“Valtellina 2012”: una pagina di operosità

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    Il terremoto prima – tutti hanno sentito la vicinanza alle genti colpite – e l’imperversare del maltempo durante, non hanno scalfito la buona riuscita dell’esercitazione di Protezione Civile “Valtellina 2012” che si è svolta dall’8 al 10 giugno. Al campo base a Chiuro, cuore operativo della manifestazione, tutto si è svolto al meglio, con sequenze e sincronismi ben collaudati; responsabili ad ogni livello, coordinatori e volontari hanno profuso impegno e competenza, dimostrando sul campo le note più positive.

    La cittadella dei volontari, allestita da giorni, si è aperta alla nutrita pattuglia di tute gialle e arancioni. Un impegno che era stato programmato da mesi e curato con quotidiani contatti con Istituzioni, enti e amministrazioni, tra cui la Provincia, i responsabili del consorzio del bacino imbrifero montano, il Comune di Chiuro e la Pro loco. L’ospitalità del Comune di Chiuro è stata eccellente ed ha attenuato il disagio dei numerosi rovesci di pioggia battente che hanno punteggiato tanti momenti della tre giorni e che hanno reso più insidiosi i teatri operativi dei dieci cantieri di “Valtellina 2012”.

    Dal torrente Tovate a Campovico di Morbegno, alla Valmasino, alla Valmalenco, agli altri torrenti fino alla Valfontana, è stato tutto un dispiegamento di forze: 1215 volontari che, nella giornata di sabato, hanno liberato da piante infestanti, ripulito da rifiuti e restituito al naturale corso gli alvei dei torrenti. È stata un’esemplare prova di coesione associativa, di attenzione al territorio, di efficacia operativa. L’opportunità di spostare ad altra data l’esercitazione per utilizzare i volontari negli aiuti ai terremotati emiliani è stata superata dall’impegno di rispondere comunque alla chiamata quando giungerà dai coordinatori nazionali.

    Le note di cronaca si riassumono nella concentrazione degli arrivi dei volontari nel pomeriggio di venerdì, la loro sistemazione e istruzione dei cantieri e delle procedure operative per il lavoro del giorno successivo. Alle 6 di sabato mattina l’alzabandiera ha aperto l’intensa giornata di lavoro. Un inquadramento militare ha caratterizzato la partenza delle colonne di automezzi dirette ai cantieri. Svuotato il “formicaio” si sono poi viste all’opera le “formiche” in tuta gialla o arancione negli alvei dei fiumi assegnati. Un concerto di motoseghe, una composta frenesia lavorativa, il fronte della pulizia avanzava senza sosta. Uno slancio collettivo, un assalto all’incuria e in 7/8 ore d’interventi lo scenario è completamente mutato. La lussureggiante vegetazione di arbusti, piante, cespugli e rovi che occultava il corso e costituiva un potenziale moltiplicatore di danni in caso di piena dei torrenti era scomparsa. Tagliata, ordinatamente ammucchiata, trasportata o collocata fuori alveo.

    Il torrente ha conservato il suo status, l’eventuale piena può essere contenuta dalle solide arginature, le comunità che convivono accanto possono rasserenarsi dai timori, sempre presenti, delle calamità che la memoria ben ricorda e la storia conta. L’ostinazione della pioggia battente ha indotto taluni al riposo serale ma in tanti hanno potuto apprezzare le proposte della “capitale del vino”; aperte le rinomate cantine per degustare quello che già citava Leonardo nel Codice Atlantico “… Voltolina …fa vini potenti e assai…”.

    Il programma domenicale si è aperto con la Messa officiata dal cappellano sezionale, il francescano fra Mario, che ha richiamato ai concetti della volontarietà, della gratuità e del donare quali valori insiti in questo operare “scarpone”; ha accompagnato la liturgia il coro “Montagne Mie” di Chiuro. È seguita l’apposizione della medaglia sul vessillo sezionale (assegnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri all’ANA per riconoscere l’impegno dei volontari che hanno operato a seguito del terremoto in Abruzzo), cui sono seguiti i brevi interventi di saluto e ringraziamento delle autorità e dei vertici associativi: il consigliere nazionale Mariano Spreafico, il segretario nazionale della P.C. Michele Longo, il coordinatore di P.C. del 2° Raggruppamento Ettore Avietti, presenti anche il gen. Maurizio Gorza e Carlo Cassani. Momento di intensa partecipazione e di fraterna amicizia quello che ha visto poi la consegna di attestati, crest e omaggi ai responsabili delle sezioni ANA e di altri nuclei coinvolti nei lavori.

    Grazie ad uno squarcio d’azzurro nella cappa di pioggia, si è snodata un’ordinata sfilata per le vie di Chiuro per andare a deporre una corona al monumento ai Caduti ed elevare una preghiera suggerita dal parroco don Attilio Bianchi; a scandire il passo le note della Filarmonica di Ponte Valtellina. Sfilata culminata con l’ammainabandiera a sancire la chiusura del programma cerimoniale. Un gustoso rancio finale a raffiche di pizzoccheri, taragna, sciatt, lubrificato da nettare dei retici terrazzamenti, ha posto fine ad una riuscita manifestazione che ha registrato una convincente struttura ma soprattutto una riconferma del generoso slancio con il quale alpini e volontari sanno concretizzare con i fatti laddove le parole talvolta sono vuote. L’ultima annotazione è relativa al tempestivo invio della “eccedenza alimentare deperibile” all’Istituto Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza – Casa Santo Luigi Guanella di Milano, per non disperdere proprio nulla di questa scarpona Provvidenza.

    Marino Amonini

    Volontari in azione

    A.I.B. 20, A2A 10, sezione di Bergamo 177, sezione di Brescia 51, sezione di Colico 23, sezione di Como 42, sezione di Lecco 95, sezione di Luino 23, Medici e Veterinari Scuola Sanitaria Lombardia 54, sezione di Monza 1, sezione di Pavia 16, sezione di Salò 20, sezione Vallecamonica 21, sezione di Varese 50, sezione di Sondrio 466, sezione di Tirano 36, altre Sezioni 70, Comunali 40. Hanno operato complessivamente 1.215 volontari (da annotare che, anticipatamente, avevano operato con analoghi interventi in propri ambiti fluviali i 92 volontari di Chiavenna ed i 20 di Bormio).