Tante voci per dire: Viva l'Italia, viva gli Alpini

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    Questo articolo, che pubblichiamo per gentile concessione, apparso su La Sicilia il luned successivo alla grande sfilata. Abbiamo ritenuto di portarlo all’attenzione degli alpini per la sua straordinaria bellezza e per i suoi contenuti, nonch per dimostrare quali sentimenti abbiano suscitato gli alpini in terra di Sicilia e quanto giusta sia stata la decisione del nostro CDN di fare l’Adunata a Catania.


    di Pinella Leocata


    Sono venuti da tutta Italia, e ancora dal Sud Africa, dall’Australia, dall’Argentina dal Canada, dagli Stati Uniti, dal Venezuela, dal Belgio, dal Lussemburgo, dalla Francia, dalla Germania. Uomini costretti ad emigrare per trovare un lavoro, alpini che ogni anno, con fierezza, tornano in Italia per ricordare che la Patria una e che a farla sono gli italiani. Gli italiani che l’hanno voluta e difesa con il loro sangue e che la costruiscono ancora, ogni giorno, da cittadini onesti, cittadini che rispettano le leggi, cittadini pronti a correre in aiuto in caso di calamit e a lottare ancora per i valori della solidariet e della pace. Sono venuti d’oltralpe, uniti dall’amore per le montagne, le montagne che non hanno frontiere.
    Son venuti da Zara, da Fiume, da Pola, le terre irredente, italiani d’oltre confine, italiani fieri di esserlo , come si leggeva sui loro striscioni.
    Sono venuti in Sicilia e per farlo hanno speso tempo, energia, denaro. Il loro denaro, perch gli alpini non chiedono soldi a nessuno, sono e vogliono essere autonomi e, per chi ha bisogno, per chi non pu affrontare le spese della trasferta, c’ il fondo che ogni sezione provvede a costituire per le necessit.
    Neanche gli organizzatori credevano che sarebbero stati in tanti, cos al sud, migliaia di chilometri da fare. Ma loro, gli alpini alpini carichi d’anni e alpini ragazzetti hanno voluto esserci per ribadire che l’Italia una e che a farla sono gli italiani e che solo loro, gli italiani che la leva ha fatto buoni soldati, possono difenderla.
    Hanno voluto esserci per difendere una tradizione e una storia che rischiano di scomparire con l’eliminazione della leva e con l’avvento dell’esercito professionale. A chi governa, ancora una volta, hanno voluto gridare con i loro striscioni, con i loro corpi in marcia, che la leva un impegno costituzionale, non una tassa da pagare. Hanno voluto gridarlo, che i valori non si comprano al mercato, che la solidariet non ammette privilegi. Per questo la sezione di Milano invoca: Don Gnocchi, dona la vista ai politici ciechi. Per questo, loro, che di partiti non hanno mai voluto sentire parlare, a mezza voce, si dicono che, forse, giunto il momento di mandare in Parlamento un gruppo di loro, di alpini, in difesa del Corpo e della Costituzione Perch la nostra Costituzione lo dice chiaro, all’art. 52, che la difesa della Patria un dovere di ogni italiano.
    L’abbraccio della citt, il saluto e l’accoglienza dei catanesi ci dicono che, al di l dei politici, gli italiani si vogliono bene. Giuliano Perini, da Milano, del Consiglio Nazionale dell’ANA, trepidava all’idea di avere scelto la Sicilia come sede dell’Adunata nazionale, ma ora fiero, felice.
    E’ stata una buona scelta, a dispetto della distanza, dei disagi, della pioggia battente. Gli alpini sono contenti anche di questo, di avere portato l’acqua in una
    terra che ha sete. Ridono del disappunto dei catanesi e quando l’acqua batte forte loro segnano il passo e cantano aprite le porte.
    Passano i grandi alpini e gli applausi scrosciano pi forti della pioggia. Passano gli alpini senza ombrello, marciano giovani allegri, invalidi in sedia a rotelle, veterani carichi d’anni e coperti di poco, come allora, quando soffrire e morire per la Patria era considerato un dovere, un onore.
    Marciano, portati in mano dai commilitoni amici, i cappelli degli alpini di Cosenza caduti in Kosovo durante una missione di pace.
    Marciano i muli messi all’asta, a Bolzano, quando il loro reparto fu sciolto e i loro amici a due gambe, con una colletta, li salvarono dal macello. I compagni di tante fatiche non potevano diventare salumi, non i compagni degli alpini. E ora sfilano.
    Gli alpini sfilano con le bandiere delle sezioni e i mille e mille gagliardetti dei gruppi che le compongono, sfilano dietro il paracadute tricolore che i paracadutisti fanno volare a braccia, con uno sforzo enorme. Sfilano con le insegne delle brigate soppresse: la Cadore, la Orobica. Ce le hanno sottratte, ma vivono e sono con noi.
    E sfila, e sembra un sudario, il Tricolore in memoria dei Caduti di Russia. E mentre sfila s’alza la canzone del Piave e sulla Bandiera piovono lacrime e fiori. Sfilano gli uomini delle cime e ricordano che senza gli alpini la montagna frana, che senza di loro il territorio cede, che la protezione civile il il loro impegno, che la solidariet alpina un’arma di pace.
    Ultima, sfila la sezione di Sicilia, sono pochi, per diversa tradizione, ma carichi d’onore: nel 1896 gli alpini siciliani si fecero massacrare tutti, ad Adua, pur di non cedere un metro, e altre 93 medaglie d’Oro le hanno conquistate i soldati siciliani dal 35 a1 45.
    Gli alpini sfilano e solo al Labaro rendono onore, alla bandiera della Patria carica di medaglie, non ai politici schierati in tribuna.
    Per un giorno, almeno per un giorno, la citt, la Patria, dei cittadini, degli italiani del Nord e del Sud insieme. Per un giorno almeno la linea della palme s’avvicina a quella degli abeti.
    Sanno, gli alpini, che ora che l’esercito diventa professionale il 98 degli giovani che entrano nel Corpo sono del Sud. Perch al Sud non hanno lavoro e i loro figli, al Nord, invece, s. Sanno che alpini si diventa nel cuore e nella testa, ma le tradizioni le antiche tradizioni figlie del reclutamento su base territoriale quelle rischiano di andare perdute e solo la leva, la difesa affidata ai cittadini, pu difenderle.
    L’Adunata di Catania vuol dire anche questo. E a Catania gli alpini, dicono grazie, grazie dell’accoglienza, del calore, grazie delle belle ragazze, grazie per i sorrisi. Alla nostra citt hanno regalato cinquantamila euro a sostegno di tre organizzazioni umanitarie.
    Sfilano gli alpini e regalano, ci regalano, il piacere di un incontro di grande valore etico e sociale. Sfilano tra salve di voci che in tante parole e tanti dialetti dicono
    una sola cosa: Viva l’Italia, questa Italia, e Viva gli alpini.