I canti degli alpini

Il canto popolare rappresenta la più genuina forma di trasmissione di usi, costumi, tradizioni di un popolo, strumento di comunicazione di massa per veicolare informazioni, pettegolezzi, cronache, notizie o lezioni di vita. Esso si tramanda, oralmente, con regole semplici che ne hanno permesso l’arrivo fino ai giorni nostri, subendo sostituzioni, adattamenti, fusioni, aggiunte, omissioni, contaminazioni.

Le tematiche affrontate nel canto popolare sono le più diverse: le stagioni, le feste, la religione, i riti, il mondo infantile, la cronaca, il lavoro, l’amore, la società, la politica, la protesta, la montagna.

Il canto militare, la cui origine si perde nella notte dei tempi, fa certamente parte di quel filone popolare, carico di tutte quelle dinamiche che la tradizione orale porta con sé.

La guerra del 1915-1918 fu l’ultima guerra di posizione. La trincea, dove i soldati passavano la maggior parte del loro tempo, diventava un vero e proprio punto di scambio culturale e sociale tra persone provenienti da tutta la penisola, e dunque una vera e propria culla per l’amalgama e la contaminazione di leggende, superstizioni e di tutto quel bagaglio culturale che ogni individuo portava dalle proprie terre. Certamente tra quegli oggetti immateriali, che si possono chiamare col nome di folklore, non mancavano i canti.

La prima guerra mondiale è dunque il punto focale dei canti di guerra, della loro nascita o almeno della codificazione di come giungeranno fino a noi. Le tematiche affrontate nei canti del soldato al fronte, in cui non vi sono quasi mai affermazioni di tipo combattivo o guerresco come era ad esempio per il periodo risorgimentale, sono abbastanza comuni e uniformi: si va dalla lontananza da casa alla famiglia idealizzata, dalle descrizioni più o meno veritiere della vita di caserma con riferimenti al proprio equipaggiamento ai testi goliardici che sbeffeggiano commilitoni, imboscati e superiori. Anche i canti degli Alpini non sono altro che adattamenti di canti precedenti, italiani e non, variati, soprattutto nel testo, per essere adattati ad una precisa situazione, ad un preciso momento o fatto storico. L’ANA ha realizzato negli anni tre incontri sull’argomento.

Il primo portò alla scelta di pochi canti che possono essere considerati effettivamente e genuinamente “degli Alpini”, sempre però nella consapevolezza che il popolo, anche quello degli Alpini, è ad un tempo portatore e compositore, quindi parlare di originali è, e rimarrà, pressoché impossibile.

Trentatrè

In questa pagina non può ovviamente mancare l’Inno degli Alpini. Per conoscere la storia di questo canto si legga il saggio realizzato da Franco Crosio e Bruno Ferrarotti.

 

Come curiosità, si veda anche il testo che compare su L’Astico, giornale delle trincee, del 1918.

Il Canto degli italiani

Infine una sezione dedicata all’Inno nazionale, qui valorizzato con due contributi. Il primo è un’accuratissima edizione critica realizzata da Maurizio Benedetti, che volentieri ha dato l’autorizzazione alla pubblicazione del suo lavoro, mentre il secondo è un filmato realizzato dalla Fondazione Vittorio Bersezio di Torino.

Pagina a cura di Alessio Benedetti