IL GRIDO DELLA TERRA
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Clerici, scrittore e poeta, è attivo da anni nel mondo del volontariato e collabora con numerose associazioni culturali. Il libro non è una cronaca giornalistica del terremoto in Emilia ma, con i suoi 13 racconti, le poesie e le testimonianze, congela l’attimo di un evento drammatico e irripetibile. Lui stesso ha trascorso tre settimane in Emilia da soccorritore. Sua anche l’idea di un testo teatrale che prende spunto dal libro: per la sua rappresentazione non vengono chiesti rimborsi in denaro ma soltanto la possibilità di vendere il libro prima o dopo l’evento. |
VISTÙ
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Il ten. Danda, insieme al racconto della tribolata vicenda del “Vestone” e sua personale, mette in risalto i risvolti umani caratteristici del modo di essere dei suoi alpini. È la seconda edizione di un racconto avvincente e di agile lettura che, a partire da una “piccola” storia, aiuta a capire la grande storia di un Corpo d’Armata che, nell’estate del ’42, partì per una terra sconosciuta per combattere una guerra difficile. |
QUANDO VOLANO LE AQUILE
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Giuseppe Magnani, alpino d’arresto, racconta il periodo della sua naja, 18 mesi vissuti quasi interamente in Friuli. È uno spaccato della vita di caserma e dei problemi legati al rapporto con graduati e ufficiali. E poi gli incontri con i commilitoni, gente rude, a volte perfino crudele. E poi la montagna, sublime ma associata a tanta fatica e poco cibo: poca retorica ma la vita vera. |
In breve – novembre 2013
Notizie in breve.
“FORSE UN GIORNO TI RACCONTERÓ”
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Il libro, patrocinato dal Rotary Club, valorizza il fondo costituito dalle 315 lettere che il sottotenente degli alpini Federico Fossati invia alla fidanzata dal giorno in cui parte per il servizio militare fino all’8 settembre 1943. La maggior parte dell’epistolario riguarda la Campagna di Russia con il btg. L’Aquila, ma altrettanto numerose sono le lettere relative all’addestramento e all’epilogo della guerra nella provincia di Lubiana. Un fondo di grande importanza, che consente di ricostruire la storia dell'esercito italiano durante il secondo conflitto mondiale, ma che, nel contempo, mette in evidenza il contributo reso da Fossati alla vita pubblica del dopoguerra. Ed ecco l’amicizia con Peppino Prisco, l’impegno civile, la grande passione per il calcio e il legame con l’ANA. |
HELLO WAMBA
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Con testi di Marco Tarozzi Un bellissimo libro fotografico, l’ultimo del fotografo ravennate Paolo Genovesi, con le immagini del Catholic Hospital di Wamba, in Kenia – un piccolo villaggio, poche baracche, a sei ore da Nairobi - dove ogni giorno volontari e specialisti di tutto il mondo alimentano la speranza di vita della popolazione locale. Non solo cure per il corpo, ma anche per la mente, scuola, educazione, formazione. |
IL MASSACRO DI CEFALONIA
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Ci sono libri la cui lettura impone pause per il blocco mentale che impedisce di continuare. “Il massacro di Cefalonia”, scritto da Hermann Frank Meyer, è uno di questi. L’autore, scomparso nel 2009, effettuò per vent’anni puntigliose ricerche sui crimini di guerra compiuti dalla 117ª divisione cacciatori della Wehrmacht in Serbia e in Grecia e sugli eccidi dei soldati della Divisione Acqui ad opera della 1ª Divisione da montagna ed altre unità a Cefalonia e a Corfù. L’autore individua reparti, compagnie, plotoni, ricostruisce l’azione di ufficiali, sottufficiali e persino di soldati del Reich, documenta episodi e circostanze - anche di inutile e gratuita ferocia - attraverso la ricostruzione dei documenti e il racconto di protagonisti e scampati all’eccidio, compresa la fucilazione del gen. Gandin, che inutilmente trattò con il generale Hubert Lanz, comandante del XII Corpo d’armata. |
UN ALPINO IN PRIMA LINEA 1940-45
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L’epopea del sottotenente degli alpini Eugenio Bonardi sui tre fronti di Francia, Albania e Russia. Dal fronte russo uscì in ritirata con il grado di capitano, prima di essere internato nei lager di Polonia e Germania. Una minuziosa narrazione autobiografica di un’esperienza presentata nella sua cruda semplicità. |
Cima Vallona
Caro direttore, rimango sconcertato e sgomento nell’apprendere che recentemente in alcuni paesi dell’Alto Adige è stato distribuito ed affisso da parte del partito Südtiroler Freiheit (di Eva Klotz&Co.) un manifesto bilingue (si può trovarlo in internet) che prospetta una rilettura di parte della storia legata alla strage di Cima Vallona, “chiedendo alla giustizia italiana di riaprire il processo di Firenze del 1971, e che siano pubblicamente riabilitate le persone tacciate di colpevolezza, nonostante l’assoluzione (a Vienna)”.
Il cappello nel manifesto
Signor direttore, posso solo essere contento e congratularmi con Lei per la bella e sensata lettera e per l’altrettanto bella e misurata risposta.
Raduno della mitica 40ª
I veterani della mitica 40ª batteria di artiglieria da montagna (oggi inquadrata nel 1° rgt. artiglieri da montagna di Fossano) si sono dati appuntamento a Cesana, in alta val di Susa, per il loro annuale raduno.
Il Vajont non è retorica
Carissimo don Bruno, mi permetto innanzitutto di darti del tu come si fa tra di noi e vengo subito al dunque: sono veramente stufo di tutta questa retorica che coinvolge il Vajont ogni volta che ci avviciniamo alla triste e famosa data della tragedia.