Rientrati in Italia gli alpini del 9°

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       Dopo quattro mesi di intensa attività in Afghanistan, nell’area di Kohwst, al confine con il Pakistan. (…)

     

    A metà giugno, dopo quattro mesi di intensa attività operativa, in Afghanistan, nell’ambito dell’operazione Enduring Freedom , il 9º reggimento Alpini della Taurinense , di stanza a L’Aquila e comandato dal col. Claudio Berto è tornato in Italia. Lo ha sostituito il 187º reggimento paracadutisti della brigata Folgore di Livorno, comandato dal col. Federico D’Apuzzo.
    Durante i quattro mesi di permanenza in Afghanistan, il 9º reggimento ha svolto brillantemente il suo compito di controllo del territorio e di interdizione d’area, ha compiuto missioni interforze per neutralizzare sacche di terrorismo, possibili basi logistiche e centri di reclutamento delle formazioni di Al Qaeda e talebani.
    Lo scopo di queste operazioni della missione italiana è di concorrere a creare condizioni di sicurezza e stabilità necessarie alla normalizzazione della vita in quel tormentatissimo Paese.
    Durante la missione degli alpini (sono state effettuate oltre duecento operazioni di pattugliamento) sono state rinvenute e distrutte ingenti quantità di armi, munizioni ed esplosivi. Gli alpini del 9º Reggimento hanno anche partecipato a numerose operazioni congiunte con le forze della coalizione internazionale, alcune di esse su larga scala, per prevenire possibili azioni ostili provenienti dai tradizionali santuari di Al Qaeda.
    Contestualmente, sono state condotte decine di attività umanitarie a favore delle comunità locali mediante interventi in ospedali, orfanotrofi, scuole e sono stati distribuiti materiali e generi di prima necessità provenienti dall’Italia che hanno contribuito, in maniera considerevole, a migliorare i rapporti con la popolazione.
    Con l’avvicendamento degli alpini con i paracadutisti di Livorno, è cambiato anche il comandante del contingente italiano in Afghanistan: al brigadier generale Giorgio Battisti, comandante della Taurinense, è subentrato il brigadier generale Marco Bertolini, comandante della brigata Folgore.
    I paracadutisti del 187º, che hanno sostituito gli alpini, annoverano una lunga esperienza in questo tipo di operazioni avendo preso parte, negli ultimi anni, a tutte le principali missioni militari all’estero.
    Il contingente italiano schierato in Afghanistan è ripartito su tre distinte sedi: Kabul, Kohwst e Bagram.
    A Kabul operano circa 500 militari, al comando del colonnello Silvio Biagini, inseriti nel contingente internazionale a guida tedesca denominato ISAF (International Security Assistance Force) i cui compiti principali sono quelli di assistere le istituzioni politiche afgane nel mantenimento di un ambiente sicuro nella città di Kabul e nelle aree limitrofe.
    A Kohwst, ai confini con il Pakistan, è dispiegato il contingente italiano della missione Nibbio composto da militari appartenenti alle quattro Forze Armate. In particolare, per l’Esercito, con il 187º Reggimento paracadutisti Folgore operano una compagnia di alpini paracadutisti del Monte Cervino , e reparti del 9º Reggimento incursori paracadutisti Col. Moschin ; del 185º Reggimento Acquisizione Obiettivi, dell’11º Reggimento trasmissioni Leonessa ; del 21º Reggimento genio pionieri, del 7º Reggimento NBC Cremona , e per la logistica, unità del Reparto Mezzi Mobili Campali (logistica) e del 1º Reggimento di Manovra.
    Ci sono infine incursori della Marina, personale dell’Aeronautica che gestiscono lo scalo di Bagram, e carabinieri del 1º reggimento paracadutisti.
    A Bagram, è dislocato il comando della Coalizione internazionale ed è anche la sede del quartier generale della forza italiana.