VARESE Ristrutturata una scuola a Odessa (Ucraina)

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    Un gruppo di sei volontari (Piergiorgio Grassi, Adolfo Zilio, Giancarlo Riva, Angelo Berlato, Vittorino Bonetti e Angelo Gambirasio) forte di analoghe esperienze all’estero, ha accettato l’invito del presidente della sezione di Varese, Francesco Bertolasi, di recarsi in Ucraina per ristrutturare alcuni locali di una scuola. L’appello faceva seguito ad una domanda della comunità salesiana, che ha acquistato e riavviato una vecchia scuola alla periferia di Odessa. Adolfo e Carlo avevano fatto un primo sopralluogo in quella struttura per verificare la possibilità di trasformare alcuni locali fatiscenti in refettorio e in due nuove aule scolastiche, con annessi servizi igienici.

    Durante il soggiorno la comunità salesiana ha sempre sostenuto i nostri alpini con una presenza discreta, ma affettuosa e costante. Inoltre don Andrea, don Michele, don Gioacchino, meritano plauso per l’opera educativa che stanno svolgendo in un contesto non facile, dove le proposte di vita sociale per i giovani sono quasi inesistenti e loro rappresentano l’unico punto di aggregazione giovanile. Ad ogni celebrazione, a volte anche alla presenza di monsignor Pietro, vescovo ausiliare di Odessa, durante l’omelia gli alpini sono stati citati come portatori di valori etici e cristiani.

    Questi tre giovani sacerdoti polacchi hanno coinvolto il gruppetto degli alpini (a volte comprensivamente reticenti!) nella loro vita pastorale, con messe, concerti, preghiere ad ogni pasto Purtroppo la barriera linguistica ha impedito più approfonditi scambi di idee e opinioni con la popolazione; tuttavia i bambini della scuola hanno rapidamente imparato il nostro ciao ed hanno sfoggiato tutte le parole delle canzoni italiane più popolari. La presenza dei piccoli, in ogni luogo, è sempre motivo di allegria e di speranza, la stessa speranza che ci auguriamo di aver offerto con il nostro piccolo intervento. Quando il gruppetto di alpini è partito era attorniato dal calore di tante persone.

    Pubblicato sul numero di settembre 2009 de L’Alpino.