Una grande festa della montagna e dell'alpinit

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    Assegnato all’artigliere da montagna Pietro Monteverde, che a Santo Stefano d’Aveto, sulle pendici dell’Appennino ligure, ha trasformato un terreno impervio in una fiorente azienda agricola.

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    Il presidente nazionale Beppe Parazzini consegna la pergamena con la motivazione
    del premio all’artigliere alpino Pietro Monteverde.


    di Gian Paolo Nichele


    Io sposato?Figurati! A me piace fare le cose di testa mia.
    Batte il dito sulla tempia e spalanca, scandalizzato, gli occhi verdi. Interrompe l’intervista per essere fotografato per l’ennesima volta durante i festeggiamenti per il Premio Fedelt alla Montagna, assegnatogli per l’anno 2002. Poi viene reclamato per un brindisi. Inutile tentare: l’intervista con Pietro Monteverde proseguir pi tardi.
    Due giorni di pura alpinit: ecco l’edizione 2002 del Premio Fedelt alla Montagna conferito a Pietro Monteverde, artigliere da montagna nel gruppo Aosta, classe 1967.
    Si arriva nella sua Santo Stefano d’Aveto, sulle pendici dell’Appennino Ligure, inerpicandosi attraverso un bosco quasi ininterrotto di faggi, acacie e castagni. La strada curata e il percorso segnato da tricolori fissati ai cartelli stradali. Il
    paese di 1200 anime vede il mare di Chiavari solo da alcuni punti che riescono ad infilare la valle dell’Aveto (mi raccomando, l’accento sulla a) gi gi fino alla costa. Anche questa Liguria: nonostante spiagge, porti e naviganti, il suo territorio per oltre il 90 per cento classificato montagna e collina. I Liguri lo sanno bene, e amano il proprio entroterra cos come il mare, ben sapendo che il fascino dell’uno intimamente legato alla vivacit dell’altro, in un equilibrio ambientale unico al mondo.
    Ma torniamo a Santo Stefano.
    Il sindaco, la graziosa Maria Antonietta Cella, ben consapevole che la risorsa principale dei suoi cittadini l’ambiente intatto, vissuto e reso operoso. Ne testimonianza il passato, con un sontuoso castello dei Fieschi Dora, nella piazza principale, e ne dimostrazione il presente, con la bandiera arancione che il Touring Club Italiano rilascia quale marchio di qualit turistico ambientale alle localit dell’entroterra: solo 18 Comuni in Italia possono vantare questo riconoscimento (e di questi, 5 sono liguri). I quasi 10.000 turisti che annualmente ravvivano i 1.200 residenti non hanno bisogno di riconoscimenti ufficiali perch amano questa cittadina da decenni.
    In questo gioiello ambientale si inserisce il nostro Pietro Monteverde che, terminata la naja, decide di attrezzare un terreno, impervio ma di sua propriet, con un stalla per l’allevamento di bestiame. Gli piace fare di testa sua si diceva all’inizio e le stalle diventano due e poi tre e le mucche arrivano a 200. In questa stagione se ne vedono pochissime perch sono all’alpeggio, dove vengono portate a maggio, per tutta l’estate fino ad ottobre; anzi, per la precisione, fino alla prima spruzzata di neve, che porta fortuna, racconta Pietro. Con il suo bestiame tutta razza piemontese alimenta esclusivamente il negozio di macelleria in paese gestito dal fratello che, in questi giorni di festa, era addobbato con le foto di Pietro impettito in divisa di alpino e anche le foto da congedante, un po’ meno formali.
    Alla domanda sulla mucca pazza risponde, con educata pazienza, che le vendite per lui sono addirittura aumentate perch tutti sanno che cosa mangiano le mucche di Monteverde. Nella sua azienda la Regione sta sperimentando la piantumazione di diverse qualit di foraggio per verificare la resa quantitativa, la resistenza all’ambiente e la qualit per il bestiame.
    Ovviamente Pietro gestisce tutta l’azienda da solo: lui, i suoi scarponi e la sua testa dura, dice con un sorriso.
    Il giorno della cerimonia si svolge sotto la regia impeccabile ed attenta del servizio d’ordine della Sezione di Genova, orgoglioso di essere reduce dell’Adunata
    Nazionale 2001 e di aver ricevuto la richiesta di preparare un vademecum per coloro che in futuro saranno chiamati a questo onore.
    La giornata si apre con lo sfilamento fino alla piazza del Comune, dove si svolge l’alzabandiera. Sono presenti il presidente nazionale Beppe Parazzini che scorta il Labaro nazionale, oltre 600 alpini, 14 vessilli, 62 gagliardetti, i gonfaloni dei Comuni della valle, il vessillo dei volontari di guerra scortato dal vice presidente nazionale di questa associazione, la Commissione del premio Fedelt alla Montagna al completo. Viene cantato l’inno nazionale, accompagnato dalla banda di Santo Stefano, mentre il Tricolore sale sul pennone fino a stagliarsi nel cielo che si mantenuto terso per tutta la durata della manifestazione. Seguono gli onori ai Caduti, sulle note dell’inno del Piave, e la santa Messa celebrata dal cappellano sezionale ed accompagnata dal coro la Contrada.
    Dopo la celebrazione si apre il momento ufficiale della consegna del Premio. I saluti vengono portati dal consigliere nazionale Romagnoli, presidente della commissione, da Pino Tosi, in rappresentanza del capo gruppo Olivo Cella, dal presidente sezionale Gianni Belgrano.
    Il sindaco Maria Antonietta Cella ha ricordato come spesso del territorio montano si sottolinei l’abbandono da parte della popolazione ed il depauperamento del territorio, piuttosto che le opportunit offerte in termini di risorsa da valorizzare. Per rivitalizzare il tessuto sociale e l’economia del territorio ha proseguito il sindaco occorre investire senza aspettare ritorni immediati, nella consapevolezza che una montagna sana e florida costituisce un beneficio soprattutto per la valle e la pianura che godono dell’acqua, dell’aria e di un polmone di vivibilit prezioso. Ma la montagna richiede fatica, occorre essere chiari, e se questa spesa con intelligenza il risultato Pietro Monteverde. Maria Antonietta Cella ha concluso confessando di aver imparato in questi giorni la parola alpinit, che per lei ha significato l’aiuto concreto avuto dalla sezione di Genova quando, nel 1999, una frazione del Comune fu invasa dal fango. Una sola telefonata fu sufficiente per attivare la Protezione Civile di Genova che intervenne e collabor al risanamento ed alla pulizia della frazione. Di questa alpinit ha concluso il sindaco fra gli applausi abbiamo bisogno tutti. Dopo saluti del sottosegretario on. Arnoldi e dell’on. Mondello, ha preso la parola Parazzini. L’ONU ha esordito il presidente nazionale ha capito l’importanza dei problemi della montagna 31 anni dopo l’Associazione Nazionale Alpini. Gi nel 1971, infatti, il CDN lanci un segnale per sensibilizzare tutti sull’ambiente montano e la sua gente. Sono qui presenti i componenti del CDN di allora che assunse quella decisione: Perona, Innocente e Chies. Oggi per l’Associazione un momento di festa e di gioia in cui una comunit intera si stringe intorno ad un suo figlio. Abbiamo celebrato i momenti forti di ogni nostro incontro ma oggi ha proseguito Parazzini celebriamo la festa di chi ama, vive e soffre la montagna. E siamo sicuri che Pietro Monteverde ha tratto l’energia anche dal servizio militare che lo ha temprato, maturato, fortificato. Dopo le parole del presidente viene consegnato il premio: sale sul palco anche Maria la mamma di Pietro che sembra sparire nell’abbraccio del figlio. Parazzini legge la motivazione (la riportiamo a parte) del premio, consegna il diploma e l’assegno. la volta del suo coro che gli dona una targa per ricordare questo momento speciale. Gli occhi di Pietro luccicano.
    davvero la conclusione: il trofeo passa dal vincitore dell’edizione 2001 a Monteverde per il 2002: avviene cos dal 1971 ed aiuta a creare un legame che unisce i vincitori delle diverse edizioni. Molti erano presenti sul palco, in un abbraccio ideale che univa tutta l’Associazione. stata una bella festa, piena di gioia e di alpinit.
    Terminiamo con le parole che il presidente nazionale ha usato per concludere il suo saluto. Sono semplici, ma ricche di significato per il nostro futuro: Con il cappello alpino si
    pu realizzare qualunque cosa. Senza, difficile.


    Leggi la motivazione del premio >>