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sabato, 12 Luglio 2025

Fumetto – Da Caporetto alla Vittoria. Storia di un alpino

La graphic novel è stata presentata a Torino il 25 novembre al Circolo della Stampa, in un incontro moderato dal Presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti Alberto Sinigaglia, cui – oltre agli autori e a numerosi studenti piemontesi - hanno partecipato lo storico Gianni Oliva e il Generale Claudio Graziano, Capo di Stato Maggiore della Difesa, alla presenza del Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini Sebastiano Favero che ha ricordato come l’opera sia stata realizzata dall’Associazione in occasione della 89ma adunata di Asti.

L’Ana in Antartide!

La nostra Associazione è arrivata… in Antartide! Il guidoncino del gruppo alpini di Zero Branco (sezione di Treviso) è stato portato tra i ghiacci al seguito della spedizione scientifica italiana che si stabilirà per un anno nella base Italo-Francese “Concordia”. È stato donato dall’alpino Fabio Candelù al tecnico di laboratorio Lucio Tegon di Mogliano Veneto, che fa parte della spedizione giunta nel continente per scopi scientifici e di ricerca climatologica. Il guidoncino farà bella mostra di sé nella sala riunioni della base scientifica, con grande orgoglio da parte di tutti gli alpini.

Inaugurazione della mostra "In giro per l’Italia con le penne nere", a Roma

Il prossimo 29 novembre, alle ore 16.30, presso il Palazzetto Mattei in Villa Celimontana a Roma (in via della Navicella 1), verrà inaugurata la mostra fotografico-documentaria sulle penne nere e la loro più grande manifestazione, intitolata “In giro per l’Italia con le penne nere - Geografia delle Adunate Nazionali degli Alpini dal 1920 ad oggi”. Parte del materiale esposto è stato raccolto in una pubblicazione curata da Isabelle Dumont in collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini.

“Mombarone 1991-2016: 25° di ricostruzione”, presentazione a Biella

Mercoledì 23 novembre, alle ore 19,30, presso la sala convegni dell’ANA sezione di Biella - Biblioteca Antonio Pirini, in via Ferruccio Nazionale 5, sarà presentato: “Mombarone 1991-2016: 25° di ricostruzione”. Sarà presente l'autrice Margherita Barsimi Sala.

Fratelli… al fronte

«Mio padre, Francesco Anelli, professore di liceo, umanista e saggista, volontario nella Grande Guerra nell’arma dei Bombardieri, classe 1898, fiero di avere in me un figlio ufficiale di Artiglieria da Montagna (63º Corso Auc, 1971/1972), mi affidò prima di morire, tutto quello che atteneva al “pensiero militare” e la fitta corrispondenza, dal dopoguerra agli anni ’80, con i compagni d’arme. Persone semplici ma di elevato senso civile e militare.

Segnali di una nuova alba

Sono un Capogruppo (forse del Gruppo più piccolo dell’Ana: 11 alpini e 3 amiche), che tira avanti come chi si trova con l’auto in riserva sulla pista nel deserto. Fermarsi? Mai (sarebbe la fine). Tornare indietro? Impossibile (manca la benzina). Unica scelta? Continuare, andare avanti con la speranza che, dietro la prossima duna, spunti un punto di rifornimento: solo così avremo salva la vita. Ho usato questo paragone perché certe situazioni le ho vissute, personalmente, quando lavoravo nel Sahara algerino.

Per la Patria e la pace

Al pellegrinaggio al Sacrario dei Caduti d’Oltremare hanno partecipato, anche quest’anno, diverse associazioni combattentistiche e d’Arma della città di Bari, come quella dei Marinai, dei Bersaglieri, dei Paracadutisti e l’Associazione Carabinieri. Particolare risalto ha avuto il vessillo della Sezione Lagunari di Roma scortata da Paolo Pellegrini. 

Finezze d'artisti

Siamo impegnati nel tratto finale della salita al Col di Lana, la spia che segnala la riserva di energia non si è ancora accesa ma non tarderà molto a dare il segnale fatidico che indicherà tutto il nostro “essere agli sgoccioli” quanto a carburante. Spediamo quindi un ulteriore messaggio alla nostra volontà che riesce a far muovere il propulsore anche controvoglia. 

La strage di Vergarolla, per non dimenticare!

Ci sono morti che fanno rumore e morti che scompaiono tristemente nel silenzio. D’altra parte una legge non scritta vuole che la storia venga fatta dai vincitori e che si ricordino soltanto gli orrori perpetrati dai vinti. Sono stati necessari sessant’anni perché venisse istituita la Giornata del Ricordo e venissero riconosciuti gli orrori delle foibe, accuratamente nascosti fino ad allora in attesa che il tempo eliminasse gradualmente i testimoni e cancellasse ogni memoria; dobbiamo essere grati al pragmatismo dell’on. Violante che, di fronte alle richieste delle Associazioni degli esuli, che chiedevano che la storia delle foibe fosse inserita nei libri di scuola unitamente alla storia della resistenza, rispose “in effetti il muro di Berlino è caduto, non c’è più motivo di nascondere la verità”. 

Raccontare la storia

Sono la moglie di un alpino e ho letto con estrema soddisfazione il suo editoriale sulla storia. L’ho insegnata per 40 anni ma forse, come dice lei, tutto è nato da un padre che ogni sera mi raccontava la storia che viveva giorno per giorno; da Portella delle Ginestre all’invasione dell’Ungheria, dalla sua prigionia in Algeria (7 anni) alle prime elezioni repubblicane.

L'amaro in bocca

Il nostro giornale da tempo ha cambiato veste, è un piacere leggerlo, piacere che come ogni mese assaporo con gioia. Dato che lei ne è il direttore non può però esserle sfuggito anche quanto sia cambiato in un particolare che personalmente non condivido troppo, o se devo essere sincero proprio per niente. 

Il bocia del Val Cismon

Il 26 giugno 1916, il sergente novarese Carlo Balelli, fotografo nella vita civile e all’epoca aggregato alla “squadra telefotografica da montagna” della 4ª Armata, si trovava a forcella Magna (2.117 metri) sul massiccio di Cima d’Asta. Presso il villaggio di baracche che sotto la forcella ospitava il presidio composto da alpini, fanti e artiglieri, il graduato ebbe modo di immortalare un gruppo d’ufficiali, probabilmente del battaglione Valbrenta, 6º Alpini, intento ad ascoltare la lettura pubblica d’un comunicato del generale Cadorna. 

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