Viaggio mediatico dalla Bosnia all’Afghanistan in visita ai nostri reparti

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    Videoconferenza al Comando delle Forze operative terrestri di Verona (COMFOTER) con i teatri operativi nei quali i nostri militari, e in particolare gli alpini, sono impegnati. Fanno capo a questo comando circa 75 mila uomini e 7 comandi di Corpo d’Armata, che comprendono 21 comandi di Brigata e 121 comandi assimilabili a reggimenti. In pratica, oltre tre quarti del nostro Esercito.

     

    Il comandante, generale di C.A. Armando Novelli, ha spiegato ai giornalisti che il COMFOTER è responsabile, forte anche delle esperienze di quanti vi operano, della preparazione dei militari che vengono impiegati in missione, per metterli nelle migliori condizioni di svolgere i loro compiti pur nella diversità delle tipologie di intervento, mentre la responsabilità operativa sul campo è dello Stato Maggiore della Difesa, attraverso il Comando Operativo di Vertice Interforze (COIDIFESA).

    Sono tutte missioni delicate e non prive d’insidie e pericoli. Promuovere la pace, tutelare la difesa della popolazione, coadiuvare al miglioramento delle condizioni socio economiche del territorio, spesso distribuire viveri e medicinali, istituire posti di pronto soccorso, scuole, ponti, pozzi sono componenti fondamentali di una missione che ha certamente un carattere militare ma anche una fondamentale e importantissima valenza civile. Alla conferenza il gen. Novelli era affiancato dal gen. D. Giorgio Battisti e dal gen. B. Vincenzo Santo. Su grandi schermi erano collegati i comandanti dei contingenti italiani in Kosovo, Libano, Afghanistan (Kabul ed Herat) e in Bosnia, o loro sostituti.

    Al telefono, il comandante dell’ospedale militare italiano in Ciad. Complessivamente sono 6.500 i militari dell’Esercito, dei quali oltre 2.000 alpini, attualmente in missione all’estero. A questi, vanno aggiunti i 4.500 uomini dell’Esercito che sono impegnati nell’emergenza sicurezza in diverse città, come Roma, Torino e Napoli. Dalle parole del gen. Novelli, e da quelle dei comandanti nei teatri di operazione, emerge un denominatore comune: i nostri militari hanno qualcosa in più rispetti a quelli di altri Paesi.

    Hanno maturato una capacità di mediare in situazioni complesse, di aver un diverso rapporto con la popolazione locale, di rispetto per il modello di vita e la cultura altrui. I tagli che non hanno risparmiato neanche la Difesa hanno influito sulla preparazione dei nostri soldati?, gli è stato chiesto ricordando che la stessa relazione del ministro della Difesa parla di problemi di addestramento. Non per noi risponde Novelli categorico e i risultati delle missioni lo confermano: i nostri reparti sono ben preparati sia per i compiti nei territori delle missioni sia per i compiti di sorveglianza nelle città, in Italia. Certo, abbiamo dovuto fare delle scelte penalizzando altre attività tradizionali, ma nel complesso quanto abbiamo fatto e stiamo facendo lo consideriamo positivo .

    Del resto, lo dimostrano le relazioni dei vari comandanti collegati in videoconferenza: il gen. Iannuccelli dal Libano, il col. Zamboni da Herat dove ha il comando il gen. B. Serra, comandante in Patria della Brigata Julia e della forza multinazionale composta da reparti di 12 Paesi (il gen. Serra, al momento della conferenza, stava ispezionando uno dei posti avanzati nella grande provincia afghana), il col. Mulciri comandante del 9º rgt. Alpini da Kabul, che ha la responsabilità anche di una compagnia bulgara e di un reparto del Genio greco; da Sarajevo il col. Passaro e il responsabile dell’ospedale italiano col. Smiderle dal Ciad.

    Hanno tutti dato la dimostrazione di serenità, di determinazione, di grande motivazione e professionalità. Al di là di ogni retorica, c’è davvero da restare ammirati di questi nostri portabandiera, così tanto stimati nei Paesi in cui operano, rappresentanti di una parte dell’Italia migliore. Grande rilievo è stato dato dai comandanti all’aiuto della nostra Associazione.

    Per tutti ha parlato il col. Mulciri, comandante del 9º rgt. alpini, che ha detto della collaborazione stretta e del supporto morale delle nostre Sezioni, supporto che ci aiuta veramente molto. In tutte le attività che mettiamo in cantiere possiamo sempre contare sull’Associazione Alpini . Ha concluso il gen. Novelli. I nostri militari tutti i giorni escono dalle loro basi per pattugliare il territorio, accettando i rischi con spirito di servizio e senso del dovere. Per questo guardo ai miei soldati con ammirazione e stima .
    Sentimenti condivisi, caro Comandante, da tutti noi. (ggb)

    Pubblicato sul numero di novembre 2008 de L’Alpino.