A Goito, nel Mantovano, lo scorso 9 gennaio l’alpino reduce di Russia Giuseppe Pippa ha posato lo zaino a terra. Era nato il 6 aprile 1922 a San Zeno di Montagna; chiamato alle armi il 19 gennaio 1942, venne assegnato al battaglione Verona del 6° reggimento alpini, “Le Aquile del Sesto”.
Il battaglione Alpini Verona partecipò alla campagna di Russia e fu decimato il 19 gennaio 1943 a Postojali. Lì gli si congelarono i piedi e successivamente gli furono amputate due dita. I pochi superstiti, tra cui “el Pippa” continuarono la ritirata fino alla terribile battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 1943 e i sopravvissuti rientrarono in Italia in condizioni fisiche drammatiche.
Il Pippa fu tra i pochi superstiti della campagna di Russia, sempre attento e vigile fino alla fine, con l’aiuto della moglie e delle figlie raccolse i suoi ricordi nel libro “La mantellina ingiasà”, disponibile presso la segreteria della Sezione di Verona, alla quale era iscritto.
La figlia minore, Rita Pippa, nel suo intervento durante la cerimonia funebre, lo ha ricordato così: “Bepi l’alpino non sa della sua grandezza, non comprende il motivo di tanta devozione. Lui piccolo soldato alpino, sprofondato nella neve, a terra, disperato. ‘Basta io resto qui’ Non si capacita degli sguardi ammirati, delle labbra che baciano le sue mani con amore, delle orecchie che lo ascoltano attentamente. La gente lo tocca, lo sorregge, lo prende per mano, lo conduce, non perché è un vecchio di cento anni, ma per stargli accanto, condividere la sua stessa strada, vedere gli stessi orizzonti: la neve, il freddo e il dolore che racconta. Raccogliere la sua forza, farla propria, toccando quel corpo che attraversato la vita. Sempre diritto e passo slanciato, non cede, non si scoraggia Bepi l’alpino. Semplice eppure grandioso e il suo sguardo limpido, posato con infinita dolcezza negli occhi di chi gli si avvicina. Parla con tutti e tutti sentono l’emozione di averlo conosciuto e di essere diventati, per un istante o per sempre, fratello, figlio, nipote, amico di Bepi l’Alpino. Tornano a casa col suo nome inciso nel cuore e tutti trovano posto nel cuore di Bepi l’alpino”.
Adesso che “El Pippa” ha posato il zaino a terra ed è andato nel paradiso di Cantore, tocca a noi il compito di raccontare e tramandare la storia alle nuove generazioni, anche grazie ai suoi ricordi e insegnamenti.