Serata a Verona per la realizzazione del primo film sulla ritirata di Russia

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Un fundraising per non dimenticare. È la sfida di Alessandro Garilli, giovane regista di Valeggio sul Mincio che ha deciso di girare il primo film sulla Ritirata di Russia del 1943. Un dramma che ha coinvolto 100mila ragazzi. Centomila madri che non hanno più avuto notizie dei propri figli, centomila famiglie senza nemmeno una tomba su cui piangere. Si intitola “La seconda via” e si pone l’ambizioso obiettivo di aprire la strada a una narrazione per immagini su una delle tragedie peggiori della Storia. Ottenuto il patrocinio dei Ministeri dei Beni Culturali e della Difesa, oltre che quello dell’Associazione Nazionale Alpini, il film è ora alla ricerca di sponsor.

In collaborazione con gli alpini veronesi il prossimo 10 ottobre alle ore 20.30, è stata organizzata una serata in Gran Guardia per promuovere e far conoscere la sua opera.

«Ci sono emozioni fortissime che non possono andare perdute», ha commentato il presidente sezionale Luciano Bertagnoli durante un incontro con il regista. «Abbiamo bisogno di un profondo rinnovamento culturale che passa anche da qui: dobbiamo far capire ai nostri ragazzi che la nostra epoca piena di difficoltà non è minimamente paragonabile a quello che hanno vissuto quei ragazzi settant’anni fa». E quale linguaggio migliore di quello del cinema per coinvolgere le nuove generazioni?

«Sulla ritirata di Russia esiste una bibliografia sterminata, ma non ci sono film – ha spiegato il regista -. Se parliamo ai nostri ragazzi, credono erroneamente che si tratti di un evento correlato alla Prima Guerra Mondiale. Se invece chiediamo loro qualcosa sulla Guerra del Vietnam sono molto più informati: del resto su questo conflitto sono stati girati qualcosa come 80 film. Io mi auguro che il nostro film possa aprire una discussione sul dramma russo».

Per sostenere il film e per maggiori informazioni: www.lasecondavia.it

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