Un alpino maiuscolo

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    Signor Presidente, sono l’alpino Arcangelo Blancuzzi. Nel 2018 sul Bernadia, le consegnai un’offerta in memoria della mia Emanuela. In questi tre anni tante disgrazie hanno colpito la mia famiglia e io stesso sono stato ricoverato in ospedale due volte ed ora cammino con le stampelle. La mia vita con Emanuela è stata straordinariamente bella, poi il ricordo dei 40 anni come Capogruppo e i 17 in Sezione mi danno forza e non demordo. Prima o poi bisogna sempre pagare qualche tributo e cristianamente accettare quello che ci capita. Quando sono triste penso alle montagne e alle vette che ho raggiunto, dai quindici ai settantasette anni. Se poi penso a quanto hanno sofferto mio padre e gli zii e di quanto hanno dato alla Patria, in Etiopia, Grecia, Albania, fronte occidentale e Russia, il mio soffrire diventa sopportabile. Nel 1991, durante un viaggio in Svezia all’università di Upsala, un distinto signore si avvicinò a noi che stavamo parlando friulano e intervenne dando segno di conoscere la nostra lingua. Ha proseguito poi in “furlan”, dicendoci che era nato a Budapest e da lì scappato, nel 1956, dopo essere tornato dalla prigionia nel 1953. Disse di avere la cittadinanza svedese e di essere professore nella attigua università. Piangendo ha aggiunto: «Se sono qui è merito dell’alpino ufficiale medico Reginato, che mi ha curato e salvato durante la prigionia». Ha nominato tutti i nostri eroici ufficiali, uno per uno, aggiungendo di aver letto tanti libri sull’epopea alpina in Russia, e di aver tenuto con diversi di loro e per anni corrispondenza epistolare. Abbiamo parlato più di un’ora. Ci ha abbracciati dicendo: «Saludaimi il bel Friul de mé infanzie». Grazie Presidente Favero, per quanto fa per la nostra Associazione. Unisco una busta con una nuova offerta. A lei l’utilizzo che ritiene opportuno. Mi saluti il direttore de L’Alpino, mons. Bruno Fasani e gli dica che “assolutamente” deve continuare nel servizio. È formidabile nelle risposte alle lettere e super bravo negli editoriali. Gli dica pure che, se venisse chiamato per incarichi episcopali, rifiuti. Noi alpini lo abbiamo già consacrato “cardinale dell’Arcidiocesi alpina”. Grazie di tutto e mandi.

    Arcangelo Blancuzzi, Gruppo di Orgnano, Sezione di Udine

    Caro Arcangelo, il Presidente mi ha passato la tua lettera chiedendomi di pubblicarla, perché dentro c’è la grandezza di un alpino maiuscolo. Per la generosità, ma prima ancora per le cose che dici, che lasciano trasparire un animo dove si è sedimentata esperienza e saggezza. Per come le dici. Con la leggerezza dell’umiltà e la passione del cuore. Grazie anche per la stima che mi riservi. Detta così mi ha fatto proprio sorridere e gustare la bellezza di servire anche nelle fatiche inevitabili che ogni incarico comporta. Grazie di cuore con tanti auguri e un ricordo speciale per la cara Emanuela.