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domenica, 11 Maggio 2025

DIMENTICATI ALL’INFERNO

A cura di Girolamo Carnevale e Giuseppe Mariuz Il diario di guerra di Dante Carnevale, l’unico dei 52 carabinieri della 56ª sezione motorizzata tornato dalla prigionia nei lager sovietici. Scritto di getto 32 anni dopo, questo drammatico racconto è curato dal figlio Girolamo che l’ha pubblicato unitamente ad alcuni documenti d’epoca.

Banco alimentare: un piccolo, grande record

La generosità è più forte della crisi: nonostante la drammatica congiuntura economica che il nostro Paese sta attraversando, la raccolta del Banco Alimentare svoltasi sabato 26 novembre è stata un successo che ha registrato un incremento del 2 per cento rispetto a quella dello scorso anno, un nuovo record.

RIDARE SPERANZA

Un volume fotografico con bellissime immagini. Spaccati di vita quotidiana da Haiti, all’Afghanistan, alle alluvioni in Veneto.

Mostra “Ritorno sul Don 1941-1943” a “Le Gallerie” di Piedicastello

La Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione con il Museo centrale della grande guerra patria di Mosca e l’Università statale agraria di Voronezh (V.G.A.U.) presenta “Ritorno sul Don 1941-1943”, una mostra sulla guerra degli italiani in Unione Sovietica, allestita a “Le Gallerie” di Piedicastello (Trento), due tunnel stradali riconvertiti in spazio espositivo dedicato alla storia e alla memoria.

L’alpino… uomo vero

Nei giorni scorsi, nello spazio della posta del condominio, ho visto la vostra rivista. Non aveva destinatario. Dopo aver atteso qualche giorno, non ho resistito e l’ho presa. Sono vedova di un alpino e ne vado fiera. Mio marito ha fatto il militare a Malles Venosta, 5° Alpini, battaglione Tirano. L’anno scorso gli alpini sono venuti a Bergamo e, compiaciuta e commossa, li ho osservati da vicino e presa dall’emozione ho scritto: “L’alpino è portatore dei valori di sempre. Ha la saggezza del vivere… sa cogliere la realtà dell’esistenza… le necessità di chi soffre. Uomo vero”.

Fernanda Peruzzi, Bergamo

“I cinque dell’Adamello”, in tv solo di notte

Erano quasi le due del mattino, avevo finito da poco di lavorare e stavo per andare a dormire quando girando i canali televisivi, vidi un’immagine, su Rete 4, di alpini. Andai su Televideo, si trattava di un film tutto sugli alpini: “I cinque dell’Adamello”. C’è una cosa che rende tristi perché certi film devono relegarli di notte in una televisione monopolizzata, in prima e seconda serata, da isole dei famosi, da grandi fratelli, da X-Factor, da politici che fanno finta di litigare. La società in cui viviamo è sempre meno realista e sempre più sognatrice, ma i sogni sono belli se sono veri.

Vladimiro Tanca

“Diamo un futuro al nostro passato”

“I nostri musei” è una nuova rubrica de L’Alpino dedicata ai musei ANA. Del “Museo biellese degli Alpini” abbiamo scritto il mese scorso. In questo numero riportiamo il nuovo museo della sezione di Bergamo. Continueremo la serie man manoche avremo completato la documentazione degli altri musei ANA – che sono sempre frutto di pazienti raccolte dimateriali, scritti e oggetti – certi che questa documentazione sarà utile a comprendere meglio la nostra storia. Una guida, curata dal Centro Studi ANA, valorizza questo patrimonio associativo.

Piercarlo Bonifacio: una stella… alpina

Un quotidiano triestino titola così la pagina dell'attualità: "Tre triestini e una stella, la più vecchia dello spazio", e nell'occhiello precisa: "Assieme a undici scienziati hanno scoperto l'astro più antico, quasi privo di metalli. Ha 13 miliardi di anni. La ricerca appare sulla rivista britannica Nature”. I tre scienziati triestini dell'equipe sono Elisabetta Cuffau, Paolo Molinaro e Piercarlo Bonifacio cui va il plauso della comunità. A me piace ricordare Piercarlo Bonifacio perché è un alpino della Julia, perché nipote di Carlo "Carletto" Tagliaferro, parente di Duilio Tagliaferro (storico di Dante) e del colonnello Alessandro Tagliaferro, attualmente in servizio presso la brigata Julia.

L’ottimismo dell’essere Alpini

Non staremmo diventando troppo seri? Certo il momento è grave, tutto sembra andare a rotoli, ma, se continueremo ad essere quelli di sempre potremo sperare. Una volta avevamo una serenità diversa, non tanto perché il mondo che ci circondava era migliore, ma perché i nostri “veci” sapevano guardarlo con gli occhi della speranza, con ottimismo.

L’assedio più lungo della storia

Nell’autunno di settant’anni fa Leningrado era circondata da Sud e da Nord da 31 Divisioni tedesche e dai loro alleati finlandesi. Quella morsa mortale durò 900 giorni, dall’8 settembre 1941 al 27 gennaio del ’44 e costò alla città – la seconda dell’Unione Sovietica – atroci sofferenze e un milione e mezzo di morti. Fu il più lungo assedio della storia. Quando venne liberata dall’Armata Rossa, l'astro di Hitler era ormai in declino e le sorti della Germania erano segnate: l’esercito tedesco aveva mancato la conquista di Mosca, aveva subito l’onta della sconfitta a Stalingrado e le battaglie ad El Alamein avevano portato alla cacciata di Rommel dal teatro nord-africano.

Albino Porro: dalla Francia alla Russia, e poi con i partigiani nell’Astigiano

Albino Porro ha 93 anni. È nato il 1° marzo 1918 ad Asti e ha trascorso gli anni più belli della sua gioventù sotto le armi. Fu chiamato al servizio militare nel marzo 1939, nel 3° Alpini, battaglione “Fenestrelle”, con sede a Pinerolo.

“Sporadici fatti d’arme”, ma fu un inferno

Negli atlanti storici il nome di Pljevlja è difficile trovarlo. Tutt'al più si saprà che è una ridente cittadina dell'alto Montenegro circondata da dolci colline e dalla lunga tradizione guerriera. Eppure, settant'anni or sono fu una bolgia infernale in cui si combattè per vincere o morire, senza alcuna regola tradizionale, ma una feroce e insidiosa guerriglia operata da forze che non avrebbero dato scampo né a prigionieri né a feriti. “C'era da rimpiangere – scriverà il compianto Vitaliano Peduzzi – l'onestà della guerra di Albania...”.

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