Un Percorso della Memoria dal Palon al Grappa

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    Il gruppo alpini Possagno ha compiuto una operazione iniziata nel 2003 di recupero e riattivazione delle trincee, gallerie, appostamenti e presidi della prima guerra mondiale nell’area del monte Palon (quota m. 1.305) nella zona orientale del massiccio del Grappa, a ridosso della linea del Piave e del Montello.

    L’operazione è destinata a costituire un percorso della memoria di quanto su queste montagne è avvenuto nella prima guerra mondiale tra la fine di ottobre del 1917 e i primi di novembre del 1918, ed è rivolta soprattutto alle nuove generazioni: ricordo di quanti italiani e austro ungarici hanno patito, sofferto e sono morti ma anche monito e stimolo per una fratellanza fra tutti i popoli e pace duratura.

    Il monte Palon, posto subito sopra Possagno ai confini con il comune di Alano a fare da divisione tra la provincia di Treviso e quella di Belluno ad immediato ridosso del Piave e della pianura trevigiana, costituì un formidabile baluardo contro il quale si infransero gli estremi tentativi degli austro ungarici di raggiungere la pianura ed aggirare le linee di difesa sul Piave ed il Montelllo.

    Bisogna vedere questo Monte per apprezzare la sua posizione strategica nel sistema difensivo per la prima linea orientale del fronte del Grappa che va dai Solaroli, passando per il Valderoa, monte Fontanasecca, Porte de Salton, monte Spenoncia, monte Tomba, Monfenera fino al Piave ed il Montello, con postazioni di artiglieria, un minutissimo approntamento di trincee e gallerie per fucilieri, artiglieri e mitraglieri che lo avevano trasformato in una vera e propria fortezza continuamente rifornita da quattro mulattiere e da un sistema di teleferiche che partivano da dietro il Tempio del Canova, a Possagno.

    Data la sua collocazione infatti, il monte Palon era un fondamentale punto di osservazione per coordinare le nostre fanterie, il fuoco delle nostre artiglierie oltre a segnalare i movimenti delle forze nemiche situate nella conca di Alano. Di ciò parla espressamente nel suo diario anche il Generale Rommel, allora comandante di un distaccamento tedesco che più volte ha cercato di aggirare e conquistarne la cima.

    I lavori, nati da una idea di due soci del Gruppo Alpini di Possagno Luciano Smaniotto e Livio Perisello, sono iniziati nell’aprile del 2003 e sono proseguiti nel 2004 con il completamento della parte principale dell’intervento consistente nel restauro di oltre 1.000 metri di trincea di prima linea, nella riapertura di 350 metri di galleria oltre al recupero di una serie di baraccamenti ed appostamenti.

    Dal 2005 si è proceduto alla manutenzione di quanto realizzato ed al completamento di alcuni tratti. Il lavoro di manutenzione, sempre indispensabile in questo genere di interventi, continuerà nei prossimi anni, confidando nella disponibilità dei volontari che finora hanno operato con autentico spirito alpino coordinati dal capo gruppo e da Marino Finato.

    La partecipazione dei volontari in questi anni si è rivelata oltremodo consistente soprattutto da parte del gruppo Alpini di Possagno, che ne ha costituito l’ossatura portante ma anche di altri gruppi oltre che della sezione di Bassano e delle sezioni di Treviso, Salò, Pordenone, Feltre e Vittorio Veneto. Quest’ultima è stata presente per due anni, dal 2003 al 2004, con otto muli, i cui trasporti erano coordinati da Giovanni Salvador.

    Il reparto someggiato ha trasportato oltre 900 quintali di materiali dalla zona del rifugio alla cima del monte Palon. Oltre agli alpini hanno lavorato anche altri volontari, amici degli alpini e una rappresentanza dell’Associazione storico culturale Piave. Per poter però lavorare c’era comunque bisogno per i necessari materiali e gli approvvigionamenti vari di un sostegno economico. Ricordiamo un vaglia giuntoci da un ex combattente dopo aver letto un articolo sul giornale, ma è doveroso nominare almeno due sponsor: la Veneto Banca e la Settentrionale Trasporti, e con loro la Comunità Montana del Grappa oltre ai due Comuni di Possagno e di Alano.

    Per il monte Palon i lavori sono stati affidati al Servizio Forestale di Treviso, che con le sue squadre, coordinate dalla responsabile Ingrid Dal Cin, hanno in perfetta sintonia integrato il lavoro degli alpini. A fine del 2007, al termine dei lavori di manutenzione ed ampliamento programmati e tenendo conto di quanto svolto negli anni precedenti con turni effettuati principalmente al sabato ed alla domenica e per settimane intere nei periodo giugno/luglio con 25 30 volontari a turno, questi in sintesi i principali numeri: oltre 21.000 ore di lavoro volontario gratuito (stima prudenziale euro 280.000) con impiego di 40 metri cubi di sabbia, 100 metri cubi di ghiaia e stabilizzato, 50 metri cubi di terra vegetale, 300 quintali di cemento, 12.000 chili di ferro, 20 metri cubi di legname, oltre ad attrezzature e materiali vari, noleggi di mezzi operativi, impiego muli per trasporto, approvvigionamenti logistici per un totale di spesa effettiva di oltre 60.000 euro.

    Sebastiano Favero