Una grande festa che ha coinvolto tutti

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    DI PIERO MINUZZO


    È come aver fatto un bellissimo sogno durato tre giorni e con il risveglio essere
    stati nuovamente catapultati nella desolante quotidianità’.
    Il rincrescimento per la conclusione di una allegra festa è di Luisa, una esuberante nonna cinquantenne che per tre giorni ha vissuto intensamente l’adunata delle penne nere con il suo nipotino Konrad di nove anni vestito da alpino il quale ha tentato persino di infilarsi nella sfilata, subito bloccato dall’efficientissimo servizio d’ordine.
    ‘Di questi eventi la Valle d’Aosta ne meriterebbe di più. Per tre giorni abbiamo compreso quanto sia grande lo spirito alpino’. Il commento è invece di Bruno, un commerciante che ha visto nell’Adunata un momento di promozione per la regione. ‘Abbiamo capito come sono fatti gli alpini e di che pasta sono fatti. Capaci di far festa fino all’alba, ma al momento della sfilata erano tutti in ordine, inappuntabili. Ora mi sono resa conto perché dove arrivano gli alpini torna la vita’, ha detto Yvonne di Pollein che dalle penne nere ha ricevuto ‘un impagabile
    aiuto’ nei tragici momenti dell’alluvione. ‘Si sa, gli alpini riescono in imprese che agli altri sembrano impossibili’, chiosa Piero Roullet, presidente degli albergatori valdostani. Commenti, considerazioni e apprezzamenti la dicono lunga sul successo che hanno riscosso le penne nere che hanno affollato, commosso, emozionato, elettrizzato la Valle tutta. E se il momento più toccante è stato l’11 maggio, nelle ore della sfilata, le emozioni più forti le hanno fatte vivere alla vigilia. Con le loro scorribande su improbabili automezzi; con i loro improvvisati cori lungo le strade, con spontanei concerti di fanfare in ogni slargo delle strade. Ma poi, a colpire i valdostani è stata soprattutto la capacità di far festa e vivere
    in allegria coinvolgendo l’intera popolazione locale. In particolare, Aosta si è trasformata in un immenso palcoscenico a cielo aperto, di notte illuminato dalle stelle, dove si sono alternati senza soluzioni di continuità, dal venerdì precedente la sfilata a domenica notte, caroselli, canti, balli concerti, il tutto nel più assoluto rispetto del prossimo e della proprietà altrui. Insomma una vera lezione di educazione che ha avuto il suo apice lunedì mattina, quando tutte le aree verdi, i parcheggi, ogni spazio occupato con tende, roulotte e camper dalle penne nere, come d’incanto sono tornati lindi come mai si vedono nemmeno nella verdeggiante primavera aostana.
    Insomma è stata una festa non solo per gli alpini ma una vera kermesse nazionalpopolare che ha coinvolto anche gli inconsapevoli turisti trovatisi per loro grande fortuna in Valle d’Aosta in quei giorni indimenticabili. Una festa, mille feste, in ogni piazza, ogni strada, ogni angolo di Aosta e della Valle che sono diventate, per l’occasione, zone franche dove l’unica legge non violata è stata quella dell’alpinità: amore, solidarietà e aggregazione. Tutto il resto era trasgressione; trasgressione esasperata ma sempre nel binario nella buona creanza e dell’amicizia franca e sincera anche se improvvisata.
    Aostani e valdostani non lasceranno più che trascorrano altri 80 anni prima di avere la terza Adunata. A volere gli alpini oggi è tutta la popolazione e non più solo pochi lungimiranti, che stoicamente, contro tutti gli infondati timori, hanno voluto il grande raduno annuale delle penne nere per ringraziarle anche del tanto bene ricevuto nel momento dell’alluvione dell’ottobre 2000. Di tutto questo Aosta ha fatto tesoro.