STORIA DI NOVARA Ottant'anni di storia, sulle orme dell'Intra

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    di Umberto Pelazza


    Forse il lontano luccichio delle nevi del Monte Rosa in una bella mattinata di sole avr fatto balenare un’idea temeraria, giustificata dall’entusiasmo, in quella ventina o trentina che fosse, di reduci del Carso e del Montenero, che il 5 aprile 1922 ai piedi dell’aguzza vetta cittadina, la cupola dell’Antonelli, avevano dato vita a un Consiglio Direttivo da cui sarebbe sorta la sezione novarese dell’A.N.A.
    Uno scenario del genere a celebrazione dell’evento sarebbe rimasto indelebile negli annali. Ma poi il capitano Angelo Lorenzoni, medaglia d’Argento del Grappa, anima e motore del nuovo sodalizio, e il presidente neo eletto, Guido Ragozzi, optarono per il pi casalingo Mottarone: se neve si doveva pestare, quel 4 febbraio 1923 le pendici che declinavano sul lago d’Orta ne offrivano ancora, a lembi sparsi, quel tanto necessario a creare una cornice idonea alla circostanza, senza per altro porre limiti all’afflusso, agevolato dalla funicolare di Stresa.
    Sotto la grande croce della vetta, nella suggestione delle note patriottiche e religiose diffuse dalla fanfara del 5 Alpini, un cappellano militare celebr la Santa Messa e benedisse il gagliardetto, offerto dalla giovane madrina Carla Viana, figlia
    di un socio, la quale si un poi alle sue coetanee che, sulla breve spianata, passando senza disarmonie dal sacro al profano, festeggiarono a modo loro l’avvenimento, esibendosi in un giocoso fox trot.
    Novara rimasta nei ricordi scolastici come il triste rintocco d’avvio delle guerre risorgimentali; figlio di quella terra, un giovane capitano aveva allora ravvisato le cause della disfatta nella carente azione di comando durante lo svolgersi delle operazioni. Si chiamava Cesare Ricotti Magnani: combatter in Crimea, nelle campagne dell’indipendenza e avr una carriera fulminante: generale a 38 anni, ministro della guerra a 46.
    Oggi da tutti riconosciuto come il vero fondatore degli alpini, ideati da Ricci e Perrucchetti. Spirito eminentemente pratico (sua espressione ricorrente: Lasciamo perdere gli aggettivi e usiamo i sostantivi), aveva superato le difficolt di bilancio ricorrendo all’abile scappatoia delle compagnie distrettuali in zone alpine, che in breve tempo avrebbero assunto quella particolare fisionomia operativa e l’habitus mentale dei soldati di montagna.
    Il primo ad esserne attratto fu un altro novarese, il capitano dei bersaglieri Angiolo Filippo Fonio, medaglia d’Argento della seconda guerra d’indipendenza, che nel 1872, sostituendo le cento penne con una sola, collabor con Perrucchetti alla nascita del nuovo Corpo. Comander il 6 e il 7 Alpini e nel suo paese natio, Galliate, si costituir il primo gruppo della futura sezione.
    Uno dei 15 distretti prescelti per inquadrare gli apprendisti alpini fu quello di Novara e gi nel 1873 il suo reparto di montagna era dislocato a Domodossola. Dalle risaie alle pietraie: alla bassa novarese, quindi, un incontestabile diritto di
    primogenitura.
    I due conflitti mondiali vedono i novaresi distribuiti su tutti i fronti, ma un particolare rapporto affettivo riservato al battaglione Intra: gloria e prima medaglia d’Argento sulle balze del Montenero, calvario a Santa Lucia di Tolmino, dove una colonna che ascendeva lungo le pendici del monte Merzii si vide ad un tratto sopravanzata dal cappellano che, tenendo alto un gran Crocifisso, invocava ad alta voce Jesus, Jesus, riecheggiante il Deus lo vult (Dio lo vuole, n.d.r.) degli antichi Crociati. In Africa Orientale l’Intra si trova di fronte le truppe abissine guidate dallo stesso imperatore; la battaglia al passo del Mecan gli vale la seconda medaglia d’Argento.
    Dopo aver comandato il Tirano in Grecia, il maggiore novarese Augusto De Cobelli partecipa alla guerra di liberazione alla testa del btg. L’Aquila e perde la vita durante la conquista di Bologna. Gli inglesi riconoscono il suo valore con la Distingued Service Cross, gli italiani con la Medaglia d’Oro: sar la prima ad essere appuntata sul vessillo sezionale. La lotta partigiana in Valsesia annovera fra i suoi Caduti il capitano Bossi, che nel 1930 aveva sostituito Ragozzi alla guida della sezione.
    A termine conflitto, i gruppi si ritrovano inevitabilmente malconci e stentano a serrare le file: il presidente Bonola trova un cammino irto di ostacoli. Il successore, Ferdinando Poggi, mantiene in vita la sezione facendo unicamente leva sui meriti dell’anzianit, non essendo stato raggiunto il numero minimo di 500 soci. Il pericolo costituisce una salutare frustata all’orgoglio assopito e, come alpinisti alle prese con una ripida parete, si cercano appigli e appoggi da tutte le
    parti. Nel 1956 l’uscita del giornale sezionale Il Gavettino rafforza legami fra i soci e ravviva la comune volont di ripresa. Viene solennemente conferita la Medaglia d’Oro, per il suo eroico comportamento nella campagna di Russia, al maggiore Lino Ponzinibio, gi vicepresidente sezionale.
    Il nuovo vessillo inaugurato nel 1959 e la sezione viene intitolata alla M.O. capitano Mario Fregonara, caduto alla testa della 72 del Tolmezzo durante la conquista del Monte Golico. Cos aveva scritto nel suo rapporto sull’azione il suo diretto avversario, col. Pan Catsotas: Porto a conoscenza della famiglia Fregonara che la sua condotta fa onore alla sua patria e alla sua famiglia. La quota non stata da noi rioccupata se non quando caduto eroicamente sul campo.
    Di un’iniziativa singolare si rende promotore nel 1968 il figlio del presidente Poggi, allievo dell’Accademia Navale di Livorno, durante la crociera della nave San Giorgio in Atlantico, che nei porti dell’America meridionale viene pacificamente abbordata dagli alpini delle locali sezioni: iniziativa di futuri gemellaggi.
    Il terremoto richiama la sezione in Friuli, le alluvioni in Ossola e in Valle d’Aosta, l’asilo di Rossosch in Russia, dove viene consegnata una targa ricordo al prof. Morozov, per l’opera meritoria svolta a favore delle salme dei Caduti italiani.
    Nel capoluogo, la Caminada par Nuara, tradizionale marcia non competitiva attraverso le vie della citt, si trasformata in un gigantesco banco di beneficenza, che in 18 anni ha devoluto 380 milioni alla Lega italiana contro i tumori.
    Intanto il vecchio Gavettino ciclostilato ha rinnovato il suo look, diventando nel 1989 Nn dla Pena Nera: un’edizione speciale viene riservata ai settant’anni di vita sezionale, celebrati nello stadio cittadino col giuramento solenne della Scuola Militare Alpina.
    La sede della sezione ha finalmente chiuso il suo faticoso iter, facendo zaino a terra nei locali messi a disposizione dall’Amministrazione comunale, a pochi passi dalla piazza intitolata agli Alpini d’Italia.
    E’ recente la costituzione di un nucleo di Protezione civile composto da una trentina di volontari , guidati da Aldo Lavatelli, alpino e ingegnere. Dopo aver partecipato ai corsi di formazione e di preparazione alle diverse specialit, hanno
    avuto il battesimo operativo durante i giorni dell’alluvione in valle d’Aosta. Il presidente Capra, gi alpino dell’Aosta, soddisfatto dei traguardi raggiunti, ma non riesce a nascondere del tutto l’amarezza provocata dalla sospensione della leva: Centotrent’anni di storia e di gloria non possono morire: i volontari che giungeranno da ogni parte d’Italia saranno ovviamente privi di tradizioni e di spirito alpino. Riusciranno a comprendere e ad acquisire quell’alpinit che ha sempre permeato la nostra giovent, che ha fatto della naia alpina l’aspirazione di tanti ragazzi?.
    Ce lo auguriamo.


    Presidente:
    Dante Capra, nato a Torino nel 1927. Funzionario di banca in pensione. Servizio
    militare: Allievo alla SMALP del 13 Corso AUC e subalterno al btg Aosta: anni
    54/55. Consigliere, Vice Presidente nazionale e Vicario ANA.



    Sede:
    Via
    Perrone, 7 28100 Novara Tel. e Fax: 0321 611999.


    Sezione:
    Forza a fine 2001: gruppi 16; soci 715; amici degli alpini 87.


    Presidenti di sezione:
    Guido Ragozzi: 1922 1930
    Capt. Bossi : 1930 1945
    Enrico Bonola: 1947 1949
    Fiorentino Poggi: 1949 1978
    Mario Barberi: 1978 1989
    Achille Ugazio: 1989 2001
    Dante Capra: 2001


    Medaglie d’Oro:
    Capitano Mario Fregonara, btg. Tolmezzo, fronte greco, 1941.
    Maggiore Augusto De Cobelli, btg. L’Aquila, guerra di liberazione, 1945.