Una sfida esaltante

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    Il fenomeno risulta evidente se guardiamo qualche foto storica di giuramenti, in piazze gremite da migliaia di reclute: reggimenti a organici completi, con veri battaglioni e gruppi, vere compagnie e batterie. Quando questi alpini si congedavano, si iscrivevano all’ANA. Lentamente il numero di soci aumentava. Era ieri.
    Oggi il panorama è cambiato e capita che ai giuramenti, per non mortificare l’occhio, alle reclute vengano affiancati reparti di veci , tanto per ingrossare lo schieramento che dovrà essere passato in rassegna.
    Lo chiamano nuovo modello di difesa , per noi: il tempo che fu.
    E domani?Per pensare al domani dobbiamo fare alcune considerazioni, non foss’altro per non piangerci addosso. Mai come oggi l’Associazione Nazionale Alpini è stata in salute, per numero di iscritti (324.477) e di soci aggregati (54.092). Un’Associazione forte, in grado di partecipare con ottimi risultati a grandi e piccole iniziative sia nell’ambito della protezione civile che a carattere sociale e assistenziale. Il Libro Verde che ormai da tre anni viene compilato dal nostro Centro Studi lo dimostra con il suo stupefacente consuntivo.
    È tuttavia giunto il momento in cui, tenendo conto della realtà e dei suoi aspetti meno positivi (è innegabile che, riducendosi gli organici delle truppe alpine, automaticamente si ridurrà anche il numero dei nostri nuovi iscritti) dobbiamo pensare al futuro.
    Un futuro non certo prossimo poiché il problema della riduzione dei soci ANA è ancora lontano ma per il quale possiamo sin da ora porci qualche interrogativo, pensare a costruirci una sorta di ponte che consenta alla nostra Associazione, e dei valori di cui è erede, di avere una continuità nella società che cambia.
    Possiamo sin da ora chiederci che fare, iniziare a discutere, da alpini. E sin da ora intensificare l’opera di proselitismo fra coloro che, pur avendo fatto la naja alpina, non sono ancora iscritti. Basterebbe già questo per incrementare il numero dei soci. È un compito che spetta a tutti: dal presidente nazionale al più giovane degli iscritti, ma che risulta più facile ai capigruppo che sono a contatto diretto con la realtà dei paesi.
    È un po’ una sfida: dev’essere una sfida esaltante da accettare con entusiasmo.