Sul nostro futuro

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    Le prime parole della Preghiera dell’Alpino sono: “Sulle nude rocce, sui perenni ghiacciai…”; qui inizia la mia riflessione. “Perenni ghiacciai”, che stanno scomparendo, con nostra tanta tristezza, nel ricordare la loro passata vastità. Montagne che si salivano con ramponi, piccozza e in cordata, si salgono ora su sfasciumi con scarpette sportive. Tutti i ghiacciai stanno perdendo l’aggettivo perenni. Come le montagne perdono gli spettacolari e utilissimi ghiacciai, anche gli uomini stanno perdendo moralità e civiltà. Partendo dalla base: baby gang sempre più aggressive e vandaliche, come ogni manifestazione di civile protesta. Omicidi giornalieri, intollerabili aggressioni al personale delle Forze dell’Ordine, per arrivare alla cima, con quelle persone che dovrebbero contribuire al miglioramento dello Stato, ma sono i denigratori se non gli sfruttatori dello stesso. Siamo su uno scivoloso ripido pendio, confortano le varie associazioni di volontariato tra cui l’Ana anche se burocraticamente contrariate nei loro interventi umanitari. C’è sempre la speranza di trovare l’appiglio per fermare questa discesa.

    Delio Tessari, Gruppo di Cogne, Sezione di Aosta

    Caro amico, il degrado culturale ed etico che stiamo attraversando è un dato di fatto, che tocca tutti gli ambiti, dalla politica all’ecologia, dalla famiglia alle religioni. Si dice che siamo entrati nel post-umano, ossia un tempo in cui la macchina (intesa come scienza e tecnica) si combina con l’intelligenza umana, illudendoci che da essa possa venire la soluzione di tutti i problemi. È dalla coscienza, dal cuore, che vengono il bene e il male. Quindi è solo da una prassi educativa seria che si può sperare nel cambiamento. In questo senso, la testimonianza degli alpini rimane un sicuro punto di riferimento per chi volesse imparare a vivere con civiltà e responsabilità.