Zona franca

    0
    45

    Rubrica aperta ai lettori.

    L’ADUNATA A BOLZANO

    A proposito della mancata Adunata a Bolzano, penso che la conoscenza della storia e delle vicissitudini di questa terra stupenda, che dopo 46 anni di permanenza sento come mia a tutti gli effetti, avrebbero forse evitato tanti equivoci ed incomprensioni. La coincidenza delle manifestazioni hoferiane, in occasione dei 200 anni della rivolta del popolo tirolese contro i francesi ed i loro alleati bavaresi, dopo che l’Austria aveva dichiarato guerra alla Francia nel luglio 1809, avrebbe dovuto suggerire agli organizzatori un diverso approccio per la soluzione del problema. Nella sua lettera il presidente della sezione di Bolzano afferma testualmente che: Andreas Hofer fu fucilato a Mantova nel 1809 dagli austriaci . L’eroe tirolese fu condannato a morte nel gennaio 1810, come si può leggere nella sentenza pubblicata in tre lingue (francese, italiano e tedesco) pronunciata dalla Commissione Militare di Mantova in nome di Napoleone, imperatore dei francesi e re d’Italia. La sentenza fu eseguita nel mattino del 20 febbraio 1810. Per quanto sopra le celebrazioni hoferiane del bicentenario riguardano il ricordo ed i valori ad essa collegati della rivolta contro gli invasori francesi e bavaresi. Il risvolto, pertanto, è molto diverso della semplice commemorazione della morte di un eroe popolare come Andreas Hofer.

    Gen. B. Renato Pagano Bolzano

    ANNA, LA MASCOTTE DEL CORO

    Sono una diciannovenne di Bagnolo Mella, provincia di Brescia, all’apparenza uguale a tutte le ragazze della mia età. Questo perchè molti non sanno che io ho avuto la fortuna di ricevere un dono speciale: l’amicizia e l’affetto del Coro ‘dell’Isba’, ed in seguito di tutto il gruppo alpini, di Bagnolo. Tutto ha inizio il 22 novembre 2003. Seduti a tavoli distanti: tavolo del coro degli alpini e tavolo del coro Coretto in occasione di Santa Cecilia. La voce delle penne nere inizia a farsi sentire. Tra un brindisi ed un boccone iniziano ad intonare canti che noi giovani non avevamo mai sentito (o che mai avevamo voluto sentire). Nasce così la voglia di unirmi a questa allegra compagnia. Unica giovane, per di più di sesso femminile, in mezzo agli alpini, ma questo non mi creava nessun problema anzi… stavo proprio bene tra ‘quei giovani di altri tempi’, si rideva e si cantava. Arriva il momento dei saluti e, tra una battuta e l’altra, gli alpini si sono fregati con le loro mani. Sto per andarmene quando dal caos spunta una voce: ‘Se ti siamo piaciuti puoi venire a trovarci quando vuoi. Noi proviamo tutti i lunedì sera.’ Pensavano scherzassi, sembrava solo il divertimento di una sera. E invece il lunedì successivo li ho raggiunti in sede e, tra il loro stupore e un po’ di imbarazzo mio, mi hanno eletto mascotte! Avete mai sentito parlare di emozioni che non si possono descrivere a parole?Beh, sto parlando proprio di queste. Nonostante la mia loquacità, sono incapace di descrivere il sentimento che mi accompagna da quel giorno d’autunno. Posso esprimerlo solo parlando di un continuo magone allo stomaco e di una luce negli occhi che prendono vita ogni volta che incontro o parlo dei miei alpini. Ogni volta che penso a queste persone straordinarie che trasmettono tanto con una semplicità estrema. Tante storie diverse unite dalla lunga penna nera; tanti esempi di vita che aiutano a capire ciò che conta realmente, a scoprire che niente vale quanto un sorriso; gente comune che insegna l’importanza di ‘sporcarsi’ le mani per gli altri senza pensare al proprio tornaconto; persone che sprizzano gioia da tutti i pori e che dopo il duro lavoro dimostrano ancora quale sia la genuina compagnia. Sta di fatto che io non li ho più lasciati. Senza i miei alpini non sarei la Anna che sono, non apprezzerei tante cose semplici che sono le più belle e le più importanti.

    Anna Bagnolo Mella

    DISCIPLINA ASSOCIATIVA

    Il nostro apparato organizzativo, che tutti ovviamente conoscono, molto spesso viene mal sopportato e ritenuto un covo di burocrati. Si è portati a pensare, ad esempio, che il ruolo dei consiglieri sezionali non serva molto al funzionamento della nostra struttura. Non è così. Sfogliando un qualsiasi regolamento possiamo leggere che la sezione è retta ed amministrata da un consiglio direttivo. Fissiamo nella mente, per intanto, queste parole ‘sezione’ , ‘retta ed amministrata’, su cui si tornerà più avanti. Il consiglio si riunisce sulla base di un ordine del giorno discute sui vari temi con proposte, suggerimenti, prese di posizione, critiche costruttive e votazioni. Alle volte il clima si può surriscaldare, qualche animo si accende e ciò succede quando le proprie idee vengono portate avanti con un pizzico di presunzione in più. Poi tutto si ricompone e la discussione rientra nell’alveo di un confronto schietto, sincero nell’interesse della Associazione. Già è proprio nell’interesse dell’associazione e nella salvaguardia degli scopi previsti dallo Statuto che è improntata l’azione dei consiglieri. E sì, perchè nella nostra vita associativa ci sono ruoli ben precisi per i quali ognuno è libero di candidarsi o meno, ma se si candida assume un obbligo nei confronti del nostro mondo, sia esso in campo nazionale, sezionale o di gruppo. Nel nostro caso i consiglieri assumono l’onere e l’obbligo di reggere ed amministrare la sezione, cioè tutti gli iscritti. Quindi ogni attività del consigliere è rivolta all’organizzazione e al funzionamento della sezione, cioè di quell’insieme di individui che, di propria volontà e coscientemente si sono iscritti all’ANA accettandone la struttura gerarchica ed amministrativa e obbligandosi a rispettarla. Pertanto giova ribadire che i soci, che sono la sezione, assumono anche obblighi e non solo diritti. Le decisioni, anche sofferte, i suggerimenti, le raccomandazioni assunte dal Consiglio non sono frutto di amene serate o di celesti ispirazioni, ma di scambio di opinioni e di idee, partite a volte anche dai capigruppo o dai singoli soci e di cui i consiglieri si fanno portatori. In estrema sintesi, è un lavoro di equipe nell’ambito della quale ognuno di noi si è proposto per il ruolo (od incarico) che si sente di ricoprire nell’interesse dell’Associazione e che a questo ruolo si deve attenere secondo le direttive che riceve o che impartisce. Il Consigliere non è un burocrate, ma in quanto facente parte anche di un gruppo di lavoro sezionale, è quella figura che per sua scelta, per la fiducia accordata da coloro che rappresenta e per la sua esperienza, capacità e spirito d’iniziativa concorre, assieme a tutti gli altri al raggiungimento degli scopi associativi con un ruolo di coordinamento e di sprone. Il Consiglio è parte della sezione e il suo compito non è facile soprattutto quando dalla periferia si manifestano segni di insofferenza dovuti a motivi che sicuramente non hanno niente a che fare con i fini della nostra Associazione ed è qui che tutti noi, nei vari ruoli dobbiamo lavorare. La sezione non è un ente astratto, è un crogiolo in cui operano migliaia di individui che si chiamano alpini e il cui comportamento deve essere adeguato al nome che portano. Da parte di un gruppo è senz’altro giusto operare sul territorio di competenza, ma attenzione, non ci si deve sentire appagati dall’organizzazione di una festa, o di un anniversario, saremmo un po’ fuori strada. Dobbiamo pensare più in grande, dobbiamo favorire la collaborazione tra i gruppi ideando nuove iniziative di ampio respiro che lascino un segno alla comunità, svolgere attività che diano alla Sezione l’immagine che si merita. Lavorare pertanto assiem
    e: consiglieri, gruppi di lavoro, capigruppo, soci e anche amici ognuno nel proprio ruolo e con le proprie responsabilità. Dobbiamo essere fermamente convinti che l’ANA, specie nell’attuale scenario nazionale, ha l’obbligo morale di dimostrare la sua forza, ha l’obbligo di ribadire all’esterno la validità dei valori e delle tradizioni che porta nel suo DNA, valori di cui tutti i cittadini devono riappropriarsi e questo potrà avvenire solo se noi ci sentiremo veramente SEZIONE, un corpo unico, sano, efficiente ed efficace. Credetemi, senza una vera disciplina associativa, non andiamo da nessuna parte.

    Giuliano Chiofalo, consigliere nazionale Udine