla anche quella degli uomini onesti.