Il DNA alpino

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    L’articolo de L’Alpino (novembre 2012) sui canti alpini mi suggerisce alcune considerazioni. Premetto che quando si parla di cori alpini (…e di fanfare…!) il barometro dell’umore va subito verso il “sereno”! Evidentemente il DNA non può tradire: i canti alpini sono parte integrante del nostro Essere.

    E il sentirli, ascoltarli o cantarli apre pagine di storia (i canti alpini sono storia vera) che suscitano sempre commozione, ricordi, immagini, e rendono orgogliosi, saldi nella nostra appartenenza. Concordo pienamente con l’autore dell’articolo quando dice: “Oggi, molti, troppi canti vengono definiti in maniera superficiale ‘canti degli alpini’. “Il monumento dei canti alpini non è un riferimento scolastico dove ognuno possa a suo piacimento attingere e trasformare a seconda del gusto individuale, talvolta alterando il canto nella sua armonizzazione, mutando così il significato che gli autori (gli stessi alpini) hanno rappresentato e che è la ragione del loro canto, oggi diventato anche il nostro.

    Non è giusto che varianti estemporanee, pause inesistenti, intonazioni non conformi possano ledere la purezza del vero canto alpino! “Monte Nero”, “Il Capitan della compagnia”, “La tradotta”, “Joska la Rossa”, giusto per citarne alcuni, hanno una loro identità ben precisa che non può, non deve mai essere alterata, nemmeno in buona fede. Concordo completamente con Ivan Fozzer: canti doc cantati da alpini doc! Questa è la traccia su cui ognuno può cantare a sua volta, per dare libero sfogo alla voce e alimentare lo spirito.

    Chi potrebbe immaginare il nostro “Trentatrè” senza la prepotente cadenza dei tamburi, magari con la partecipazione di qualche violino (che come strumento musicale merita certamente il più alto rispetto?). Ciò che è alpino resta alpino, nella sostanza e nella forma! È anche questione di orgoglio.

    Renzo Perfumi – Brescia

    Sono così ignorante in materia che lascio agli esperti il compito di aprire il dibattito, non senza fare mia la speranza che la crescita di altri cori alpini e di nuove fanfare ci aiuti davvero a far crescere il sereno.