CAPORETTO – GIORNI D’INFERNO

    0
    256
    “Le linee telefoniche sono spezzate, i centralini saltati in aria. I portaordini non tornano più indietro. Siamo isolati, non comunichiamo più con nessuno né alcun comando ci fa pervenire ordini… Le prime linee hanno ceduto… gli austriaci hanno superato la zona di sbarramento e avanzano…”. È l’immagine sconvolgente di Caporetto nel messaggio radio di un tenente della brigata Caltanissetta. Una tragedia costata 11.600 morti, 30 mila feriti, 265 mila prigionieri e 350 mila sbandati. Ancora oggi, gli allievi ufficiali dell’accademia di West Point studiano la formidabile offensiva messa a punto dal generale Konrad Krafft von Dellmensingen, capo di Stato Maggiore della 14ª Armata austro-tedesca comandata dal generale Otto von Below.

    Per giorni aveva ispezionato le linee del fronte nordorientale e parte del Veneto, aveva fatto distribuire a tutti i reparti e comandanti cartine ricavate dalle foto scattate dagli aerei da ricognizione che avevano ripreso tutto: strade, ponti, sentieri, boschi, campi, paesi… Poi l’offensiva, a sorpresa nonostante il gen. Cadorna fosse informato dei piani nemici, ignorati perché ritenuti fuorvianti. Nella notte del 24 ottobre 1917, alle 2, si scatenò l’inferno: un devastante bombardamento, preciso, sulle prime linee con proiettili a gas asfissianti e mortali e contemporaneamente anche sulle seconde. Non c’era strada, deposito, paese che non fosse nel micidiale tiro delle artiglierie. Mentre le Sturmpatouillen – squadre speciali di assalto armate di mitragliatrici – aggiravano le truppe in fuga per chiuderle nella morsa. “Modesta o inesistente la reazione italiana”, come noterà con meraviglia lo stesso von Dellmensingen. Dopo Caporetto, come si sa, cambiò tutta la strategia italiana: esautorato Cadorna, il comando fu affidato al generale Diaz che riorganizzò l’esercito con pugno di ferro ma diede anche fiducia alle truppe e quindi concentrò sulla linea del Piave, su un fronte di soli 138 chilometri, due milioni di uomini, 15.000 pezzi d’artiglieria e 1.200 aerei. L’esercito austro-ungarico, ormai logorato, non resse all’urto della controffesiva. Poi fu Vittorio Veneto, Trento, l’armistizio. Questo bel libro, con interessanti fotografie, è arricchito dal diario inedito di un ufficiale, forse un capitano, che riporta la guerra vissuta da un singolo combattente. E poi documenti, mappe e una preziosa bibliografia.

    Giangaspare Basile

    ALBERTO DI GILIO

    CAPORETTO – GIORNI D’INFERNO – Le tappe della disfatta del regio Esercito italiano nelle pagine inedite di un ufficiale di artiglieria

    Pagg. 181 – euro 20 Gino Rossato Editore – Novale di Valdagno (VI) – Tel. 0445/411000 – info@edizionirossato.it